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Se non avessi certezza della fondamentale cretineria e della sempiterna stupidità del genere umano, potrei dire anch’io, assieme a un coro quasi unanime di persone, che 150 persone sono schiantate contro una montagna della Provenza perché il copilota dell’aereo su cui viaggiavano, guarda caso, era depresso.
Mi sembra di sentirla tanta gente: “O allora? Del resto l’ha lasciato la fidanzata, sei anni fa aveva avuto un episodio patologico analogo, ma sarà un po’ padrone d’andarsi a stracatafottere la vita come gli pare?”
Già, o com’è che ora son d’improvviso diventati tutti esperti di depressione e fino all’altroieri non ci capiva un cazzo di nulla nessuno?
Ma, soprattutto, com’è che il suddetto copilota è diventato per tutti semplicemente un depresso e non è diventato, più appropriatamente, un assassino, un uomo privo di scrupoli, una persona spregevole e votata alla commissione di un crimine atroce e aberrante, che non troverebbe giustificazione nemmeno se avesse sofferto di un tumore allo stadio terminale?
La depressione è una cosa seria ma non uccide e, soprattutto, non fa uccidere, diventa una minestrina riscaldata davanti a personalità evidentemente disturbate e deviate a livello psichico, che tutto quello che possono pilotare è una bella camicia di forza in un reparto ospedaliero.