Pietro Grasso a Ballarò - Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
Su, via, ora facciamola finita con queste storie del terzo scrutinio e della carta coperta del PD: il nuovo presidente della Repubblica sarà Pietro Grasso.
E’ il Presidente del Senato, attualmente sta facendo un po’ di palestra come capo dello Stato supplente, giusto per non arrivare spompato al traguardo finale, in magistratura è riuscito a sopravvivere a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (oggi uno di loro due sarebbe Presidente della Repubblica), è stato nominato dopo Gian Carlo Caselli, ha intrapreso la carriera politica, sa dirigere abbastanza bene il traffico a Palazzo Madama, Berlusconi può votarlo in quanto EX magistrato, non è troppo comunista e non scivola sul bagnato e frena bene anche sullo sterrato.
E siccome tutti si stanno prodigando per il Totocolle, allora ci ho provato anch’io, chè se mi va male sarà solo un pourparler con i lettori del blog, ma se mi va bene me la tiro a dumila.
Noi italiani abbiamo un retto senso della giustizia. Buon sangue non mente, giacché precede dalle ceneri del Verri e del Beccaria.
Per noi una persona è colpevole quando viene pronunciata la sentenza definitiva, ma se una donna muore siamo lieti di trattare da assassino il marito prima ancora della sentenza definitiva di cui sopra, perché tanto uno che ha quella faccia lì non ci piace. Per noi una circostanza non significa necessariamente responsabilità penale: uno che tradisce la moglie non è necessariamente il suo assassino, ma se lo fosse saremmo tanto, ma tanto più contenti.
Noi italiani, se veniamo raggiunti da un avviso di garanzia non facciamo altro che dichiararci “sereni”, dimentichi del fatto che la serenità è il vizio dei colpevoli e che quando hai un procedimento penale pendente sul capo sei tutto meno che sereno. Noi italiani abbiamo una cieca fiducia nell’operato della magistratura e siamo sicuri che in qualsivoglia frangent saprà fare del proprio meglio per accertare la verità e ristabilire la giustizia. Ma ci incazziamo se alla fine di un processo qualcuno viene assolto.
Dunque il processo cosiddetto “Eternit” si è concluso con la prescrizione e, quindi, senza che gli imputati venissero condannati. Tuttavia è stata riconosciuta la loro responsabilità oggettiva rispetto ai fatti che venivano loro contestati.
La prescrizione è un istituto giuridico sacrosanto. Vuol dire che lo Stato rinuncia a perseguire un furto di una scatoletta di tonno in un supermercato dopo un certo lasso di tempo perché arivati a quel punto quel furto non interessa più, ce lo siamo dimenticati, e se non siamo stati capaci di perseguirlo per tempo, buon per l’imputato che la farà franca e che, nel frattempo, si spera abbia smesso di sgraffignarsi le scatolette.
Voi mi direte che nel caso del processo “Eternit” non si tratta di scatolette di tonno, lì è morta della gente. E’ vero. Ma allora com’è che sono stati indagati, rinviati a giudizio, condannati in primo e secondo grado e prescritti in cassazione gli imputati del procedimento per “disastro ambientale”? Siamo sicuri che questo capo di imputazione sia esattamente quello che si confà alla fattispecie di reato commessa? Cioè, non è che se io ammazzo (per colpa o dolo) una persona e poi do fuoco al cadavere mi indagato per incendio doloso, no, mi becco l’imputazione per omicidio e per distruzione di cadavere.
Senza contare che a rassicurare i parenti delle vittime è arrivato lo stesso Guariniello, comunicando che una successiva indagine porterebbe a un Eternit-bis, le cui contestazioni di addebito si trasformerebbero in omicidio volontario, reato che non ha prescrizione.
E farlo prima no, eh?
Perché la procura in tutti questi anni non ha trovato elementi a favore di ipotesi di reato più gravi? E dov’è, dove risiede lo spettro della prescrizione se non in una gestione quanto meno disattenta dell’interesse dei cittadini a veder assicurati alla giustizia gli imputati, alla fine di un giusto ed equo processo?
Renzi, da buon tennista della politica, ha colto subito la palla al balzo. Con la logica del “ghe pensi mi”, cara al suo alleato di sempre, Berlusconi, ha comunicato che il governo delle Illustri Costituzionaliste e delle mangiatrici di gelato riformerà la delicata materia della prescrizione in men che non si dica e che i maramaldi saranno assicurati alla giustizia. E’ solo uno show propagandistico, come è logico, perché se c’è una categoria a cui la prescrizione sta bene così com’è è proprio la classe politica.
Grasso e la Boldrini faranno in modo che si siano i tempi per la discussione, dimenticando che alcune proposte di legge in materia giacciono nei cassetti degli uffici delle due Camere in avanzato stato di decomposizione.
Il punto non è cambiare i tempi di prescrizione, quello sono buoni tutti a farlo. Il punto è fare in modo che i processi possano concludersi in tempi che garantiscano al Paese la certezza della pena.
E uno strumento potrebbe essere proprio quello di rinsaldare la responsabilità dei magistrati per negligenza, dimenticando che non è possibile che se le cose vanno bene il merito sia dei giudici, mentre se le cose vanno male il demerito non sia di nessuno.
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Il Presidente del Senato Grasso, da quando ha deciso di far costituire il Senato della Repubblica come parte civile al processo per la compravendita di senatori di centro-destra, è stato bersagliato di critiche, insulti, ipotesi di mozioni di censura.
Si va dal “colpo di Stato” di Micaela Biancofiore alla “fatwa” di Daniele Capezzone, fino al “Lei trasforma quest’aula in una cancelleria del tribunale” di Mara Carfagna. Già. Che poi Mara Carfagna fa parte della Camera dei Deputati e non si capisce di quale “quest’aula” stia parlando, visto che si riferisce a quella del Senato, di quella a cui non appartiene?
Comunque sia, ci sono forze che appoggiano la decisione di Grasso, il Movimento 5 Stelle (già, come mai?? Dice che son sempre lì a criticare e invece per una volta son d’accordo. O come sarà??), il PD e SEL.
C’è un però. Il processo di cui si parla è già condannato a morire di prescrizione tra un annetto e mezzo circa. Trattandosi di un procedimento alle prime battute, sarà già tanto se arriverà ad una sentenza di primo grado in cui almeno un orientamento sulle responsabilità personali verrà messa nera su bianco. Grasso che è una vecchia volpe della magistratura lo sa benissimo.
Insomma, minimo investimento, figurone da salvatore dell’onestà e se il reato verrà in qualche modo accertato a carico di qualcuno, il Senato avrà tutto il tempo (poco anche quello, in verità) di procedere per vie civili. Dove i resposabili possono anche essere condannati, ma non risulterà mai da nessuna parte, a parte, forse, Wikipedia.
E’ risaputo che l’elezione alla presidenza della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica di Laura Boldrini e Piero Grasso mi lascia piuttosto perplesso. Ma soprattutto insoddisfatto.
C’è da sognare, dunque. Sognare che, a questo punto, Stefano Rodotà venga eletto Presidente della Repubblica. Uomo retto, preparato, di grande cultura giuridica ed estremamente sensibile ai diritti di ciascuno. Chi meglio di lui?
Nessuno, certo. E sarà per questo che non sarà eletto. Gli verrà preferito un uomo del sistema, un vecchio notaio costituzionale brontolone e ringobbito. E’ la diciassettsima legislatura, bellezze…