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Confesso di non aver mai letto un romanzo di Philip Roth.
Così, quando sul “Corriere della Sera” è apparsa la notizia di una disputa con Wikipedia che lo vedeva protagonista mi sono sentito un po’ in colpa. Ma “io so’ uno a leggere e chelli so’ milioni a scrivere”.
Motivo del contendere, la voce della Wikipedia inglese dedicata al romanzo di Roth “La macchia umana” in cui si affermava che la storia del protagonista Coleman Silk fosse stata ispirata dalla vicenda umana dello scrittore Anatole Broyard.
Roth interviene e rivendica, con una lunga dissertazione, la diversità della sua fonte ispiratrice e degli elementi che hanno concorso a creare quel personaggio. Dovrebbe saperne qualcosa visto che lui stesso è l’autore del libro di cui si parla. E infatti Roth chiede una correzione, ma gli amministratori gli rispondono che lui non è una fonte attendibile.
Allora Roth trasferisce tutta la dissertazione su New Yorker, e, come per miracolo, la voce viene corretta e Roth diventa nuovamente una fonte degna di Wikipedia.
La storia di Roth non è un “unicum”. In Italia c’erano già stati Umberto Eco e Piergiorgio Odifreddi a essere stati snobbati dagli “amministratori” onniscenti, e per questioni di tipo personale non esattamente importantissime ed essenziali ma indubbiamente false e non verificate.
L’enciclopedia su cui i nostri figli studiano (o, meglio, che utilizzano per i loro copia-incolla) non si basa, dunque, sui fatti, che possono essere veri o falsi, ma sulla credibilità delle fonti. Roth non è credibile in quanto Roth, ma le notizie che lui riporta vengono pubblicate dal New Yorker e nel momento in cui lo sono diventano fonte primaria. Non prima, evidentemente.
L’errore (“…un errore entrato in Wikipedia non dal mondo della verità ma dal bla bla del pettegolezzo letterario”, scrive Roth) non è tale in quanto tale, ma è errore finché nessuno lo smentisce. E il fatto che a smentirlo sia la persona che di quell’argomento sa più di chiunque altro sulla terra non basta di per sé.
La verità per Wikipedia non esiste. Esiste quello che la comunità vuole venga spacciata come tale. Wikipedia non è una collezione di informazioni, è la proiezione gigantesca di un immaginario collettivo che scarta i dati veri culturalmente utili proprio perché chi fa cultura non può più farla attivamente, diventa solo oggetto passivo della trattazione. L’enciclopedia libera non cita tra gli autori della voce lo stesso Philip Roth. Perché va bene avere torto, ma dare a qualcuno che non siano i volontari il merito di aver contribuito a fare chiarezza sembra francamente un po’ troppo.
https://www.valeriodistefano.com/wp-content/uploads/2012/09/The-Human-Stain.pdf