
432 total views
Era molto tempo che non vi parlavo più di Paolo Attivissimo.
Oggi mi sento molto più diligente rispetto al passato.
L’Università del Salento lo ha invitato per inaugurare l’anno accademico della Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica, nell’ambito della Traduzione tecnico-scientifica e dell’interpretariato. Parlerà (tra poche ore, ormai) sul tema “Traduzione brevettuale: tecniche ed esperienze”. Sotto al nome di Paolo Attivissimo, nella locandina che vi riproduco, è riportata la dicitura “Traduttore brevettuale professionista“.
Ora, però, si dà il caso che Paolo Attivissimo non abbia neanche la laurea in lingue, ma un semplice diploma di Liceo Linguistico.
Mi si dirà che non occorre una laurea per andare a fare una conferenza di inizio anno accademico. Cioè che non c’è nulla di strano o di inusuale se un non laureato va a fare lezione a persone che, verosimilmente, si laureeranno di lì a pochi anni.
Ma certo che no. Infatti la questione non è legata all’ambito della legalità o della possibilità materiale, ma dell’etica.
In Italia una non laureata è stata per mesi e mesi Ministro della Pubblica Istruzione e dell’Università. In Italia il Ministro del Lavoro nonché vice Presidente del Consiglio ha il diploma di Liceo Classico. In Italia l’altro vice Presidente del Consiglio nonché Ministro degli Interni ha, pure, il diploma di Liceo Classico conseguito con la valutazione di 48/60 dopo, però, aver partecipato a “Doppio Slalom”, condotto da Corrado Tedeschi nel 1993.
In Italia Paolo Attivissimo, non laureato, ma, da quello che mi dice lui stesso, di madrelingua italiana e inglese, con 32 anni di esperienza nel settore della traduzione, e nessuna lamentela da parte dei suoi clienti, può andare ad aprire l’anno accademico di un corso di laurea Ateneo nazionale.
E’ un reato? Ma no, ci mancherebbe anche altro il contrario! E’ una cosa che non si può fare? No, del resto se abbiamo dato una laurea honoris causa a Valentino Rossi è segno che in Italia si può fare di tutto. E’ una cosa inopportuna? Sì, ecco, inopportuna è proprio la parola giusta. Perché, diciamocelo fuori dai denti, quanti di noi sarebbero disposti a farsi operare da un “chirurgo” con 32 anni di esperienza sul tavolo operatorio, senza nessuna lamentela, ma senza la laurea in medicina?
E’ la stessa cosa. Ma nel paese del “valàchevaibene” tutto è possibile. Ma perché una laurea è importante? Perché anni di studio non si sostituiscono con la mera esperienza, ma soprattutto perché se non si studia le cose non si sanno, ecco perché.
Solo che, a dirglielo, Paolo Attivissimo si adira. E per la seconda volta mi butta fuori dai suoi possedimenti telematici. Ormai è più prevedibile del M5S al Governo o di un insulto generalizzato di Burioni.
