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Sì, certo, come no, è l’extrama ratio, la mossa che nessuno si aspetterebbe mai e che nessuno vorrebbe mai debba essere portata avanti, ma gli inquirenti che indagano sull’ennesimo pistolotto-telenovela interminabile, potrebbero anche battere la pista dell’audizione della figlia della vittima, una bambina di 18 mesi che chissà quali elementi fattivi potrà dare all’inchiesta, probabilmente qualche ciuccio sbavato, qualche bavaglio impataccato, un pannolino da cambiare e il contenitore vuoto in cui potrebbe venire perfino inserita questa ingiustizia per arrivare alla Giustizia, per giungere a un quadro accusatorio prima e probatorio poi che, finalmente, metta via l’unica realtà finora conclamata: non è stato cavato un ragno dal buco.
Solo che qui c’è di mezzo una bambina. Di diciotto mesi. E, con il dovuto rispetto (che si traduce spesso e volentieri nell’inevitabile dubbio), che si evitino completamente traumi a quell’età, è tutto da dimostrare, così come è da dimostrare che l’esito dell’audizione potrebbe dare una svolta decisiva verso l’individuazione del responsabile, perché c’è una bambina che ha perso la madre e già questo è un trauma, se poi andiamo a rischiare una situazione psicologica peggiore per scoprire che è stato il maggiordomo nel vestibolo con il candelabro siamo arrivati al capolinea.
Solo che qui c’è di mezzo una bambina. Di diciotto mesi. E, con il dovuto rispetto (che si traduce spesso e volentieri nell’inevitabile dubbio), che si evitino completamente traumi a quell’età, è tutto da dimostrare, così come è da dimostrare che l’esito dell’audizione potrebbe dare una svolta decisiva verso l’individuazione del responsabile, perché c’è una bambina che ha perso la madre e già questo è un trauma, se poi andiamo a rischiare una situazione psicologica peggiore per scoprire che è stato il maggiordomo nel vestibolo con il candelabro siamo arrivati al capolinea.