L’alcool è una droga

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L’alcool è una droga. Questa è una verità incontrovertibile. Non lo dico io, lo stabilisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Poi, ognuno chiama “droga” la sostanza che non usa. Per cui se facciamo uso di alcool difficilmente saremo portati a considerare il nostro bere come l’asssunzione di una “droga”, e che cazzo, le “droghe” sono la cocaina, l’eroina, l’extasy, sono quelle che ti sfanno il cervello, mentre il bere è cultura. Come dire che i drogati sono sempre gli altri.

Ma l’alcool è droga e droga resta. Crea dipendenza, dà assuefazione e crea tolleranza. Ripeto, se non credete a me abdatevi a vedere le tabelle dell’OMS.

Su “Il Fatto Quotidiano” di oggi c’è un articolo di Andrea Scanzi che fa cascar le braccia. Si intitola “Un buon bicchiere non uccide“. Bisognerebbe dirlo a quelli che sono morti a seguito di una guida in stato di ebbrezza che un buon bicchiere non uccide. Magari era un ottimo bicchiere quello che i guidatori hanno trangugiato prima di farsi saltare il sistema nervoso centrale e prendere una macchina.

Demonizzare l’alcool è un approccio stupidamente bacchettone“. Ma anche evitare di dire le cose così come sono non è che sia gran che intelligente.

Bere poco ma bere bene.” Ok, ci si può anche stare, ma bisognerebbe che Scanzi ci quantificasse questo “poco”. Ovvero qual è la soglia entro la quale l’alcool non può far male a nessuno. Nemmeno a quei poveri disgraziati che vanno in ciucca solo annusandolo. Sempre ammesso che ognuno abbia i soldi per pagarsi un Sassicaia. Non lo fa. E non lo fa perché non può farlo. Anche il classico “bicchiere di vino” contiene una percentuale di alcool tale che se ti ferma la pula per la strada e ti fa l’alcool-test con l’etilometro ti ciula i punti sulla patente. Ed è solo un bicchiere.

“Senza vino e senza alcool Fabrizio De André non avrebbe mai scritto ‘Amico Fragile‘” Ecco, questa è una chiara dimostrazione che l’alcool non fa (sempre) bene. O che, quanto meno, quell’alcool era di pessima qualità.
La dobbiamo smettere di raccontarci una valanga di nubi, dal “giustamente tannico” alla mammola, alla mandorla, alla grafite da sentire nei retrogusti persistenti. Sono tutte cazzate. Non è vero una sega. Beviamo perché ci piace. Perché ci piace l’effetto dell’alcool, ci piace il gusto del vino, perché senza queste sostanze non siamo capaci di stare in compagnia (provate a chiedere un succo di fruttacome aperitivo invece di un Camparino e fate caso a come vi guardano), perché ci sentiamo incredibilmente fighi a commentare il bouquet di un rosso, perché ci sono milioni di euro di interessi e cosa volete che gliene freghi se poi la gente muore o uno torna a casa ubriaco e picchia la moglie o se è la moglie che si ubriaca di nascosto, l’importante è che ci sia qualcosa aiuti a riempire il vuoto con la nostre dose media giornaliera di cazzate.