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A scuola si dice sempre “Se le cose vanno bene il merito è dei ragazzi, se le cose vanno male la colpa è degli insegnanti”.
E’ un ritornello che ricorre spesso nel parlare dei genitori. Talmente spesso che anche i docenti lo fanno loro.
Con tutto quello che ne segue. Sensi di colpa (“Sono un insegnante fallito. Oggi Asinelli non ha recuperato l’insufficienza!”), frustrazioni (“La mia carriera è un fallimento, oggi la Fanfaroni mi ha chiamato “vecchio porco”), convocazioni dei genitori (“L’insegnante è lei, faccia qualcosa per promuovere mio figlio, in nome del cielo, se no la denuncio, verodìo!”), analisi del contesto familiare (i genitori sbattono il figlio davanti alla Playstation dalla mattina alla sera), sedute dall’analista da parte dell’insegnante (“Mio Dio, sono una carogna, ho messo due a un alunno che mi ha consegnato il compito in bianco e da allora tremo all’idea di tornare in classe”), manie di persecuzione (“Mio figlio dopo il suo quattro non mi mangia più, è depresso, sta tutto il giorno rinchiuso nel bagno con dei giornali che io non so cosa sono!”)
Mai nessuno che dica che se un alunno si è beccato un quattro forse è perché se lo meritava. FORSE, intendo dire.
Ora, un ragazzino di tredici anni ha aggredito un docente in classe. Non so cosa sia successo, non conosco quali siano state le dinamiche alla base di questo atto, ma come si può anche solo pensare lontanamente che se un pre-adolescente si è comportato in questo modo nei confronti del suo insegnante è stato perché questi non è stato abbastanza bravo da calibrare il suo intervento educativo affiché ciò non accadesse? O non ha saputo trovare il canale di comunicazione adeguato? Quale canale di comunicazione e di empatia si attiva con un bambino che manifesta un atteggiamento aggressivo??
Adesso che cosa succederà? Tecnicamente i responsabili sono i genitori perché il fanciullo è minorenne. Ma è ben difficile che senza una querela del docente succeda qualcosa, ed è altrettanto ben difficile che il docente abbia sporto querela (ma sarei molto felice di essere smentito).
E comunque, prima o poi, qualche psicologo andrà in qualche scuola perché “bisogna insegnare ai docenti a riconoscere i segnali di un possibile atteggiamento bullistico per prevenirlo“.