237 total views
Facciamo due assiomi:
a) L’omeopatia non funziona
b) L’omosessualità non è una malattia.
Detto questo, facciamo che una specialità omeopatica (non chiamiamola “medicinale” se no si offendono) che contiene un componente (non chiamiamolo “principio attivo” perché in omeopatia i principi attivi vengono diluiti in dosi tali da risultare irrintracciabili) che si chiama “Ovaria” venga venduto da una parafarmacia on line emiliana e che questa parafarmacia ne pubblichi una serie di indicazioni terapeutiche, ossia per quali patologie il rimedio sarebbe indicato.
Facciamo anche che tra queste indicazioni che appaiono sul sito della parafarmacia figuri la dicitura “tendenze lesbiche”.
Dato per accaduto (ed E’ EFFETTIVAMENTE ACCADUTO) tutto questo, chiediamoci come sia possibile che una non malattia debba e possa essere curata. Successivamente chiediamoci come l’omeopatia sia in grado di curare una malattia con un prodotto estremamente diluito, con il principio attivo non più rintracciabile neanche dal contatore Geiger. E come si sia ripiombati nel medioevo sociale e medico, dando retta a teorie bislacche come quella che l’acqua manterrebbe i ricordi (di cosa? di essere inquinata??), o quella che gli omosesssuali sono dei malati, poverini, e come tali vanno curati (solo che non c’è mai stata cura, l’omosessualità è stata cancellata dal manuale dei disturbi mentali nel 1990, meno male che abbiamo l’omeopatia!)
Non ho citato e non cito il nome commerciale del rimedio omeopatico in questione perché voglio dargli il beneficio dell’onestà intellettuale: non è detto che quello che pubblica la parafarmacia corrisponda esattamente al bugiardino che l’accompagna (anche perché mi risulta che le specialità omeopatiche vengono vendute SENZA bugiardino), quindi mi attengo ai fatti: e i fatti sono che io in questa parafarmacia non comprerò nemmeno una confezione di tappi per le orecchie.
Comunque sia il contenuto è stato corretto da così:
a così:
Ma la rete ha la memoria lunga.