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La notizie è stata data in sordina. Certo, d’estate, di questi tempi, vale molto più la pena di parlare del fatto che Al Bano e Romina Power canteranno una canzoncina insieme a Mosca che del fatto che il GUP di Palermo, Piergiorgio Morosini, non ha immediatamente dato seguito alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero nei confronti dell’ex Presidente del Senato Renato Schifani per la contestazione di gravi reati.
Anzi, ha predisposto un’udienza per il 23 luglio prossimo, in cui la posizione di Schifani sarà approfondita in un contraddittorio tra accusa e difesa. A questo punto il GUP potrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione, se attendere ulteriori verifiche o se imputare Schifani in modo coattivo.
Non è una notizia da poco. Sia perché Schifani rischia veramente grosso, sia perché frammista, come spesso accade, alle varie altre notizie di gossip. Ma, soprattutto, è una notizia che rende evidente una verità, ovvero che la decisione del PM di chiedere l’archiviazione nei confronti di un indagato non significa affatto che quell’indagato sia stato automaticamente assolto. Significa, magari, che c’è un giudice che decide su ciò che NON è stato ancora deciso.
E che ogni tanto la terzietà del giudice conta.