Come nasce l’hate speech

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Prendete Tommaso Casalini, un allenatore della sezione giovanile del Grosseto Calcio.  Poi aggiungeteci una buona e generosa dose di Greta Thunberg. Otterrete così un’emusione esplosiva, che spingerà l’allenatore a scrivere su Facebook un apprezzamento nei confronti della Thunberg del tipo: «Questa troia di 16 anni può andare a battere, l’età l’ha». L’amalgama così creato, spingerà la società di calcio a licenziare seduta-stante e senza possibilità di appello l’allenatore dei giovani, autore di una simile atrocità, «per comportamento non consono alla linea tracciata dalla società che punta sui valori morali prima ancora che su valori tecnici». Il tutto sempre via Facebook, tanto per ribedire le regole della legge del contrappasso. E hanno fatto bene. Anzi, benissimo.

Cosa avrà spinto un allenatore che è sempre a contatto coi giovani ed è, oltretutto, responsabile della loro formazione umana prima ancora che sportiva a scrivere una roba del genere nei confronti di una ragazza che potrebbe avere poco più dell’età dei suoi “pulcini”, non si sa. Lui ha scritto: «Desidero chiedere pubblicamente scusa a tutti, a cominciare da Greta Thunberg per il post che ho scritto. Un’esternazione scritta in un momento di rabbia con un linguaggio assolutamente sbagliato e con un contenuto del quale mi pento». Le cose si fanno, tanto poi per pentirsi c’è sempre tempo. Un momento di rabbia, una tastiera a disposizione, la possibilità di farla franca o perché sei troppo visibile (come in questo caso) e famosetto, quindi chi vuoi che ti tocchi, o perché sei troppo anonimo, confuso tra mille rivoli di hate speeching in rete. Oppure perché sei troppo sprovveduto, e allora scrivi quello che ti viene in mente, aprendo la bocca e facendo cantar lo spirito, come diceva la mia professoressa di matematica, andandoti a divertire con gli amici poco dopo e dimenticando tutto il resto che risale fino a un quarto d’ora prima.

Quando uno sbaglia «è giusto che si assuma la responsabilità dei propri errori, pertanto accetto di buon grado la decisione », scrive ancora Casalini. E meno male che se n’è accorto di avere sbagliato, che Greta Thunberg è minorenne, che probabilmente ha cose molto più importanti da fare che dar retta ai discorsi d’odio rivolti contro la sua persona, che i suoi genitori non avranno, probabilmente, nessuna intenzione di intraprendere un’azione legale nei suoi confronti, ma resta comunque l’ombra di un gesto da condannare, se non altro per la faciloneria e la grettezza con cui è stato posto in essere. Ma Casalini non è il solo ad aver imbrattato di fango digitale il nome di Greta Thunberg. Provate a leggere il prossimo post e vi renderete conto che c’è di peggio.

Quelli che Greta Thunberg

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Voi che criticate tanto Greta Thunberg e che vi accanite con una ragazzina malata e sedicenne. Voi che vi scandalizzate tanto che una adolescente si occupi del clima e abbia la forza di gridare davanti ai potenti “mi avete rubato l’infanzia!”, mentre le vostre figlie sedicenni si fotografano le tette e il culo e le sbattono su Istagram per collezionare like. Voi che inorridite pensando che Greta sia messa su dai poteri dei genitori e della società progressista svedese in cui vive, voi che pensate che va bene la preoccupazione per l’ambiente ma qui si esagera, ci sono tanti problemi più importanti, e per risolverli non trovate niente di meglio che rinchiudervi in una cabina elettorale e votare Salvini perché è giusto così e ha fatto tante cose buone. Voi che domani mattina manderete i vostri figli a fare “sciopero” per le questioni climatiche di cui parla Greta Thunberg senza sapere un’acca di quello che dice e, soprattutto, senza farlo sapere ai vostri figli, tanto poi se la scuola richiede la giustificazione gliela fornite con la dicitura “indisposizione”, o “mal di testa” o, peggio “motivi familiari”, come se fosse morto il gatto. Voi che ritenete che Greta Thunberg non pensi ad altro che all’ambiente e avete una figlia altrettanto sedicenne che se ne va con le cuffiette all’orecchio e con il cellulare in mano perché toccatele tutto ma non la protesi di se stessa. Voi che avete una figlia sedicenne perfettamente in salute, bella, alta, slanciata, col tacco 12, roba da titolo di Miss Pizzeria, e ve ne fregate bellamente delle sedicenni che stanno male e vanno in giro con le scarpe basse e le treccine. Voi siete tutto questo e molto di peggio.