Disse “marocchino di merda” e “cinese di merda” a due suoi alunni. Prosciolto dall’accusa di abuso di mezzi di correzione e razzismo.

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Un insegnante di scuola media del torinese, Salvatore A., è stato assolto dal tribunale di Torino dalle accuse di abuso di mezzi di correzione con sfondo razzista, per aver pronunciato le frasi “marocchino di merda” e “cinese di merda” nei confronti di due suoi allievi. Secondo il giudice mancano i presupposti per sostenere il «pericolo di danno al corpo o alla mente» dei giovanissimi alunni. Non si tratterebbe, dunque, delle ipotesi di reato succitate, ma solo di una “semplicissima” ingiuria, reato che è stato, come è noto, depenalizzato di recente e che prevede solo la sanzione dell’obbligazione civile. Su La Stampa il docente ha sempre respinto al mittente le accuse: “Ma quale razzismo? Mi è scappato e ho chiesto scusa. Guardi che non sono mica razzista, ho amici di colore, non ho frequentazioni di estrema destra […] A scuola ho sempre insegnato a non discriminare, a non fare differenze tra italiani e stranieri. Figuriamoci se ho istigato all’odio razziale…”  . Il docente ha dichiarato di volersi rivalere civilmente sul Provveditorato agli Studi e sul Ministero dell’Istruzione per i danni morali e materiali subiti, anche in virtù del fatto che per le espressioni di cui si parla era stato sospeso dal servizio per tre giorni.

Le intercettazioni NON sono la difesa del Paese

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Un popolo che sacrifica la propria privacy in nome della propria sicurezza non si merita né privacy né sicurezza.

Non si può arrivare a dire, come è successo in un incontro culturale di donne dello spettacolo e del giornalismo, tra cui Lucia Annunziata, Anna Bandettini, Geppi Cucciari, Annalisa Cuzzocrea, Orsetta De Rossi, Angela Finocchiaro, Iaia Forte, Silvia Paoli, Laura Pertici, Claudia Riconda, Giulia Santerini, che le intercettazioni sono la difesa del paese.

E’ semplicemente inaccettabile che in un paese civile e democratico una persona venga intercettata solo in nome di un diritto più alto di quello di essere lasciati in pace.
Le intercettazioni devono e dovranno essere sempre l’extrema ratio.
Chissà cosa penserebbero queste signore se fossero intercettate quando parlano, che so, col marito, con compagno, col fidanzato, con l’amante solo perché, magari, marito, compagno, fidanzato, amante sono indagati, o lo sono loro, ma per fatti che non hanno nulla a che vedere con il motivo della conversazione. Chissà cosa penserebbero se queste intercettazioni, una volta trascritte andassero nelle mani di chissà chi perché una volta che sono state trasmesse all’accusa, alla difesa e alla parte civile diventato pubbliche.

Ed è inutile dire che chi non ha nulla da nascondere si fa intercettare volentieri, sono balle che non fanno più ridere nessuno.

Intercettazioni solo quando strettamente prescritto e in caso di reati gravi.
Depenalizzazione dei reati di offesa, ingiuria e diffamazione.

Solo allora verrò anch’io sul palcoscenico a ballare il cancan!!