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Nei confronti di Beppe Grillo il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Torino ha chiesto 9 mesi di reclusione per violazione dei sigilli della Baita Clarea in Val Susa.
A Genova è stato aperto un fascicolo su di lui per il reato di istigazione a disobbedire alle leggi.
Il 10 dicembre scorso aveva scritto “Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà. In alto i cuori”.
Capite bene anche voi che sono reati di una gravità estrema. E capite anche che dopo la sua condanna, Grillo diventerà il vomitiere di una classe politica ormai lavorata ai fianchi dalla magistratura.
Ma è un privato cittadino e può permettersi anche di essere condannato. Chi siede in Parlamento un po’ meno.
E a quel punto, ognuno si schieri dalla parte del proprio pregiudicato preferito.