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La Presidente della II Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti (PD) ha scritto ieri alla Presidente della Camera Boldrini.
Nella lettera comunicava le ragioni del rinvio dei lavori della commissione ed esprimeva il proprio convincimento che certi comportamenti posti in essere dal Movimento 5 Stelle costituiscano illecito penale.
Ora, però, se un deputato ha notizia di un fatto ed è convinto che quel fatto sia penalmente punibile non scrive al Presidente della Camera, va direttamente all’ufficio di polizia di Montecitorio, sottoscrive una formale denuncia e la magistratura se ne occupa.
Poi, certo, comunicherà alla Presidente il perché e il percome la commissione non si è potuta riunire e, se del caso, la Presidente prenderà provvedimenti disciplinari.
Mi risulta infatti che la Boldrini sia laureata in giurisprudenza ma che in questo momento non svolga la funzione di magistrato giudicante.
Quindi non è del Presidente della Camera il compito di perseguire i reati.
La nota della Ferranti, quindi, rappresenta un po’ l’ennesimo tentativo di gridare “al lupo! al lupo!!” senza che si sappia quali di questi comportamenti infrangerebbero, a suo dire, le norme del codice penale (cos’è successo, chi è stato e in quali circostanze).
Che non è esattamente una bella cosa in un momento di una tale fragilità per la democrazia parlamentare.