Kim Jong-Il: morte di un dittatore

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La retorica della Corea del Nord, messa in piedi in anni di propaganda e ideologismo costruito giorno per giorno, ha contaminato l’informazione occidentale al momento il cui il "caro Leader" Kim Jong-Il è stato còlto da infarto, dopo una vita fatta di culto della personalità, privazioni dei mezzi primari di sostentamento del suo popolo, realizzazione di ordigni atomici, cognacchini e film porno proiettati in privato.

Qualcuno dice, sia pure virgolettando, che è morto il "caro Leader", qualcun altro accenna all’erede di Kim Il Sung (perché è normale passare sopra al passaggio filiale dei poteri plenipotenziari del paese più povero e più chiuso del mondo), giornali e televisione insistono sul video ufficiale dell’emittente ufficiale  nordcoreana in cui l’annunciatrice del telegiornale delle 12 locali si mostra in preda a una incontenibile commozione non riuscendo a trattenere le lacrime (e ci credo, perché se le avesse trattenute dopo cinque minuti chissà che fine avrebbe fatto…), sui dodici giorni di lutto proclamati, qualcuno si mette a riportare le dichiarazioni della Chiesa sudcoreana.
Per poco qualcuno ha mancato la propaganda di Pyongyang secondo la quale Kim Jong-Il avrebbe scritto oltre 1500 libri e che avrebbe cominciato a parlare all’età di due mesi. Desolante "Il Fatto Quotidiano" che conclude uno dei suoi articoli sul tema dicendo che "Rimane l’incognita del figlio Kim Jong-un, già designato come leader della Corea, ma forse la nazione può cominciare a guardare avanti con più fiducia rispetto al passato."

Ma come no, e i regali sotto l’albero li mette Babbo Natale.

Ma non c’è nessuno che osi dire e stampare che quest’omino qui era, soprattutto, un dittatore? (No, perché l’ovvio non lo scrive più nessuno…)

Mi e’ arrivato il “Pyongyang Times”

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Mi è arrivata una copia del Pyongyang Times, ne vado molto orgoglioso.

In fondo è un modo con cui la Corea del Nord guarda all’Occidente. C’è il New York Times, il Los Angeles Times, il Times e basta, loro hanno il Pyongyang Times, ecco, metteteci un toppino. Esce settimmanalmente e una copia è arrivata dalla nazione più chiusa direttamente qui in Italia, in una busta con l’indirizzo scritto a macchina (vi rendete conto? A Pyongyang hanno ancora le macchine da scrivere) e la carta che sembra carta da pane dei tempi che furono.

Poi uno dice: "Ma è tutta propaganda…" Già, perché quella che stampa Feltri non lo è, vero?

Corea del Nord: designato il successore di Kim Jong Il

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E così dopo il conclave in cui i sommi elettori (uno solo!) si sono riuniti, il Compagno Camerlengo dello Stato della Città di Pyongyang, Sua Eminenza il Caro Leader Kin Jong Il, ha designato il suo medesimo successore nel figlio Kim Jong Hun.

Il grosso grasso affamator di popoli ha così smentito qualsiasi voce su un ritorno alla democrazia in Corea del Nord, a Pyongyang le vigilesse continueranno a ballare su piedistalli nell’atteggiamento di dirigere un traffico inesistente, e la gente mangerà meno riso, tanto ormai, meno di così…

Si esprime vivissimo apprezzamento da parte della Segreteria di Stato, dalla Pontificia Accademia del Partito e dalla Chiesa Comunista tutta.