World Business Mail: per non ricevere lo spamming e’ necessario scrivere in India

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Ultimamente sto ricevendo un (bel) po’ di spamming  che vale la pena di essere analizzato.

I mittenti "apparenti" sarebbero grandi aziende italiane (l’ultima mail di spam che ho ricevuto sembra provenire da "TeleTu"), ma il tutto è da ricondurre alla Newsletter di WorldBusinessMail (un nome una garanzia!), come è regolarmente scritto in fondo alla proposta pubblicitaria, che recita, per l’appunto "State ricevendo questo messaggio in quanto siete iscritti gratuitamente alla newsletter di WorldBusinessMail".

Ora c’è un piccolo problema: io non mi sono mai iscritto a WorldBusinessMail.

Poco male, c’è il link dedicato all’informativa sulla privacy e penso di avviare tutte le procedure per farmi rimuovere. Anche perché, come è da immaginare, il link della disiscrizione automatica non solo non funziona, ma non fa altro che confermare che il mio indirizzo è realmente esistente, ma del resto quelli di WorldBusinessMail non dovrebbero averne dubbi.

L’informativa sulla privacy sembra dare sicurezza. Si citano le normative in tema di protezione dei dati personali vigenti in Italia, fino a dire che:

"Per qualsiasi problema o questione relativa ai suoi dati personali, la invitiamo a contattare l’incaricato per la conformità dei dati personali WorldBusinessMail al seguente indirizzo:

WorldBusinessMail

Tuticorin, Tamil Nadu 628001 India"


Insomma, per non essere più disturbato uno deve scrivere in India, dove, naturalmente, le leggi italiane non valgono e, quindi, c’è poco da attaccarsi al Garante della Privacy.

Ma c’è di più: "WorldBusinessMail trasmetterà i dati dell’utente a suoi partner commerciali per permettere l’invio delle offerte promozionali potenzialmente interessanti. La mancanza di un rifiuto da parte dell’utente implica automaticamente il suo consenso a tale uso e divulgazione dei suoi dati personali."
Come sempre il fatto che non si dica "no" corrisponde automaticamente a un "sì".
Mi ricorda il primo film dell’ottimo Francesco Nuti ("Madonna che silenzio c’è stasera!") che in una disputa surreale asseriva che chi tace non acconsente, chi tace sta zitto.

La pubblicita’ radiotelevisiva del Registro Pubblico delle Opposizioni

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C’è una pubblicità strana, insinuante, sciropposa e fuorviante.

Non so se l’avete vista, è quella del Ministero dello Sviluppo Economico relativa al Registro delle Opposizioni.

Il Registro delle Opposizioni è una roba da girone dantesco. E’ un coso di proporzioni elefantiache e di una assoluta inutilità che dovrebbe servire a preservare il cittadino dal Telemarketing Selvaggio.
Tutto questo perché il Parlamento ha approvato un provvedimento che permette alle aziende di pescare liberamente i numeri telefonici degli abbonati dagli elenchi per offrire pubblicità.

In breve, per calpestarci i testicoli coi tacchetti a spillo con offerte telefoniche ("Ma come, non mi dica che Lei paga ancora il Canone Telecom…") di ogni genere, non c’è bisogno che chi ci chiama disponga del nostro consenso a farlo (come dovrebbe accadere in ogni Paese che sia vagamente "normale"), no, basta essere inseriti nell’elenco degli abbonati al telefono.

Cioè, il solo fatto di comparire sull’elenco rende legittimo il continuo percussionismo scrotale.

Se uno NON vuole essere disturbato, i casi sono due:
a) o si fa cancellare dall’elenco telefonico (ma occhio che gli elenchi telefonici vecchi sono sempre una fornte inesauribile di dati, e non tutti vanno al macero);
b) o si iscrive, appunto, all’inutile Registro delle Opposizioni.

Inutile perché se io NON voglio un servizio lo chiedo a chi me lo offre, non devo iscrivermi proprio a un bel niente.

Ma la pubblicità telefisiva deve comunque servire per far conoscere il coso delle opposizioni in questione.

Ci sono due che formano (o dovrebbero formare) la classica coppia comica, solo che non fanno ridere nessuno. Dicono "Tu… tu…" per intendere sia il "tu" pronome personale che il segnale di occupato del telefono.
Figuratevi, battute del genere le faceva il Club di Topolino negli anni ’70. Le pubblicavano su "Qui Paperino Quack!" Roba da farsela sotto, uno guardava il telefono e gli chiedeva "Chi è il più bello del Reame?" e poi alzava la cornetta per sentirsi rispondere "Tuuu… Tuuuu…. Tuuuuuu….", insomma, si muore dal ridere (ah, le risa!). Ecco, battutine così.

Ma il messaggio sottile e nemmeno tanto subliminale che passa è lo slogan finale: "Uomo registrato, un po’ meno informato".

Cioè: puoi registrarti, sì, perché NOI che siamo buoni te ne diamo la possibilità e così nessuno ti disturba più, però sappi che così facendo sarai un po’ meno informato di prima.

E da quando la pubblicità è informazione?? L’informazione me la dài se mi dici come si fa una determinata cosa, non se mi offri un contratto telefonico per liberarmi di Telecom e poi imbrigliarmi nelle maglie di un’altra compagnia telefonica, magari mentre sto cenando. Non è informazione, è rottura di coglioni!
L’informazione sono io che me la vado a cercare, non me la deve offrire nessuno in casa mia.

E il registro delle opposizioni me lo faccio da solo.