Il senso di Federica Angeli per Wikipedia

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Ora, io sono molto addolorato e incazzato insieme.

Addolorato perché fino a pochi minuti fa (circa una mezz’oretta) ero un estimatore incondizionato di Federica Angeli, una giornalista che ho sempre considerato onestissima, coraggiosa, che è costretta a vivere, assieme alla sua famiglia, in una sorta di prigione sotto scorta, che ha realizzato inchieste e scritto libri sul suo impegno contro la mafia di Ostia, che si è battuta per far riconoscere l’aggravante dello stampo mafioso nell’associazione a delinquere per le famiglie condannate almeno in primo grado nella malavita organizzata romana, che ha resistito a 112 processi per diffamazione e li ha vinti tutti, quando io con un procedimento in embrione faccio fatica a tirare avanti la baracca materiale e psicologica dell’esistenza. Sembra un personaggio di “Cent’anni di solitudine” da quanto è bello e, nello stesso tempo, incredibile.

Incazzato perché ho scoperto, grazie alla tempestiva segnalazione di Fabio Montale su Twitter (@FabioMontale) che un brano tratto da uno dei suoi ultimi articoli intitolato “La resistenza della periferia dove la criminalità è un affare d’altri tempi” è ripreso pari pari da Wikipedia. E questo non mi sta bene. Sia perché è stata Federica Angeli a riprendere quel brano (e da lei mi aspetto, anzi, pretendo contenuti originali proprio perché so quale cura e devozione ha nel fare il suo lavoro) sia perché quel brano l’ha ripreso da Wikipedia, di cui, invece, non ho nessuna stima.

Ecco l’articolo (che non è -ancora- reperibile sul web) di “Repubblica”:

Cortesia di @christianraimo

Ed ecco il brano di cui si tratta:

Iniziò sin da giovanissimo a commettere piccoli reati assieme ad altri suoi coetanei abitanti dello stesso quartiere, anch’essi per la maggior parte figli di immigrati del sud.

E’ tratto dalla voce di Wikipedia dedicata a Giuseppe Albano, detto “il Gobbo del Quarticciolo”, protagonista della Resistenza. Ho scaricato la versione PDF della voce che fotografa in modo inequivocabile l’ultima versione disponibile della voce. Ve lo inserisco in coda a questo articolo.

E ora vediamo in sinossi i due brani riportati (il primo è Wikipedia, il secondo è l’articolo della Angeli):

Cortesia di @FabioMontale

Indovinate quali sono le differenze?

Ora, intendiamoci, non è che sia propriamente un reato da ergastolo, quello della Angeli. Non è nemmeno un peccato veniale, per carità, ma interpolare un brano tratto dal web in un contenuto originale proprio senza citare la fonte mi pare, almeno almeno, una caduta di stile. E cadute di stile Federica Angeli, fino ad ora, non ne ha mai fatte.

Amen.

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La bella persona di Federica Angeli

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federicaangeli

Io fino a due ore fa questa donna non sapevo nemmeno che esistesse, figuriamoci chi fosse.

Lo so, sono un infingardo.

Poi su Twitter ho letto una notizia che la riguarda. E cioè che con quella di oggi fanno 105 procedimenti contro di lei per diffamazione vinti. Cioè, io per UN caso di presunta diffamazione mi sono letteralmente disperato per un anno e mezzo rovinandomi la vita e rovinandola a chi mi stava intorno, e questa ragazza del ’75, giornalista dal cuore puro, ne ha affrontate ben 105. E senza perderne nemmeno una (che, voglio dire, nella diffamazione ci è inciampato perfino Marco Travaglio). Che non è chiaro se siano esattamente 105 cause, 105 udienze, 105 processi, quanti siano andati in sentenza definitiva passata in giudicato, quanti in sede civile e quanti in sede penale, ma 105 è sempre un numero altissimo, superiore alla capacità di sopportazione di ogni essere umano.

Fa inchieste di cronaca nera e giudiziaria. Si è occupata delle relazioni tra la criminalità organizzata di Ostia e la pubblica amministrazione, e dal 17 luglio 2013 vive sotto scorta per essere stata minacciata di morte (alla sede del Fatto Quotidiano le è stata perfino recapitata una busta con una pallottola dentro). Dalle sue inchieste e dalle sue denunce sono scaturiti processi e operazioni di polizia giudiziaria.

Come minimo dovevo comprare un paio di suoi libri. Sono andato su Amazon e ho ordinato un vecchio titolo venduto ancora a poco più di 8 euro (avete mai trovato un libro di carta di normale distribuzione a meno di 9 o 10 euro? Io no). Si tratta di “Rose al veleno”, scritto insieme a Emilio Radice. Poi ho ordinato anche “A mano disarmata”, uscito quest’anno, ma su Amazon non lo avevano disponibile (son due volte che mi dànno buca!) e me lo fanno spedire da Hoepli. Facciano un po’ come gli pare, basta che arrivi e presto.

Perché una persona come Federica Angeli è una di quelle che vale la pena di essere incontrata. Ovunque.