Il Ministro Mauro, Dante Alighieri e Fabrizio De André

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Il ministro Mauro ha tentato di citare Dante. O forse De André.

Non sono la stessa cosa, d’accordo. Quindi facciamo un po’ d’ordine.

La frase riportata dal ministro è: “più che l’onor poté il digiuno” e l’ha attribuita a Dante correggendosi poco dopo (“o forse era De André”).
Sì, era De André-Villaggio. La citazione è tratta da “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” (“ma più dell’onor poté il digiuno/fremente l’elmo bruno/il Sire si levò“).

Il verso di Dante è contenuto nel 33° canto dell’Inferno (quello del Conte Ugolino, per intenderci) in corrispondenza della morte di Gaddo della Gherardesca.

Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid’ io cascar li tre ad uno ad uno
tra ‘l quinto dì e ‘l sesto; ond’ io mi diedi,

già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno».

Prego, signor Ministro!

Il diritto di critica non può escludere il Quirinale

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Il diritto di critica è espressione diretta di quel diritto alla libertà di parola sancito dalla Costituzione.

Nessuno può essere esente dal diritto di esprimere una posizione critica, così come nessuno può essere esentato dall’essere oggetto (reale o potenziale) della critica stessa.

Diritto di critica non è diritto di diffamazione, anche se troppo spesso “critica” e “diffamazione” vengono confuse in un mix pericolosissimo.

E il diritto di critica non può, a maggior ragione, non riguardare atti, discorsi, pronunciamenti, dichiarazioni alla stampa e aspetti contenutistici di quello che fa il Quirinale, sia nella dimensione della Presidenza della Repubblica come istituzione, sia in quella del Presidente della Repubblica come persona.
Per il semplice fatto che non possono esistere nulla e nessuno, che non siano di un qualche pubblico interesse, su cui non si possa parlare. Esiste, questo è certo, il reato di vilipendio al Capo dello Stato. Ma stiamo parlando di diritti, non di reati (e di reati di opinione si tratterebbe).

Ora, quello della critica è l’esercizio di un’opinione. E le opinioni devono restare ben distinte dai fatti e dai dati che le hanno generate. Ma sono perfettamente legittime. Continua la lettura di “Il diritto di critica non può escludere il Quirinale”