La Signorina Misericordia

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Il Papa ha rilasciato un’intervista a “Civiltà Cattolica”.

“Cività Cattolica” è una rivista gesuita. Il Papa è un gesuita. Praticamente si è intervistato da solo.

Dice che bisogna usare “misericordia” con le persone omosessuali e coi divorziati. Ma non si può invocare la misericordia (di Dio o degli uomini che sia) per chi è in un certo modo.
La misericordia non si usa con le condizioni.

E tutti a dire che è un segnale di apertura e di rivoluzione. La gente quando non sa quali parole usare per definire qualcosa si serve di “rivoluzione”. La “rivoluzione” è stata quella francese. O quella copernicana.

Non esiste un cambiamento effettivo nelle parole del Papa perché se si vuole continuare a somministrare i sacramenti a un gay o a una persona separata o divorziata bisogna fare i conti con il Codice di Diritto Canonico e con il Catechismo.

E’ il Papa. Cosa volete che dica? “Sì, sposati pure con una persona del tuo stesso sesso se lo desideri”? “Sei una donna in gamba, puoi essere sacerdote nella Chiesa”? “Se sei divorziata puoi risposarti in Chiesa così puoi di nuovo accedere ai sacramenti”?

Alcuni di questi malumori li ho espressi a “Tutta la città ne parla” questa mattina.

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Bergoglio: “Chi sono io per giudicarlo?”

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Non si fa altro che parlare dell’effetto rivoluzionario che le parole del Papa sugli omosessuali, pronunciate durante il suo viaggio di ritorno dal Brasile avrebbero prodotto nell’opinione pubblica.

«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?»

Dove sarebbe la rivoluzionarietà di questa frase? Quale apertura porta? La verità è che non c’è novità e che il Papa non ha detto assolutamente niente di particolarmente interessante da poter giustificare una svolta della visione dell’approccio cattolico verso gli omosessuali.

In primo luogo perché a chiunque abbia una coscienza il pre-giudizio, ovvero il giudizio preventivo, formato a monte, nei confronti dei gay come persone fa orrore.
Secondariamente perché lo stesso catechismo della chiesa cattolica prevedeva una particolare attenzione e accoglienza verso le persone omosessuali. Almeno sulla carta.

E se, poi, l’omosessuale, Dio non lo cerca perché, si veda il caso, è ateo? Dobbiamo giudicarlo? Siamo autorizzati a dare un giudizio su di lui?

Quello del giudizio, nella chiesa cattolica è un tema estremamente sensibile, addirittura portato all’esasperazione.

Ma quale sarebbe l’atteggiamento del Papa nei confronti delle legittime richieste delle persone omosessuali che vorrebbero contrarre matrimonio (immagino che un omosessuale che cerca Dio poi ambirebbe al matrimonio, e con una persona dello stesso sesso, altrimenti non avrebbe senso) e adottare dei bambini. E’ lì che la frase di Bergoglio perde completamente la sua efficacia empatica e non entra nel merito delle cose.

Qual è la risposta della chiesa cattolica a queste sacrosante istanze? Solo che la persona omosessuale deve essere rispettata? Ma questo lo sapevamo tutti.

Però se n’è parlato per due giorni, decentrando l’attenzione dai grandi argormenti di discussione per il nostro paese.

Il giudizio di distrazione di massa!

Radio Padania Libera – Niente accoltellamenti per i “culattoni”, solo calci nel culo

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Radio Padania è un canale radiofonico con trasmissioni dai contenuti a tratti preoccupanti. In questo spezzone si parla di “culattoni” attraverso l’intervento di un ascoltatore che, beninteso, non auspica l’accoltellamento e lo deplora, questo sì, ci mancherebeb anche altro, se no che razza di senso di civiltà ci sarebbe in Padania? Sarebbero veramente da deplorare, oltretutto si tratterebbe di tentato omicidio, e poi come si farebbe a difendere pubblicamente uno che ha tirato un paio di rasoiate a due omosessuali perché si scambiavano effusioni in pubblico e che si fa chiamare “Svastichella”? Eh, non si può, dài… Due calci nelle palle, ecco, quello sì, quello sarebbe più giusto…

La registrazione è del 24 agosto 2009.

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