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Quand’ero piccino io, il frutto più esotico che c’era era il kaki (o anche “cachi”, o perfino, trivialmente, “caco”, visto che “cachi” veniva visto come un plurale). Qualcuno aveva l’albero e quando era completamente spoglio nascevano questi frutti dall’aspetto invitante (sollecitavano la curiosità, più che altro) ma dalla consistenza e dal gusto vomitevoli, così mollicci che erano, e più eran maturi e più risultavano mollicci. Si mangiavano più che altro per passare il tempo, poi il padrone dell’albero, visto che ti piacevano, già che c’era te ne regalava qualcuno da portare a casa, così se li levava dai coglioni.
Da grande, poi, furono i kiwi. Venivano dalla Nuova Zelanda, e te lì a pensare “O che cianno la frutta in Nuova Zelanda? Ma sì, in fondo son gente come noialtri!” e te li decantavano come pieni di virtù. Energetici (o quando mai è stata energetica la frutta? Avete mai visto uno mangiare una mela e poi spaccare il mondo stile Braccio di Ferro con gli spinaci??), multivitaminici, pareva che non si fosse mai visto nulla di simile al mondo, però ohibò quella buccia pelosa, parevan bestie! Ora a volte è il fruttivendolo che ti paga perché tu glieli porti via.
Ora invece ci sono i goji, che uno si guarda in giro e vede i goji, va al supermercato trova i biscotti al goji, il caffé al goji, la torta di goji, i goji son buoni, i goji fanno bene, i goji di qui, i goji di là, ma che cazzo sono questi goji non te lo spiega nessuno. Son eventi che una volta ogni 25 anni ci tocca sorbire, come l’anno santo o le nozze d’argento e d’oro dei genitori, ecco, ogni 25 anni c’è un frutto nuovo, che poi non è vero che è nuovo, perché laggiù nel paese del goji lo sanno da millenni che esistono i goji, e allora di cosa parliamo?
Di una bustina di cazzini rossi rinsecchiti a 0,99 euro al supermercato, eccco di che cosa parliamo!