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Il ministro Mauro ha tentato di citare Dante. O forse De André.
Non sono la stessa cosa, d’accordo. Quindi facciamo un po’ d’ordine.
La frase riportata dal ministro è: “più che l’onor poté il digiuno” e l’ha attribuita a Dante correggendosi poco dopo (“o forse era De André”).
Sì, era De André-Villaggio. La citazione è tratta da “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” (“ma più dell’onor poté il digiuno/fremente l’elmo bruno/il Sire si levò“).
Il verso di Dante è contenuto nel 33° canto dell’Inferno (quello del Conte Ugolino, per intenderci) in corrispondenza della morte di Gaddo della Gherardesca.
Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid’ io cascar li tre ad uno ad uno
tra ‘l quinto dì e ‘l sesto; ond’ io mi diedi,
già cieco, a brancolar sovra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti.
Poscia, più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno».
Prego, signor Ministro!