Sequestrato il blog in inglese di Michelle Bonev

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E’ stato sequestrato il blog in inglese di Michelle Bonev (al secolo Iavea Boneva Dragomira).

La Bonev riferisce su Facebook che avrebbe dato il “la” al sequestro “pubblicando la trascrizione integrale dell’interrogatorio a cui sono stata sottoposta il 16 gennaio 2014 presso la Procura della Repubblica di Roma, davanti al Pubblico Ministero Eugenio Albamonte, relativo ad un eventuale procedimento penale per presunta diffamazione intentato nei miei confronti da Francesca Pascale.

Non è roba da poco. Intendo dire che se quella trascrizione di interrogatorio avrebbe dovuto rimanere segreta (perché, ad esempio, non ancora inserita negli atti a disposizione della parte offesa) allora, probabilmente, il sequestro (la Polizia di Stato lo definisce “sito sottoposto a sequestro preventivo” mentre la Bonev parla di “oscuramento”, ma si tratta di questioni di lana caprina) potrebbe trovare una qualche giustificazione.

Ma, ripeto, bisogna conoscere bene le carte e sapere se sono state portate a conoscenza di tutte le parti in causa.

Quello che, invece, si può dire da subito, è che la misura appare sproporzionata all’eventuale danno. Poniamo pure il caso che la Bonev abbia voluto pubblicare un contenuto che non poteva pubblicare e in cui ci fossero degli estremi di reato. Poniamo il caso una rivelazione del segreto istruttorio o una più semplice diffamazione. Perché sequestrare l’intero blog? Voglio dire, ci sarà pur stato in quel blog almeno un intervento (e dico uno solo) in cui la Bonev non parlava di Francesca Pascale e Silvio Berlusconi, ma parlava, che so io, di cinema, del proprio cane, di un libro che ha letto, di una bella giornata trascorsa al mare? Ebbene, solo per quel post (anche se magari può risultare poco interessante ai più) la Procura avrebbe dovuto operare un sequestro parziale, ovvero sequestrare SOLO i post ritenuti illeciti.

E poi perché mai privare la Bonev della sua libertà di espressione?

Non so per quali reati la Bonev sia indagata e se ve ne siano altri oltre alla diffamazione del cui interrogatorio aveva reso pubblico il testo (e continua a renderlo pubblico). Ma so che è proprio vero che quel che è successo alla Bonev può succedere davvero a chiunque ed è una tragedia senza mezzi termini.