Paolo Attivissimo all’Università del Salento

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Era molto tempo che non vi parlavo più di Paolo Attivissimo.

Oggi mi sento molto più diligente rispetto al passato.

L’Università del Salento lo ha invitato per inaugurare l’anno accademico della Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica, nell’ambito della Traduzione tecnico-scientifica e dell’interpretariato. Parlerà (tra poche ore, ormai) sul tema “Traduzione brevettuale: tecniche ed esperienze”. Sotto al nome di Paolo Attivissimo, nella locandina che vi riproduco, è riportata la dicitura “Traduttore brevettuale professionista“.

Ora, però, si dà il caso che Paolo Attivissimo non abbia neanche la laurea in lingue, ma un semplice diploma di Liceo Linguistico.

Mi si dirà che non occorre una laurea per andare a fare una conferenza di inizio anno accademico. Cioè che non c’è nulla di strano o di inusuale se un non laureato va a fare lezione a persone che, verosimilmente, si laureeranno di lì a pochi anni.

Ma certo che no. Infatti la questione non è legata all’ambito della legalità o della possibilità materiale, ma dell’etica.

In Italia una non laureata è stata per mesi e mesi Ministro della Pubblica Istruzione e dell’Università. In Italia il Ministro del Lavoro nonché vice Presidente del Consiglio ha il diploma di Liceo Classico. In Italia l’altro vice Presidente del Consiglio nonché Ministro degli Interni ha, pure, il diploma di Liceo Classico conseguito con la valutazione di 48/60 dopo, però, aver partecipato a “Doppio Slalom”, condotto da Corrado Tedeschi nel 1993.

In Italia Paolo Attivissimo, non laureato, ma, da quello che mi dice lui stesso, di madrelingua italiana e inglese, con 32 anni di esperienza nel settore della traduzione, e nessuna lamentela da parte dei suoi clienti, può andare ad aprire l’anno accademico di un corso di laurea Ateneo nazionale.

E’ un reato? Ma no, ci mancherebbe anche altro il contrario! E’ una cosa che non si può fare? No, del resto se abbiamo dato una laurea honoris causa a Valentino Rossi è segno che in Italia si può fare di tutto. E’ una cosa inopportuna? Sì, ecco, inopportuna è proprio la parola giusta. Perché, diciamocelo fuori dai denti, quanti di noi sarebbero disposti a farsi operare da un “chirurgo” con 32 anni di esperienza sul tavolo operatorio, senza nessuna lamentela, ma senza la laurea in medicina?

E’ la stessa cosa. Ma nel paese del “valàchevaibene” tutto è possibile. Ma perché una laurea è importante? Perché anni di studio non si sostituiscono con la mera esperienza, ma soprattutto perché se non si studia le cose non si sanno, ecco perché.

Solo che, a dirglielo, Paolo Attivissimo si adira. E per la seconda volta mi butta fuori dai suoi possedimenti telematici. Ormai è più prevedibile del M5S al Governo o di un insulto generalizzato di Burioni.

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“Sono quasi pronto per il Nobel per la Letteratura” (Paolo Attivissimo)

 

E’ uscito Aristotele al classico. Nooooo, e ora?

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E va beh, come seconda prova dell’esame di Stato è “uscito” (che poi a me questa moda di usare il verbo “uscire” in questo contesto mica piace tanto) un brano di Aristotele al classico.

E tutti a dire “Eh, ma Aristotele è uscito solo 3 volte in 40 anni”, applicando a una prova d’esame quell’atteggiamento deterministico e cabalistico che è tipico dei giocatori incalliti del Lotto (“il 14 non è uscito sulla ruota di Firenze da 120 settimane…”) o degli scommettitori degli eventi calcistici (“la Juventus non perde sul campo dell’Albinoleffe da 98 anni…” -e te credo!-). Poi si è detto che “la traduzione era difficile”. Può darsi. Ma è pur sempre un esame di Stato, su qualcosa andranno pure testate le capacità di questi candidati. E poi? Poi “Aristotele era inatteso”. E va beh, ma allora che cosa vi aspettavate, un compito per la costruzione di un ponteggio per un’opera di ingegneria idraulica? E’ il liceo classico, vivaddio, e Aristotele, come la metti la metti, è pur sempre Aristotele. Cioè materia per licei classici, appunto. Dice “Ma era noioso!” E certo, lo sanno tutti che leggere Aristotele corrisponde, spesso, all’equivalente di una pedata nei coglioni, ma non è mica detto che nella difficile arte del tradurre si debba sempre e per forza divertirsi!

Per cui Aristotele va bene, no? Ecco, direi proprio di sì (e zitti!)

Insegnanti del Liceo Classico “Giulio Cesare” di Roma querelati dall’Associazione Pro Vita Onlus

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COMUNICATO STAMPA 17-2014

L’associazione Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus hanno presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma una denuncia per i reati previsti e puniti dagli artt. 528 e 609 quinquies del Codice Penale, aggravati ex art. 61, primo comma, n.9 del medesimo Codice, commessi da insegnanti del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma.

In attuazione del documento dell’U.N.A.R., Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, che va sotto il nome di Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), il quale prevede, tra l’altro, l’«arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari», alcuni docenti del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, nelle prime classi del ginnasio (frequentate quindi da studenti di età compresa tra i quattordici – e forse qualcuno di tredici – ed i sedici anni), gli allievi sono stati obbligati a leggere un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo “Sei come sei” della scrittrice Melania Mazzucco (Edizioni Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico.

Uno dei brani contestati, in particolare, è quello contenuto nelle pagine 126 e 127 del citato romanzo, in cui testualmente si legge: «(…) Nessuno avrebbe mai sospettato che quel muscoloso, ruvido, stopper della squadra di calcio dell’oratorio (…) la notte si stancava la mano sulle foto di Jimi Hendrix, Valerij Borzov e Cassius Clay. Pure, benché sapesse che Mariani Andrea non soltanto lo avrebbe respinto ma anche tradito e sputtanato, un pomeriggio, quando dopo la partita indugiò nello spogliatoio e si ritrovò solo con lui, Giose decise di agire – indifferente alle conseguenze. Si inginocchiò, fingendo di cercare l’accappatoio nel borsone, e poi, con un guizzo fulmineo, con una disinvoltura di cui non si immaginava capace, ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l’uccello in bocca. Aveva un odore penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita».

Si tratta di divulgazione di materiale dichiaratamente osceno, che non può non urtare la sensibilità dell’uomo medio, specie se si considera che tale divulgazione era diretta ad un pubblico composto da minorenni.

Il PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato

La Luxuria di vivere adesso questo tempo sbandato

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Al Liceo Classico Muratori di Modena è già la terza volta che salta un incontro sui temi della transessualità con Vladimir Luxuria.

Premetto che Vladimir Luxuria non mi è esattamente simpatico. Lo trovo eccessivo in certe sue manifestazioni, ma questo è un mio punto di vista personale. Come è personale la mia decisione di chiamarlo al maschile, perché uomo è e non vedo perché sposare a tutti i costi la retorica di chi vuol fare il ganzino o la pottina incipriata declinandolo al femminile e mostrando, absit iniuria verbis, quella faciloneria amicale di facciata che vuole a tutti i costi il “chiunque” (così nominato dalle nostre leggi) a portata di pacca di spalla.

Ma ciò premesso il punto è un altro. L’incontro con il succitato Luxuria è saltato perché una cinquantina di genitori di alunni (quanti di loro minorenni?) hanno contestato l’assenza di un rappresentante della chiesa cattolica per il necessario “contraddittorio”, temendo che “un tema così delicato potesse influenzare profondamente i ragazzi”, se trattato in maniera “parziale e ideologica”.

Il “contraddittorio” è una delle tante balle che abbiamo inventato per perdere tempo o per prenderne.

Se i ragazzi del Muratori di Modena avessero organizzato un’Assemblea di Istituto sul tema “Scienza e fede, due posizioni a confronto” era comprensibile. Si chiama lo scienziato, il prete, un moderatore, li si fa azzuffare sul parquet della palestra e si fa il tifo per l’uno o per l’altro.

Ma qui c’era solo il desiderio dei ragazzi di confrontarsi con l’esperienza di vita di una persona. Punto. Nient’altro. Che minchia di contraddittorio vogliono costoro? Cosa vogliono contraddire, la vita di una persona? Il come questa persona si sente, agisce, parla, si muove, pensa? Da quando in qua l’intima essenza di una persona deve essere oggetto di contraddittorio?

Si parla di una trattazione “parziale e ideologica”. Ma certo che lo è, e non potrebbe essere diversamente. Luxuria ha una visione parziale (la sua) e ideologica (quella delle sue idee). Succede così molto spesso, nella scuola, anzi, più volte ogni giorno. Ogni volta che un insegnante comincia a spiegare un argomento. Se un professore di storia formazione comunista spiega la Riforma Protestante mica ha il cattolico che fa il contraddittorio e la spiega a modo suo (che poi, casomai, nel caso della Riforma Protestante dovrebbe avere il Valdese, come minimo). Quando il professore di Religione tratta tematiche delicate mica ha in classe l’ateo di rimbalzo che gli spiega la sua visione del mondo! anzi, probabilmente ci sono anche dei genitori che trovano questo perfettamente normale.

La preoccupazione maggiore la desta il fatto che se si muovono 50 famiglie sul totale degli alunni di un Liceo Classico l’attività didattica si blocca. La scuola in mano ai genitori è quanto di più deleterio e antidemocratico si possa concepire, fuori dall’idea di uno stato di diritto e da quella della libertà di insegnamento.

Esame di Stato: esce Aristotele alla seconda prova scritta del classico. Stupore e meraviglia.

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All’Esame di Stato, che una volta si chiamava “maturità”, è uscito Aristotele alla seconda prova scritta del classico.

Ed è subito notizia. Il “Corriere” nella versione on line parla di “sorpresa”, e aggiunge che Aristotele mancava dalla prova scritta dell’esame di Stato dal 1978. Dunque c’erano alte possibilità che uscisse, prima o poi. E, comunque, gli studenti lo avevano “ampiamente previsto”.
Con la notizia ha aperto, alle 11, anche la quotidiana puntata del programma “Radio Tre Scienza”. Naturalmente era un “la” da intonare per poi parlae d’altro. Ma intanto Aristotele c’era.

E’ incredibile questa visione dell’Esame di Stato come una sorta di càbala probabilistica, come risultato di una serie di previsioni, come se si trattasse di azzeccare una ambata pluriritardataria su una determinata ruota del gioco del lotto.

“Aristotele che esce al classico?” Eh, sì, è uscito greco scritto, Aristotele scriveva in greco, qual è la “sorpresa”? Dov’è la “straordinarietà”? In che cosa risiede la “notizia”? Suppongo che allo scritto di spagnolo per il liceo linguistico sia uscito un brano di un autore o giornalista di lingua spagnola. Eppure nessuno scrive “che sorpresa!!”, “ma tu guarda!!!”, “non ce lo aspettavamo proprio…”.

In Italia si cade dal pero sull’ovvio. Forse perché l’ovvio non lo prende mai in considerazione nessuno.