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Un caso chiuso per la giustizia italiana che lascia aperti parecchi interrogativi circa le tante, troppe incongruenze: dalla perizia che concluse che il colpo venne sparato verso l’alto e i rimbalzi fortuiti, all’autopsia secondo la quale il passaggio del Defender per due volte sul suo corpo non avrebbe procurato lesioni mortali a Carlo. Un caso inquietante, paradossale che ha sconvolto l’Italia intera e soprattutto ha riaperto vecchie
ferite e consolidato storiche divisioni sociali.
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha dichiarato “ricevibile” il ricorso presentato il 18 giugno 2002 dai genitori e dalla sorella di Carlo e deciderà nel merito del caso entro pochi mesi. Le sentenze della Corte di Strasburgo sono direttamente applicabili negli Stati membri.
L’istanza invoca l’articolo 2 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo che sancisce il diritto alla vita. In particolare la famiglia Giuliani sostiene che la morte di Carlo sia stata causata da un “uso eccessivo della forza” da parte delle forze dell’ordine, in considerazione anche del fatto che “l’organizzazione delle operazioni per ristabilire l’ordine pubblico non siano state adeguate”. I motivi del ricorso riguardano anche l’assenza di soccorsi adeguati e immediati per i quali deducono la violazione degli articoli 2 e 3 della Convenzione che si riferiscono in sostanza al divieto di trattamenti inumani. Continua la lettura di “Carlo Giuliani: a Strasburgo per trovare giustizia – di Cinzia Frassi”