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Non compro più libri. Prima di tutto perché nella mia vita ne ho comprati abbastanza, sicuramente molti di più di quelli che potrei permettermi di leggere, in secondo luogo perché non ho più spazio in cui metterli e mi sono stufato di andare in Ancona da Ikea a comprare l’ennesima versione di Billy. Tertium, perché esistono le biblioteche che me li fanno leggere gratis, e a Roseto degli Abruzzi la Biblioteca Pubblica funziona (è una delle pochissime cose di cui non si sono accorti e che non hanno mai distrutto).
Però ho fatto un’eccezione di 9,50 euro ben spesi per “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” dell’algerino Amara Lakhous, ora disponibile nei tascabili delle edizioni E/O (un bell’editore che vale la pena di essere seguito).
Libro straordinario, e vi assicuro che non sono un razzista. Non starò qui a tediarvi con dissertazioni semplici, come la travagliata genesi di un libro che nasce in arabo e viene riscritto in italiano, come il gioco della contaminazione linguistica e del
Però ho fatto un’eccezione di 9,50 euro ben spesi per “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” dell’algerino Amara Lakhous, ora disponibile nei tascabili delle edizioni E/O (un bell’editore che vale la pena di essere seguito).
Libro straordinario, e vi assicuro che non sono un razzista. Non starò qui a tediarvi con dissertazioni semplici, come la travagliata genesi di un libro che nasce in arabo e viene riscritto in italiano, come il gioco della contaminazione linguistica e del