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E’ decisamente la migliore del Festival, fermo restando che ne avrò ascoltate quattro o cinque e che, steso un velo pietoso su Iva Zanicchi che inneggia al sesso facile e senza complicazioni, fondamentalmente m’importa un accidente di Sanremo.
Patty Pravo è sempre stata una interprete meravigliosa, e la canzone che ha presentato è decisamente indovinata, melodrammataica ma indovinata.
Purtroppo la canta un po’ bubbolando e bofonchiando come una pentola di fagioli che bolle. La R si fa sempre più debole e fa un uso sempre più smodato delle nasali. Somiglia sempre di più alle tante imitazioni che le fanno. E’ finita e questo è il canto del cigno della ragazza del Piper.
La canzone si intitola "E io verrò un giorno là".
Il ritornello recita:
E io verrò un giorno là,
ci daremo la mano e poi mai più ti lascerò,
voleremo davvero!
E resta qua, vicino a me, non lasciarmi mai sola,
ho paura che senza te
non vivrò mai davvero… Mai!!!
Troppo semplice pensare al testo di Lorenzo Da Ponte per il Don Giovanni di Mozart:
Là ci darem la mano
là mi dirai di sì.
Vedi, non è lontano,
partiam, ben mio, da qui.
O anche che:
Sul ponte di Bassano
là ci darem la mano.
Là ci darem la mano
ed un bacin d’amor.
Ma pazienza, la canzone è bella e convince. E’ ovvio che per questi motivi non abbia vinto il Festival di Sanremo. Troppo lavoro riconoscere la carriera di una ragazza triste come noi!