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Il Partito Democratico ha impallinato Lusi perché non poteva fare altro, stretto tra l’uscita dall’aula del PDL da una parte (mossa umanamente bieca e volgare ma politicamente astuta) e volto palese dall’altra.
Sono rimasti quasi soli a mandare in galera uno che si era presentato nelle loro liste nel 2008 e che è stato spedito nel limbo del Gruppo Misto non appena si è cominciata a sentire puzza di bruciato, ben consapevoli com’erano di quello che arrostiva sul fuoco.
La colpa, ci mancherebbe anche altro, è di Beppe Grillo. Se non ci fosse Beppe Grillo e la sua indignata massa di persone che leggono “il Fatto Quotidiano” e che ce l’hanno con i privilegi della Casta (ma quarda un po’ questa gente che s’indigna contro chi la rappresenta e legge anche quello che vuole, ma come si permette???) non avrebbe fatto tutta questa paura al Parlamento, che sarebbe stato libero di salvare anche Lusi.
Il vero capro espiatorio, dunque, non è Lusi, ma Grillo, a cui vengono attribuiti poteri che non ha. Non esiste “il sacrificio di uno per salvare tutti”, il Partito Democratico lo sa benissimo di essere in profonda crisi e che anche se risultasse il primo partito d’Italia non governerebbe più di sei mesi.
E’ un sistema che cade a pezzi e invece di spostarsi per prendere i calcinacci in testa vuol farci credere che piove.