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Caro Dickens,
sono un vescovo che ha preso lo strano impegno di scrivere ogni mese per il Messaggero di S. Antonio una lettera a qualche illustre personaggio.
A corto di tempo, sotto Natale, non sapevo proprio chi scegliere. Quand’ecco trovo su un giornale la réclame dei vostri cinque famosi Libri natalizi. Mi son subito detto: li ho letti da ragazzo, mi sono immensamente piaciuti perché tutti pervasi da un senso di amore ai poveri e di rigenerazione sociale, tutti caldi di fantasia e umanità; scriverò a lui. E son qui a disturbarvi.
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Un uomo che usava il termine “réclame” per “pubblicità”, che parlava di “rigenerazione sociale”, e che aveva pudore a disturbare Dickens. Lo stesso che diceva “Dio è madre”. Ce lo siamo dimenticato. Assieme ai suoi toni garbati e mai sopra le righe.