Fiorello si è disiscritto da Twitter [oh, son cose che uno non ci dorme la notte, sapete…]

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Allora diciamolo pure che Fiorello si è cancellato da Twitter.

Ma sì, facciamone un caso. Anzi, peggio, facciamone una notizia. Rendiamo importante per l’opinione pubblica la scelta (perché solo di questo si tratta, di una scelta personale) di un personaggio dello spettacolo di NON far più parte di un social network come Twitter.

Che, voglio dire, è come dare le dimissioni dalla Caritas Parrocchiale. O dalla bocciofila del paese.

Che qualunque sia il motivo che ha spinto Rosario Fiorello a non servirsi più di Twitter non come mezzo di socializzazione né, tanto meno, di comunicazione, ma di pubblicità (eh, su, diciamocelo tranquillamente… non c’è nulla di male a farsi della pubblicità quando la pubblicità viene riconosciuta e dichiarata come tale…), non è una cosa importante.

Non c’è più. Basta. E’ una sua scelta. Il mondo continuerà a girare anche senza che lui continui a mandare i suoi messaggi su Twitter. Sia che si sia stufato, sia che abbia fatto il “colpaccio” pubblicitario del momento.

E chissà perché ci deve restare per forza. Chissà perché una scelta diventa motivo di critica, peggio, di dissociazione, anzi, peggio ancora, di stigmatizzazione. Come se per essere “in” uno debba essere su Twitter a tutti i costi.

Perché, si sa, la gente può cambiare idea. E chi non cambia idea cinguetta.