Giornata della Memoria: a Roseto degli Abruzzi la citazione di “Auschwitz” senza la citazione di Francesco Guccini

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nomadi

E’ il Giorno della Memoria, e l’amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi (questo piccolo mondo di un mondo piccolo, come avrebbe scritto il Guareschi) ha voluto ricordarlo con un manifesto celebrativo.

Nobile iniziativa, a cui deve andare un plauso quasi incondizionato. Dico “quasi” perhé l’affissione riporta, tra gli altri elementi (qui ve ne faccio vedere una sezione) una citazione dalla celeberrima canzone “Auschwitz”. Per la verità sono due segmenti di canzone “incollati” insieme, ma cerchiamo di non essere troppo severi su queste quisquilie. Quello che colpisce è la citazione dell’autore della citazione, che per l’ideatore del manifesto sarebbero i Nomadi.

Ora, va detto che i Nomadi furono, questo sì, gli interpreti del brano, ma che il pezzo è stato firmato interamente (parole e musica) da un giovanissimo Francesco Guccini, ed era lui quello che meritava la citazione per intero. E’ come aver citato “Insieme a te non ci sto più” e aver citato Caterina Caselli al posto di Paolo Conte. O come aver riportato le frasi di “…e dimmi che non vuoi morire” evidenziando il nome di Patty Pravo e non quello di Vasco Rossi.

Piccoli pasticci, per carità. Nulla di che. Solo che una citazione non corretta sa un po’ di sciatteria. E forse il Giorno della Memoria non se lo merita.

Reintrodotto il reato di bestemmia. Si rischiano da 3 a 6 anni. Ma è una bufala!

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Quando scopri una “bufala” in rete ti senti tanto Paolo Attivissimo e ti vien voglia di far come lui, di scrivere, scrivere, scrivere, pubblicare, puntualizzare, correggere, cazzo quanto scrive quell’uomo!

Che poi non è mica detto che qualcun altro le stesse cose non le abbia scoperte prima di me, però sì, ve lo devo confessare, mi sento proprio un bel ganzo.

La notizia sarebbe stata la seguente: il reato di bestemmia è stato reintrodotto dalla Corte di Giustizia (majuscolo, mi raccomando, così fa più effetto), si rischierà una pena da 3 a 6 anni di carcere e una multa.

Perché è una bufala:

a) la bestemmia non è “reintrodotta”, ma esiste già un illecito amministrativo (così depenalizzato dalla legge 25 giugno 1999, n. 205) che la sanziona, all’art. 724 del codice penale: «Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità, è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309. […] La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti.»

b) non esiste nessuna Corte di Giustizia in Italia. Esistono la Corte di Cassazione, la Corte dei Conti, la Corte Costituzionale. Ma la Corte di Giustizia no.

c) la pena sarebbe decisamente spropositata rispetto al tipo di reato commesso. Per una Porca si rischierebbe l’interdizione dai pubblici uffici e l’impossibilità di accedere all’affidamento in prova ai servizi sociali (per cui paradossalmente Berlusconi sì e il più incallito bestemmiator de’ santi no).

Invece 100-150 euro di sanzione possono essere un prezzo più che accettabile per chi, come il Poeta, è “solo qui, alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, ho voglia di bestemmiare“.