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(Roberto Maroni)
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Abbiamo una politica che, quando si tratta di esprimere dei
contenuti e di entrare nel merito delle questioni fa del suo meglio per abdicare a se stessa.216 total views
Senza, peraltro, ricordarsi di quello che lo stesso Umberto Bossi, con una serie di fini francesismi, aveva dichiarato sullo stesso Miglio:
"Poveraccio", "vecchio fuori di testa che fa un putiferio perché non gli han dato la poltrona", "me ne fotto delle minchiate di Miglio", "arteriosclerotico, traditore", "Ideologo? No, panchinaro", "una scoreggia nello spazio" (cit. in: Marco Travaglio, Miglio col bene che ti voglio, l’Espresso 24 aprile 2009)
Cos’è che è di pregiudizio per la Lega, quello che ha detto Saviano o la citazione di Miglio?
Non si sa bene, ma Maroni prosegue imperterrito: "Ho chiesto al Cda della Rai il diritto di replica".
Ma la replica de che? Una critica è tale perché rappresenta il pensiero di chi la muove, non si sa bene che cosa voglia replicare: replica a una frase di Gianfranco Miglio? A una citazione?? A un dato di fatto???
Perché il punto è questo, il governo morente e uscente (che, tuttavia non uscirà e non morirà tanto presto, sarà un’agonia lunga e dolorosa -per il popolo italiano, beninteso-) sta distorcendo la realtà cercando di negare l’innegabile, ovvero che Gianfranco Miglio abbia detto quelle cose. E non pare proprio che la redazione de "il Giornale" le abbia smentite.
Allora: "Chiedo risposta anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite"
Non c’è nulla di peggio di chi si renda portavoce del pensiero e della sensibilità altrui. Dove sono le "insinuazioni gravissime"? A quali frasi si riferisce Maroni? Non è dato di saperlo. Quello che è chiaro è che vuole il "palcoscenico", unico strumento mediatico e di propaganda utilizzato anche dal suo Reggente.
Alla RAI gli hanno risposto picche, che non se ne fa di nulla, nessun diritto di replica, nichts, nata, rien de rien, raus, zò i man da la verzüra! Loris Mazzetti ha dichiarato: "Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, che si rivolga direttamente alla magistratura"
E allora lui si è rivolto al capo dello Stato. Che, voglio dire, come ragionamento non fa una piega. "Giro al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato la questione, se la Rai deciderà di negarmi il diritto di replica a Saviano".
E’ come rivolgersi al tappezziere, alla ferramenta e all’elettrauto perché al banco della salumeria del supermercato si sono rifiutati di darci un etto di prosciutto crudo.
Come replica a Saviano, così ottenuta, varrebbe poco.
Come show probabilmente sarebbe più divertente di Fazio in vestito gessato marrone (così ci è sembrato alla televisione!).
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(Roberto Maroni sulla istituzione del reato di immigrazione clandestina, 25 settembre 2009)
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A sostegno della tesi del Maroni interviene la senatrice Maria Burani Procaccini: “Io col Maroni ho sempre lavorato a gomito stretto, abbiamo condiviso molto di più delle semplici idee politiche e delle copulazioni, perciò mi sento in dovere di affermare che lo amo e a Giugno ci sposeremo con rituale celtico, sacrificando agli dei la sua attuale moglie.” E i bambini? “I bambini? Quali bambini? Ah si, ne avremo molti.”
Nessuna dichiarazione invece dal Ministro della Chirurgia Plastica Mara Carfagna, a quanto pare si sarebbe riservata del tempo per pensarci su, si aspetta una sua risposta verso la fine del febbraio 2011. Al telefono azzurro risponde invece solo la segreteria telefonica.
da: NonNotizie
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Continuando la disamina dei ministri del neo-governo Berlusconi (operazione che richiederà un po’ di tempo, considerata la variegata entità dei personaggi in questione), occupiamoci di Roberto Maroni, detto Bobo, nato a Varese il 15 marzo 1955, segno zodiacale Cassoela.
E’ stato condannato a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale (ha tentato di mordere la caviglia a un poliziotto). In primo grado era stato condannato a otto mesi.
Ora, dopo una parentesi artistica nel Gruppo Folk "Bobo e i suoi Maroni" (v. foto) è Ministro dell’Interno per la seconda volta.