“Forcone” è una parola che non si usa più

 238 total views,  1 views today

E ora rimettiamo tutto a posto. Le speranze, le manifestazioni, e perfino i neologismi, compreso quel “forconi” che aveva destato tanta curiosità. Chissà chi saranno, cosa vogliono e perché questo nome.

Son tridenti a punta, i forconi, o cosa vuoi che siano, e tanto ti basti. Qualcuno ha insinuato che son burattini coi fili manovrati dalla criminalità organizzata e te non lo sai, ma li vedi disperati.

Ma disperati tanto da entrare in una libreria e minacciare di dar fuoco ai libri, questo no, non ce li vedo.

E basta un pretesto minuscolo per dare l’opportunità a chi ha fatto scempio della cultura e di libri non ne ha letto neanche uno, di definire “fascista” chi a vario titolo si è inserito nella diàtriba.

Vietato toccare la polizia, mi raccomando. Anche se i poliziotti si tolgono i caschi non lo fanno per solidarietà con chi protesta (del resto, con quel lauto stipendio che passa loro lo stato per rischiare la vita ogni volta come potrebbero??), sappiate che è una prassi, è una strategia per abbassare la tensione, quando le manifestazioni si svolgono in modo pacifico e ordinato. Già, ma se si svolgono in modo pacifico che bisogno c’è della polizia coi caschi?

E i “fascismi” additati sono proprio quelli di chi vorrebbe che la polizia difendesse i cittadini dimostranti e prendesse a cuore la loro causa. Che, voglio dire, si può fare, non è una cosa proibita. “Ma come? Le forze dell’ordine devono difendere lo Stato!!” Già, come se lo Stato e i cittadini non fossero la stessa cosa.

E allora, via, è tutto finito, i fuochi d’artificio si sono spenti, l’ultimo bòtto è scoppiato. “Forconi” è una parola che non si usa più, come le ciabatte infradito dell’estate dimenticate da qualche parte nella scarpiera. E’ inverno. E fa un freddo fascista.