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L’altro giorno sono andato a fare la spesa al supermercato, e mentre aspettavo il mio turno, con una fila da emporio dell’ex Unione Sovietica, per comprare un po’ di pane e un paio di mozzarelle, l’altoparlante ha diffuso una canzonetta di Jovanotti che si autocompiace del fatto che sia estate (chissà poi cosa ci trovi di così bello…), che sente il mare dentro a una conchiglia e come ciliegina sulla torta di tutto il discorso ti dice anche che la liberà è un battito di ciglia. Ora, io non ce l’ho con nessuno, ma ci sono persone in Italia che per far la rima conchiglia/ciglia darebbero a bere anche l’impossibile. Un battito di ciglia è un gesto semplice, elementare. E la libertà è tutt’altro che facile a conseguirsi. La si raggiunge ogni giorno e con una tremenda e sovrumana fatica. Perché le cose vere ed autentiche costano fatica, e per Jovanotti sembra sempre essere tutto facile, maledizione, invece la vita è dannatamente complicata, ed essere liberi è un esercizio che costa uno sforzo enorme. Poi mi è venuto in mente che c’è stato quell’altro cantautore, Gaber, che cantava che “libertà è partecipazione”, dopo avere enumerato tutto quello che la libertà non è, tra cui il volo di un moscone, e va beh. Ma la libertà non è nemmeno partecipazione. Tanta gente ha partecipato alle elezioni politiche scorse con la speranza di poter essere, alla fine, un po’ più libera, e ne è uscita più prigioniera e reclusa di prima (col governo che ci ritroviamo non si scherza!). Nossignori, niente partecipazione e niente battito di ciglia, la libertà è la conoscenza. E solo quella. Se non hai la conoscenza non solo non sai un cazzo, ma, soprattutto, non SEI un cazzo. Se hai la conoscenza puoi condurre una vita dignitosa, se non ce l’hai sprofondi nel nulla. La conoscenza non è il numero di nozioni che un individuo possiede. Quello è enciclopedismo e lasciamolo a quei simpaticoni dei wikipediani che fanno le cose perché ci credono tanto, la conoscenza non è sapere quando è morto Napoleone, ma sapere come e dove andarlo correttamente a cercare nel caso si dovesse avere bisogno di quella specifica informazione. E poi leggere. Leggere tanto. Leggere sempre. Non importa che grado di studi si sia raggiunto nella vita, se vai a letto e spegni subito la luce non avrai aggiunto un mattone che sia uno a quello che conosci e che sai, se leggi un libro (naturalmente dipende tutto anche da CHE libro leggi) ci stai già lavorando. Sapere, conoscere, imparare. Credo che nella vita non ci sia altro. E la conosceza può portrare tranquillamente alla follia o alla depressione più nere, ma una vita senza conoscenza non vale nemmeno un pochino la pena di essere vissuta come tale. Tutto può essere conoscenza, dalle cose che più ci piacciono a quelle più noiose, l’importante non è questo, ma come ci si arriva, e cioè facendosi un culo come una manica di cappotto. Per intenderci, la conoscenza non è un copia-incolla: facile, lesto, pulito. La conoscenza è andarsi a cercare i libri in biblioteca o a casa, quelli che parlano di quel determinato argomento e cercare informazioni su informazioni. Non vale se qualcun altro lo fa per te, perché la conoscenza è personale. Per cui, non date retta a Jovanotti, e i battiti di ciglia riservateli alle coe che più vi dànno stupore. C’è bisogno anche di quello!