Gheddafi
Berlusconi: “Gheddafi ha dato disposizione di farmi fuori”

«Mi vuole morto» (…) «perché così Gheddafi ha deciso. Lui me l’ha giurata.»
«Sono in pericolo di vita, e purtroppo non solo io ma anche i miei figli. L’ho saputo da mie fonti certe che Gheddafi ha dato disposizione di farmi fuori. "Lo dovete ammazzare", così ha detto».
(Silvio Belusconi, 30 luglio 2011)
Berlusconi: “sono addolorato per Gheddafi”
“Ho scritto gia’ una lettera al Governatore della Libia”

Qualcuno ha deciso che l’Italia non si limiterà a fornire le basi logistiche per permettere a Francia e Inghilterra di andare a giocare ai soldatini in Libia. Anzi, il nostro Paese offrirà anche uomini e mezzi.
Napolitano che è a Torino a vedere "I Vespri Siciliani" di Verdi (un curiosissimo allestimento in cui l’invasore è vestito da nazista, in cui appaiono giornaliste in minigonna e microfono, e in cui si ricorda il dolore della vedova Schifani ai funerali del marito e della scorta di Giovanni Falcone) e si limita a dire "Ci aspettano decisioni difficili".
Non c’è stato un dibattito parlamentare, naturalmente. Il Parlamento è la sede naturale del confronto, e il confronto è democrazia. Solitamente la guerra ha ben poco a vedere con la democrazia. Se la sono giocata in commissione Esteri e Difesa del Senato. La Russa ha dichiarato, tra l’altro: "L’Italia ha una forte capacità di neutralizzare i radar di ipotetici avversari". Non si è ancora capito, con questa storia degli avversari ipotetici, se lui pensi che si tratti di un gioco di ruolo o chissà cos’altro.
Ci ha messo becco anche il PD, naturalmente, con D’Alema che ha colto l’occasione di esprimersi in maniera trasversale e allineata con la maggioranza. Del resto ha chiosato: "che si attivi un dispositivo di protezione della Nato, una rete di sicurezza indispensabile, perchè va bene la coalizione dei ‘willings’, ma la Nato è la Nato" (il massimo del constatazionismo!)
E siccome la Nato è la Nato, Gheddafi è Gheddafi, la Libia è la Libia e l’Italia è l’Italia, indirizziamo pure i nostri aeroplanini verso il paese di un signore un po’ boriosetto cui, fino a pochissimi mesi fa, abbiamo baciato l’anello, e che abbiamo invitato a calpestare la terra della gente d’Abruzzo che aveva in comune con lui solo le tende.
E allora spariamo a qualcuno, che ci prudono tanto le mani. La "Garibaldi" è già partita da Taranto. Ma anche questo è un particolare. Lo faremo passare per un revival della campagna di Libia, un sentimento misto tra nostalgico e post-moderno.
"E perché il sol dell’avvenire splenda ancora sulla terra/facciamo un po’ di largo con un’altra guerra!"
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A favore della pace in Libia
E se vi va, scaricàtevi questa vignettina del pìffero anche in formato PDF, poi però ditemi di che cosa ve ne fate!
Strage di Stato
Naturalmente il Governo di Berlusconi non vuole che l’evento venga strumentalizzato (si sa, la stampa è comunista), per cui chiede un puntuale accertamento dei fatti, come se cinque sopravvissuti possano essersi imbarcati da soli su una di queste carrette ed essersi inventati tutto dopo essere abbondantemente dimagriti a dovere ed essere arrivati sul nostro territorio in condizioni estreme.
Di quella gente non solo non è fregato un bel tubo di nulla a nessuno, ma non è stato nemmeno preso in considerazione il diritto alla dignità, all’esistenza e all’aspirazione dello stare un po’ meno male, se e quando è possibile.
Del resto la stampa nazionale si occupa della notizia con evidente imbarazzo, collocandola, sui vari siti web che è abituata a riempire (di cazzate, solitamente), al terzo posto, dopo averci detto che il caldo avrà una battuta d’arresto tra oggi e domenica e che, insomma, sia pure a singhiozzi ma si toprnerà a respirare.
L’opposizione non ha neanche chiesto che il Governo riferisca alle Camere, che, del resto, sono chiuse per ferie.
E allora di questa porcata non ci può importare di meno, del resto, se sono in difficoltà non è mica colpa nostra, che abbiamo ben altre preoccupazioni, dobbiamo giocare al Superenalotto, noi, migabàe!