“Forcone” è una parola che non si usa più

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E ora rimettiamo tutto a posto. Le speranze, le manifestazioni, e perfino i neologismi, compreso quel “forconi” che aveva destato tanta curiosità. Chissà chi saranno, cosa vogliono e perché questo nome.

Son tridenti a punta, i forconi, o cosa vuoi che siano, e tanto ti basti. Qualcuno ha insinuato che son burattini coi fili manovrati dalla criminalità organizzata e te non lo sai, ma li vedi disperati.

Ma disperati tanto da entrare in una libreria e minacciare di dar fuoco ai libri, questo no, non ce li vedo.

E basta un pretesto minuscolo per dare l’opportunità a chi ha fatto scempio della cultura e di libri non ne ha letto neanche uno, di definire “fascista” chi a vario titolo si è inserito nella diàtriba.

Vietato toccare la polizia, mi raccomando. Anche se i poliziotti si tolgono i caschi non lo fanno per solidarietà con chi protesta (del resto, con quel lauto stipendio che passa loro lo stato per rischiare la vita ogni volta come potrebbero??), sappiate che è una prassi, è una strategia per abbassare la tensione, quando le manifestazioni si svolgono in modo pacifico e ordinato. Già, ma se si svolgono in modo pacifico che bisogno c’è della polizia coi caschi?

E i “fascismi” additati sono proprio quelli di chi vorrebbe che la polizia difendesse i cittadini dimostranti e prendesse a cuore la loro causa. Che, voglio dire, si può fare, non è una cosa proibita. “Ma come? Le forze dell’ordine devono difendere lo Stato!!” Già, come se lo Stato e i cittadini non fossero la stessa cosa.

E allora, via, è tutto finito, i fuochi d’artificio si sono spenti, l’ultimo bòtto è scoppiato. “Forconi” è una parola che non si usa più, come le ciabatte infradito dell’estate dimenticate da qualche parte nella scarpiera. E’ inverno. E fa un freddo fascista.

Le rivolte contro chi?

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Sentite, io ve lo devo dire con il cuore, non ci sto capendo un cazzo.

C’è un sacco di gente che dice che la verdura e la frutta cominciano a a scarseggiare nei supermercati, non lo so, sarà anche vero, ma io tutta questa corsa all’accaparramento non la vedo, si disegnano scenari da Apocalipse Now, benzina che finisce, TIR fermi ai caselli e alle frontiere, si parla di Italia che esplode, ma soprattutto si paventano scioperi. Dicono che in Sicilia ci sono i "forconi", ma nessuno ci spiega cosa siano, protestano tutti, tutti, dai pastori sardi ai commercianti dell’Oltrepo Pavese.

Protestano, va bene. Ma per ottenere cosa? E, soprattutto, contro chi??

Pare che tra un’ora circa quelli di "Servizio Pubblico" capitanati da Santoro proveranno a spiegarci qualcosa. Sì, e lo faranno ospitando in studio Enrico Letta (Pd) e  Roberto Castelli (Lega Nord), insomma, allegria e chiarezza espositiva, moderazione di termini e dibattito pacato trasuderanno a fiotti da tutti i pori della trasmissione di Santoro e io andrò a dormire con le idee ancora più confuse.

Io non lo so chi siano tutti questi agricoltori, autotrasportatori, pescatori, imprenditori, benzinai, taxisti coi coglioni girati più della rotazione della terra attorno al proprio asse, ma posso quasi quasi azzardare che una percentuale di loro ha votato per Berlusconi e per il suo governo alle ultime elezioni.

E allora mi chiedo, con l’ingenuità e il candore che mi contraddistinguono, cosa vogliono? Vogliono dirci che con il governo Berlusconi eravamo SOLO sull’orlo del baratro mentre adesso, con il governo Monti ci siamo dentro? Mi sembra una magra consolazione, tenuto conto anche del fatto che Berlusconi sta appoggiando Monti e che oggi Bossi, con espressioni degne del miglior galateo, lo ha tacciato da "mezza cartuccia".

E’ un’Italia incazzata, indubbiamente, la nostra, ma senza sapere contro chi o contro cosa. Contro la casta dei politici che si mantiene i privilegi mentre i cittadini hanno sempre minori possibilità di accedere a beni e servizi? Ma se è così da decenni! Siamo davvero buffi noi italiani, ci càpita di svegliarci la notte e ci accorgiamo che sì, a mezzanotte è buio. Oppure che le navi vanno sottocosta a fare l’inchino e che no, non si dovrebbe fare, che se Schettino avesse dato subito l’allarme si sarebbero potuti salvare tutti, e che se la mi’ nonna Angiolina ciaveva le ruote era un carretto.

Proprio noi, che abbiamo fatto l’inchino all’onorevole di turno dagli albori della storia della Repubblica ci lamentiamo che il nostro paese si incaglia e si rovescia su un fianco!