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BARBIANA (FIRENZE) – A quasi cinquant’anni dalla condanna vaticana per il saggio «Esperienze Pastorali» la Fondazione Don Milani chiede la riabilitazione formale per il fondatore. La richiesta è stata spedita al Papa da Michele Gesualdi, presidente della Fondazione Don Milani, che ha annunciato la richiesta durante la visita di Walter Veltroni e Dario Franceschini a Barbiana. Gesualdi ha scritto una lettera a Benedetto XVI: «A nome e per conto della Fondazione don Lorenzo Milani – scrive rivolto al Pontefice – mi permetto di chiederle in occasione del 40esimo anniversario della morte di don Milani, un gesto di riconoscimento a nome della Chiesa per l’opera e l’insegnamento di don Lorenzo, esplicitando la decadenza formale del provvedimento del Sant’Uffizio contro Esperienze Pastorali».
Don Lorenzo Milani è morto da 40 anni. Sono andati a fargli omaggio in pochi, giusto Veltroni, non si sa se per buonismo irriducibile e coatto, ma qualcuno si è ricordato che per rendere giustizia al Priore di Barbiana c’è ancora qualcosa che non torna, quella macchia che il Sant’Uffizio ha voluto versare sulla personalità del prete che ha reso la scuola degna di questo nome.
E dopo 40 anni, vorrebbe, giustamente, vedere quanto meno il nome di Don Milani completamente scevro da condanne ecclesiastiche di qualsivoglia fattura.
Ora, però, si dà il caso che il penultimo capo del Sant’Uffizio sia stato proprio l’attuale Pontefice.
Ratzinger è stato a capo della Congregazione per la Dottrina della Chiesa per un numero di anni sufficiente a farlo cadere nel dimenticatoio.
La scuola italiana, nel frattempo, ha avuto modo di avere tra i suoi ministri la Falcucci, Berlinguer, la Moratti e Fioroni. A Don Milani nemmeno un riconoscimento per l’alto valore educativo del suo operato.
E dopo 40 anni, vorrebbe, giustamente, vedere quanto meno il nome di Don Milani completamente scevro da condanne ecclesiastiche di qualsivoglia fattura.
Ora, però, si dà il caso che il penultimo capo del Sant’Uffizio sia stato proprio l’attuale Pontefice.
Ratzinger è stato a capo della Congregazione per la Dottrina della Chiesa per un numero di anni sufficiente a farlo cadere nel dimenticatoio.
La scuola italiana, nel frattempo, ha avuto modo di avere tra i suoi ministri la Falcucci, Berlinguer, la Moratti e Fioroni. A Don Milani nemmeno un riconoscimento per l’alto valore educativo del suo operato.