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E con gioia ed emozione e perfino cor un filino di prosciutto in mezzo ai denti che mi appresto a festeggiare il cinquantesimo genetliaco di Federico Maria Sardelli.
La circostanza m’ingenera un gocciolino di giramento di coglioni, giacché, se Egli è 50enne, a me mi ci manca uno sputo, e quindi seddercaso mi tasto parecchio i succitati giranti.
Massì, dà gusto, gioia e cartelle esattoriali del gàsse. E’ come miele che scende sulla barba di Aronne, è come il mignolino che sbatte contro lo spigolo, come il gomito che picchia sul bracciòlo della poltrona (sòcera) degnare il Nostro dell’augurio più fervido e dell’auspicio più sussiegoso e pieno di invidia.
Perché lui è bravo e ineguagliabile. Sia che si dedichi a cazzate immonde, sia che si occupi del catalogo delle opere vivaldiane. Perché lui guarda tutti con supponenza (specialmente le mezze seghe cui può affibbiare due stiaffi dati bene), sia che si trovi nell’adottiva Firenze, sia che vada in giro per l’Europa assieme all’Ensemble Modo Stytiquo da lui fondato, a spifferare musica barocca. Perché se dice che lui Bach non se lo fila nemmeno di mezza pezza, niuno osa replicargli (macché, tutti zitti, chéti e vigliacchi!!), mentre se lo dico io mi piglian tutti per le terga? E come mai se lui prende un foglino di carta e una pennina fa un mezzo capo di lavoro, sia che dipinga, che componga o che faccia gli schizzi propedeutici ai tatuaggi sul torace smerigliato, mentre se lo faccio io mi vien fuori un gran troiaio? Perché lui è l’unico che è riuscito a trombarsi Luana la Bebisitter mentre io no??
No, via, basta, mi son rotto i coglioni di festeggiare il compleanno del Sardelli, m’importassai a me dei suoi cinquantanni, m’ha rovinato il ferragosto, malidett… natodanc… guarda lì, son sempre le quattremmezz…
