Nuovo codice etico per il M5S: gli indagati potranno candidarsi

 266 total views

Luigi_Di_Maio_portrait

Ci sono vari e svariati motivi per cui non rinnoverò il mio voto al Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni del 4 marzo.

Uno è, ad esempio, la mancata partecipazione in aula alla discussione sullo ius soli. E oggi una delle nuove regole del nuovo (ripetizioni obbligatorie, abbiate pazienza) codice etico: in sostanza gli indagati (non si sa se con giudizio di primo o secondo grado o senza) potranno essere candidati alle prossime elezioni. Non è solo un modo per poter far eleggere Virginia Raggi o Filippo Nogarin, ma anche lo stesso Luigi Di Maio che risulta indagato per diffamazione.

Io so che un parlamento pulito è un’utopia, ma mi ricordo benissimo di quando Beppe Grillo comprò una intera pagina di un autorevole quotidiano straniero (non ho voglia di andare a vedere quale e sinceramente non me lo ricordo, siate buonini, orsù) per pubblicare i nomi dei condannati in via definitiva presenti in parlamento. Fu come scoperchiare una pentola bollente, dati anche i vari rifiuti dei quotidiani italiani a pubblicare quell’inserzione. Dicevo che non voglio un parlamento pulito per forza, ma voglio, questo sì, che (come dicevo nel post precedente) chi mi governa sia molto, ma molto migliore di me. E senza fare il moralista che si indigna ad ogni frusciar di carta da magistrato (perché ce ne sono e sono pericolosissimi), riconoscendo il sacrosanto principio per cui un avviso di garanzia (ma anche un avviso di conclusione delle indagini, una sentenza del GUP, una sentenza di primo grado, una di secondo grado) non è una attestazione di colpevolezza, si può dire che se vuoi andare a rappresentare dei cittadini che ti hanno votato e sei indagato, prima vai a farti assolvere poi magari ti presenti alle elezioni successive.

Si può dire che è il minimo? Sì, è il minimo. E lo esigo. E se non è più una condizione prioritaria non gioco più. Va bene così?

Milena Gabanelli for President? Ma io scherzavo!!

 258 total views

image

Molti mesi fa scrissi un articolo intitolato “Milena Gabanelli for President” immaginando la conduttrice di “Report” nelle funzioni di capo dello stato e ripartendo le cariche governative con altri giornalisti e barbudos d’assalto dell’intellighenzia e della partecipazione della base.

Erano altri tempi (eppure sembra solo ieri). Credevo anch’io nella effettiva indipendenza del giornalismo freelance. Poi la Gabanelli andò al Corriere della Sera e cominciai ad essere macerato da qualche dubbio.

Adesso il popolo della rete, che deve essersi evidentemente rimbambito nel frattempo, vuole la Gabanelli Presidente della Repubblica sul serio.

Lo ripeto: SCHERZAVO!
Prendete sempre tutto sul serio voi di internet!

Pausa di riflessione

 224 total views

Una volta le pause di riflessione le prendevano le fidanzate che non volevano avere più lo spasimante di turno tra i piedi.
Le pause di riflessione non servono a niente, dunque, soprattutto quelle legate alla più becera campagna elettorale che si ricordi nella storia repubblicana. Vendola alleato del PD, Monti adorabile gaffeur che non sfonda con la Merkel, Giannino che si inventa i master, Berlusconi che abolisce l’IMU e la gente che ci crede pure. E Bersani che vincerà le elezioni ma farà governare Monti mentre Ingroia rischia seriamente di non essere rappresentato in Parlamento.
Ma la pausa di riflessione ha una sua magia. O, come dicono quelli di sinistra, un suo perché. Siamo tutti qui a “riflettere”. Ma a riflettere su cosa? Sul puro niente. E sulla inevitabile ingovernabilità che uscirà da questa tornata elettorale.
Dàtemi retta.

Le primarie del centrosinistra: il vecchio che avanza

 215 total views

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Pier_Luigi_Bersani_giugno_2010.jpg

Siamo a meno di due ore dalla chiusura dei seggi delle Primarie del centrosinistra e sta indubbiamente crescendo la SUSPANZ® perché, come tutti sappiamo, si tratta di un risultato assolutamente aperto, in cui tutti i candidati hanno le stesse possibilità di vincere.

Chi sarà il candidato alla Presidenza del Consiglio NON LO SAPPIAMO e NON LO POSSIAMO SAPERE (naturalmente!), comunque vada si tratta di “un gesto di democrazia, una grande festa”, non ci resta che attendere per goderci la SORPRESA perché ogni pronostico a questo punto sarebbe prematuro e fuori luogo.

Saranno oltre 4 milioni i votanti. E 8 milioni gli euro incassati.

Due euro per le primarie del centrosinistra

 294 total views

Dev’essere una bella sensazione quella che si avverte quando si paga per un proprio diritto.

Come quella di vedersi sfilare via un po’ di più di una giornata di stipendio per un diritto come lo sciopero. O quella di dover pagare due euro per poter votare Renzi, Bersani, Tabacci, Puppato o Vendola alle primarie del centro-sinistra.

A volte mi chiedo “perché?”

“Libertà è partecipazione” diceva Giorgio Gaber, ma se devo pagare per poter partecipare che razza di libertà ho? Quella di poter vedere i cinque contendenti su Sky, per la cui ricezione devo pagare anche lì?

E anche ammesso che la libertà abbia un prezzo, il diritto alla libertà di scelta di un cittadino viene svenduto a due euro? Oh, sì, per carità, è un prezzo molto conveniente, ma per scegliere tra una donna che ha delle idee (che non condivido) e una testa per esprimerle, e che quindi perderà PER FORZA (caspita, mica potrà vincere una che pensa con la propria testa e che è, per di più, donna? Si può mica…), un cattolico pasoliniano comunista, ecologista e tuttora indagato, un globetrotter che è sicuro di vincere, un moderato della stravecchia guardia e un signore che ha già fatto con le maniche di camicia tirate su che parla bolognese e che è già stato Ministro per lo Sviluppo Economico, Ministro dei Trasporti, Ministro dell’Industria e Presidente della Regione Emilia Romagna, francamente mi sembra anche troppo.

Che farà Berlusconi dopo l’arresto di “er Batman”?

 264 total views

Immagine tratta da polisblog.it

Mi sono svegliato stamattina e i quotidiani on line, quelli cartacei, i giornali radio (quelli che ascolti con la bocca ancora tutta impastata di sonno) e perfino qualche commentatore occasionale non fanno altro che dire che il PDL è finito e che Berlusconi sta preparando il ritiro e che non potrebbe più candidarsi.

Ma davvero queste persone credono che solo perché er Batman (il quale ha detto che è meglio la galera del PDL, e va beh, fin lì uno ci arriva anche da solo) è stato arrestato Berlusconi non si ricandidi?

Ma non ci ha insegnanto nulla la storia? I casi di Previti e di Dell’Utri non sono forse lì a insegnarci che il mondo, vada come vada, gira sempre allo stesso modo, e noi italiani siamo sempre lì a guardarci le unghie dei piedi e a parlare di Berlusconi?

Siamo un popolo terribilmente prevedibile e noiosamente vecchio.

Paisa’!

 275 total views

La vittoria di Luigi De Magistris è chiara, perfetta, trasparente, cristallina, immacolata.

E’ lui il sindaco di Napoli, e su questo non si discute. Tanti auguri, pastiere, babà al rum, triccheballacche e pizza con la pummarola ‘n coppa.

Mi vengono un paio di riflessioncine umili e timide, cui, certamente, nessuno o quasi darà un seguito.

La prima è che De Magistris viene da una carriera di pubblico ministero. Ovvero da una carriera di magistrato inquirente, che è, come è logico, diversa da quella del politico.  E mi auguro di cuore che non voglia mescolare i metodi tradizionalmente accusatori e inquisitòri tipici della professione forense che ha esercitato con quella di rappresentanza istituzionale che eserciterà. La politica ha bisogno di garanzia-e-basta e non di avvisi-di-garanzia che, visto che ora è sindaco, non può e non deve emettere lui.

La seconda è che De Magistris è stato eletto come Deputato al Parlamento Europeo.
Lasciamo perdere il fatto che ha dichiarato di volersi dedicare alla politica il 17 marzo 2009 con un post sul blog di Antonio Di Pietro, ma ha successivamente chiesto e ottenuto dal Consiglio Superiore della Magistratura la concessione dell’aspettativa  (29 luglio) che ha mantenuto fino a poco dopo la sua elezione a Strasburgo (si è dimesso dalla magistratura il 19 novembre 2009).

Quindi ritengo sia legittimo chiedersi: il Dott. Luigi De Magistris rinuncerà alla carica di parlamentare europeo per dedicarsi a tempo pieno all’esercizio della carica di sindaco della città che lo ha eletto a primo cittadino? O deciderà di mantenere entrambe le funzioni (e, pertanto, entrambi gli stipendi?)

Anche perché come Eurodeputato è stato eletto anche con il mio voto (l’ho votato alle europee, sì, non me ne pento, anche se non tornerei a farlo).
Per questo penso, anzi, sono sicuro di essere legittimato a pormi, porvi e porgli queste questioni.

E’ chiaro che siamo tutti contenti che abbia vinto De Magistris. E’ un momento di grande speranza che dobbiamo sperare non vada deluso. Ma il fatto che la politica sia corrotta non significa automaticamente dover affidare la politica agli ex PM, perché tra Giustizia e giustizialismo il passo è breve, e un sindaco non dovrebbe occuparsi né della prima né del secondo.

Il “Golpe” Boghese

 212 total views



Domani a scuola ci sono le elezioni per i rappresentanti al Consiglio di Classe.

Borghese, uno dei miei alunni, ha pensato bene di farsi propaganda con dei fogliettini improvvisati, sullo stile delle campagne elettorali “maggiori”. Vi offro questo straordinario reperto di rara partecipazione alla democrazia scolastica.

La fulminante carriera-purga di Debora Serracchiani

 235 total views

Debora Serracchiani è l’espressione più compiuta dell’immaginario erotico del Partito Democratico.

E’ alle prime armi ma anche consapevole della propria storia politica, è venuta dal basso ma rappresenta anche il gradimento della nomenklatura del partito, è stata intervistata da "El País" ma anche da Daria Bignardi, ha ottenuto più preferenze di Berlusconi ma anche di Bossi, è combattiva ma anche educata e remissiva all’occorrenza.

Soprattutto, quindi, è piaciuta alla gente. Ma anche al maaanchismo veltroniano.

Siccome è quasi giovane (ridendo e scherzando i suoi 40 anni li ha anche lei) e gode di un certo appoggio popolare, l’hanno mandata a schiantarsi a Ballarò contro la Brambilla, che pretendeva di avere il monopolio completo della trasmissione, uno scontro fra primedonne in piena regola, in cui vigeva più la politesse dell’educazionismo che l’originalità delle proposte politiche.

In breve, la Serracchiani va bene per l’immagine del Partito Democratico, perché non è giusto che il PDL sia sempre contorniato da veline e strafighe, dovevano far vedere anche loro di avere della carne fresca da mettere al fuoco della graticola del sacrificio, allora hanno scelto questa signora con la faccia da bruco, che sembra essere appena uscita dall’oratorio di Don Bosco.

Siccome però, a differenza degli specchietti per le allodole del PDL, la Serracchiani è anche brava e ha, ci piaccia o no quello che dice, un cervello suo che pensa in modo autonomo, e dice pane al pane e vino al vino, il Partito Democratico la sta già bloccando. Pare che diventerà vice segretario, ma dovrà vedersela con D’Alema, che con la sua proverbiale simpatia ne valorizzerà lo spiccato e innato senso della battaglia politica.

E’ appena venuta al mondo politico e, da personcina con le idee chiare quale è, la Serracchiani è già stata sacrificata in nome della poltrona. L’hanno voluta a Strasburgo perché da lì può fare meno danni.

La faranno vice segretario perché r.promoveatur ut amoveatur..

I lettori chiedono, L’Esperto risponde: le elezioni europee

 138 total views

"Cinghiale Mannaro", uno dei nostri più affezionati lettori, delizioso nickname dietro al quale si cela, timidamente, il carissimo nonché veneratissimo Botrioni Marisa, mi incita e mi prega di commentare le elezioni europee.

Ma cosa volete che commenti? Che Bossi sbava che le elezioni europee non servono a niente e che, quindi, è arrivato al 10% di una cosa che non serve a niente? L’ho già scritto, il succitato Botrioni Marisa (o Lampredotti Argìa, ora non ricordo…) legga ammodino, perpiacere.

A sentirli "tengono" tutti.

Il PDL tiene, se si considera, naturalmente, che il vero trionfatore è stato l’astensionismo, quindi riguardando le percentuali alla luce di questa acuta analisi, se paradossalmente tutti gli astensionisti avessero votato Berlusconi, ora avrebbe ragione lui a profetizzare il 45%, che è come dire che se la mi’ nonna aveva le ruote era un carretto.

Il PD tiene anche lui, certo, è riuscito ad arginare l’Italia evitando che andasse alla deriva con un unico padrone, il loro (a cui, comunque, non sono stati capaci di opporre una legge sul conflitto d’interessi che fosse anche solo fatta di un solo articolo, uno solo, malidetti loro…). Mia moglie mi ha scritto che "A Livorno in Partito Democratico tiene!" Tiene?? Come sarebbe a dire "tiene"??? Se "tiene" vuol dire che anche lì si sgretola, di dissolve, che sono rimasti solo i comunisti ad avere il nome (solo il nome, eh??) in due listine piccine picciò che non sono riuscite a sfondare, altro che "tenere".

In Svezia, invece, il Partito Pirata, che è contro i brevetti e il copyright in rete (questa è una emerita cazzata e lo sanno anche loro!) ma è a favore della protezione della privacy (e questa non è una cazzata, così Berlusconi a casa sua potrà finalmente ospitare tutte le tette e tutti i culi che vuole, e nessuno potrà dire neanche che si tratta di uno scostumatello un po’ screanzato!) ha guadagnato un seggio.

Cioè, il rappresentante svedese va a Strasburgo, e quando si tratta di approvare la legge che allunga a 95 anni la protezione sul copyright delle interpretazioni, chiederà la parola, il presidente gliela concederà per un minuto, passato il quale "Zitto lei, ha finito!" poi si vota, lo buttano in minoranza e viandare.

Mi pare che sia, tutto sommato, la notizia migliore di queste ore.

Le Elezioni Europee e il Veneto

 280 total views

Gaber che diceva "chissà perché non piove mai, quando ci sono le elezioni…" lo cito ad ogni tornata, politica, amministrativa o europea che sia. Perché è vero.

Non solo non piove, ma c’è un’aria umida, pesante e calda che ti si appiccica addosso e non ti molla. Come Berlusconi.

L’umidità e Berlusconi sono i veri vincitori e trionfatori annunciati di queste europee.

In Veneto hanno addirittura deciso di fare il derby con la Lega per vedere chi vince, è come se mio padre e mia madre si mettessero a giocare a carte scommettendo i soldi del loro conto in comune. E’ la tradizionale e labronica distrinzione ra il piscio e l’orina, quella che da Rovigo a Belluno e da Venezia a Verona viene spacciata come una vera e propria competizione. Come dire se sia meglio il baccalà alla vicentina o i bìgoli di Bassano, il prosecco di Valdobbiadene o il Merlot, se si debba dire "carèga" o "cadrèga", se sia migliore Goldoni o Mario Rigoni-Stern.

Personalmente tifo per il Baccalà alla Vicentina, il Merlot (che mi è simpatico) e Mario Rigoni-Stern, ma che cosa cambia?

Nulla. E allora teniamoci pure quest’appicicaticcio fastidioso che profuma di Noemi, che sa di trionfo di culi nudi pubblicati da "El País", che ci regala la faccia allegra e sorridente dell’Avvocato Ghidini, il viso pacioso e sornione di quella coscienza autenticamente democratica di Calderoli, che odora di carburante di voli di stato e che suggellerà nuovamente la vittoria del peggior Presidente del Consiglio sulla peggiore opposizione mai vista.

Il parlamento prossimo venturo: Gianfranco Fini (Presidente della Camera)

 210 total views



"Il Cavaliere (Berlusconi, ndr) ha distrutto la CdL (Casa delle Libertà, ndr), e ora dovremmo bussare alla sua porta con il cappello in mano e la cenere in testa? Non siamo postulanti. Io tornare all’ovile? Sono il presidente di AN, non una pecora!"
(Gianfranco Fini, 16 dicembre 2007)

Gianfranco Fini sarà il prossimo Presidente della Camera

Los Angeles Times: In Italia il crimine paga e fa eleggere

 247 total views

Il Los Angeles Times ci ha fatto il pelo e il contropelo.

In Italia il crimine paga e può farvi eleggere.

In un approfondimento dell’articolo che vi propongo, quelli del Los Angeles Times scrivono che l’astensionismo della sinistra in Italia può favorire il ritorno di Berlusconi.

Hanno ragione. Infatti l’astensionismo del governo Prodi, che è durato due anni, in tema di riforma elettorale, di applicazione delle sentenze della Corte Europea, di cancellazione della riforma Moratti, di leggi sul conflitto di interessi ha spianato la via al ritorno del Nano.

Così adesso sappiamo di chi è la responsabilità, che gli americani vogliono, tanto per cambiare, far ricadere sui cittadini non elettori e, conseguentemente, non complici.

Qui si fa l’Italia e si muore

 333 total views

"Chissà perché non piove mai quando ci sono le elezioni…" diceva Giorgio Gaber.

E tutt’attorno c’è aria di dittatura.

La dittatura non si presenta in modo minaccioso, no.

Doveva essere una bella giornata quando Mussolini dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 al suono delle marcette allegre e fascistelle trasmesse dalla radio.

Oggi, invece, la vita scorre tranquilla, normale. Come se nessuno sapese niente, come se nessuno si rendesse conto che stiamo andando verso il baratro.

La TV trasmette i soliti programmucci da regime, dalle ricette di mezzogiorno della Clerici allo sport del sabato pomeriggio, e per l’occasione hanno rispolverato anche il Tae Kwon-Do, che non gliene frega mai una mazza a nessuno.

I telegiornali dànno notizie sconfortanti dal punto di vista contrastivo: Zapatero ha formato un governo con una donna incinta al Ministero della Difesa, Prodi nel suo morente esecutivo non riuscì nemmeno a dare la Pubblica Istruzione a Rosy Bindi.

Ci prendono per il culo tutti: sul web basta andare a vedere i giornali stranieri, oggi elmundo.es dedica una sezione alle elezioni italiane, titola un articolo su Berlusconi con un lapidario "Una vez más" (ancora una volta) e dice che chiunque si stupirebbe se un settantunenne arrivasse per la terza volta al governo, ma non gli italiani.
E dedica l’articolo di spalla a Veltroni, chiamandolo "el soñador pragmático". Il fondo l’articolista è stato generoso e comprensivo, avrebbe potuto chiamarlo "l’inguaribile pirla" e non se ne sarebbe accorto nessuno.

 

Quelli di "Le Monde" invece vanno giù duro:

"E’ proprio vero che fa bene un po’ di partecipazione!"

La Santanché non gliela dà

 192 total views

La Signora Daniela Garnero coniugata Santanché (questa moda di farsi chiamare con il cognome del marito deve averla evidentemente presa dalla Sciura Letizia Brichetto Arnaboldi coniugata Moratti) è stata certamente sempre esperta di bon ton, come è possibile evincere dalla foto che accompagna questo post.

Oggi Berlusconi le ha dato della “sberla“, che vuol dire che sì, insomma, è una signora piuttosto avvenente.

Con un linguaggio che rasenta i film-panettone con Boldi e De Sica, e che dimostra una innegabile capacità linguistica di discernere i registri più alti dell’idioma fissati dall’Accademia della Crusca, la Signora Garnero, invece di dargliela lei una sberla di quelle bene affibbiate, che male non gli fanno di certo, ha testualmente replicato: “E’ ossessionato da me. Tanto, non gliela do“.

Però da noi lo vuole tutto. Il voto, s’intende.

Indagato De Gregorio, ex delfino di Di Pietro

 274 total views

Et voilà, oggi è stato indagato anche De Gregorio.

Alla notizia un giornale on line come Repubblica preferisce dedicare un articoletto di poche righe all’evento, spedificando che i reati contestati dalla procura di Reggio Calabria sono "concorso in esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio".

Però si precipitano a dire che De Gregorio è un candidato del PDL.

Dimenticandosi che il primo ad aver candidato De Gregorio in Parlamento è stato proprio Antonio Di Pietro, quello dell’Italia dei Valori, quello che non vuole inquisiti e condannati in parlamento, quello che ha fatto così soffiare alla sua coalizione la presidenza della commissione difesa del Senato.

Insomma, quello che la gente "di sinistra" lo vota perché non c’è di meglio.

I fucili del Sciur Umbert

 209 total views

Dire che Bossi mi sta antipatico è una tautologia.

Ci gode proprio a rendersi nemica la maggior parte dell’opinione pubblica e a confinarsi nel partitello-ombra di Berlusconi a riempire le ampolle con le acque del Po.

E stavolta ha detto che se non cambiano le schede, lui e i suoi imbracciano i fucili.

Certo, a sentire le "sparate", trattandosi di fucili, c’è solo di che non stupirsi.

Ma soprattutto a questo signore che dall’alto della sua età e della sua emiparesi gioca ancora ai soldatini, c’è poco da prestare attenzione.
Umberto Bossi nel 2001 è stato condannato dal giudice di Cantù a un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per vilipendio della bandiera tricolore, sei mesi in meno rispetto alle richieste del pm Claudio Galoppi.
La sentenza è stata resa definitiva dalla Corte di Cassazione e il Senatùr, che qui vediamo inquadrato in una delle sue pose migliori, è stato condannato definitivamente a 3000 euro di multa perché voleva usare la bandiera come carta igienica.

Quello che, forse, non è mai stato detto, è che i giudici della cassazione hanno revocato la sospensione condizionale della pena, quindi i danè, il coso lì, il Bossi, li deve tirare fuori e sull’unghia.

Nel 1994 aveva ammesso di aver ricevuto una tangente dalla Montedison, e si è beccato altri 8 mesi dalla Cassazione per finanziamento illecito ai partiti.

Tra meno di una settimana sarà ministro della Repubblica nel Governo Berlusconi.

Pizza e Berlusconi: il cornicione elettorale

 238 total views






Berlusconi ci ha messo la mozzarella ‘n coppa ma intanto pensava a Pizza.

Dev’essere stato uno dei suoi incubi ricorrenti, e dire che, guardandogli le occhiaie, il poveretto deve dormire decisamente assai poco.

E’ durata un giorno solo ma è stata una notizia che ha dimostrato la faciloneria e il pressappochismo del senso democratico dei politici (e dire che non ce n’era nemmeno bisogno!).

Pizza ha costituito un partito in odor di Democrazia Cristiana (quindi puzza di naftalina!), usando un simbolo che è molto simile a quello dell’UDC di Casini (che di casini intanto ha fatto quello di candidare Totuccio Cuffaro detto Vàsa-Vàsa).

Bocciato sulle schede elettorali, perché gli elettori potevano essere tratti in inganno, Pizza non si è dato per vinto, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato e l’ha vinto. Può partecipare con il suo simbolo alle elezioni politiche. E Amato ieri ha preso in considerazione anche l’ipotesi di un rinvio delle elezioni, per permettere a Pizza di lievitare usufruendo del suo sacrosanto recupero del tempo della campagna elettorale.

Solo che gli italiani all’estero votano già (senza la Pizza sulla scheda, se no macchiano tutto quanto di sugo!), Berlusconi e Veltroni, in non singolare canto all’unisono, si sono dichiati contrari ad ogni ipotesi di rinvio, non si sa che cosa gli abbiano offerto ma Pizza è stato accondiscendente e ha reagito dicendo che per lui una settimana scarsa di campagna elettorale è sufficiente e che ha senso delle istituzioni e dello stato, oltre che senso per togliersi dalle balle e spartire poltroncine e sottosegretari con il PdL (il Pizzaiolo delle Libertà).

La mozzarella di bufala alla diossina si è sciolta, la pizza è cotta, siamo pronti al nuovo quinquennio-filaefondi di Berlusconi.

Vota per il software Libero – Elezioni 2008

 187 total views

L’iniziativa

Abbiamo seguito con curiosità e interesse la campagna elettorale per le elezioni politiche del 13 e 14 Aprile 2008, ma abbiamo sentito parlare molto poco dei temi a noi cari, cioè il software libero e la difesa delle libertà digitali.

A pochi giorni dalle prossime consultazioni, abbiamo quindi deciso di avviare due iniziative parallele.

La parola agli elettori

Con la prima iniziativa chiediamo ai cittadini elettori di far sentire la loro voce, tramite una petizione on-line, indicando che preferirebbero votare persone a favore del software libero, per mostrare a chi governerà il Paese che il tema del software libero è molto importante.

L’impegno dei candidati

Con la seconda iniziativa chiediamo ai candidati di sottoscrivere un documento con il quale, in forza della propria libertà di mandato, prendano l’impegno di fronte agli elettori di sostenere, promuovere e votare leggi e politiche che:

  • vincolano la Pubblica Amministrazione a:

    • utilizzare software libero (fatte salve motivate ragioni tecniche);

    • adottare formati aperti (documentati esaustivamente ed esenti da qualsiasi diritto di terzi) per tutti i dati e documenti della Pubblica Amministrazione;

    • licenziare il software prodotto da o per la Pubblica Amministrazione secondo i termini d’una licenza di software libero persistente;

    • destinare preferenzialmente le risorse pubbliche (per ricerca od altro) nel settore dell’ICT alla realizzazione di progetti in software libero;

    • coordinare le scelte di spesa dei diversi enti col fine di realizzare congiuntamente spese abilitanti all’utilizzo più ampio del software libero;

    • utilizzare software libero nel sistema educativo;

  • ribadiscono l’illegittimità dei brevetti di software;

  • rendono illegittime le tecniche di “Trusted Computing” che limitano la libertà dei cittadini.

Contrariamente alle grande lobby del software proprietario, noi promotori del software libero non abbiamo grandi risorse, ma pensiamo che tante piccole azioni mirate a diffondere questa iniziativa possono rendere la causa del software libero più forte.

Per favore, pubblica questa iniziativa nel tuo blog, posta un link a questa pagina sulle liste di discussione alle quali partecipi, informa di questa iniziativa la tua lista di contatti e, se credi, cogli l’occasione per informare dei vantaggi del software libero chi non lo conosce chiedendogli di aiutarci, parlane con i tuoi vicini di casa, ma soprattutto scrivi una mail ad ogni politico della tua circoscrizione chiedendogli di aderire !

Copyright © 2008 Associazione per il Software Libero. La copia letterale e la distribuzione del materiale qui raccolto nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta (se non diversamente indicato).

Gli amici romani di Beppe Grillo e le loro idiosincrasie sul copyright

 205 total views

La lista degli “Amici di Beppe Grillo” di Roma, di cui vi ho dato qualche ragguaglio in uno dei post precedenti, non vincerà mai le elezioni amministrative.

Ma non certo perché Rutelli ne farà un sol boccone, anche se è vero, ma perché appare più come una sorta di Armata Brancaleone piuttosto che come il gruppo dei bravi cittadini indignati che si uniscono tra di loro per dire “ora basta!”.

Sono giovani, indubbiamente pieni di entusiasmo e volontà, ma dimostrano di non averci capito nulla.

Di più, dimostrano di aver capito anche troppo bene come funziona la politica.

Nel loro sito (http://www.grilliromani.it) dichiarano di sostenere la battaglia per l’adozione di sistemi operativi e software open source nella pubblica amministrazione per risparmiare sull’acquisto delle licenze proprietarie, contro lo strapotere del copyright e contro la diffusione della conoscenza.
Però diffondono le loro foto mettendoci il loro bravo copyright (vedi sopra).

Allora uno che fa? Va a vedere i contatti relativi alla battaglia per l’open source, e scrive:


Caspita, parlate di Open Source e
mettete il Copyright alle foto sulla testata del sito web?? E va beh, tutto si può
fare, per carità, però…

E ovviamente la risposta arriva:


Ciao,non mi occupo della realizzazione del sito grilliromani.it , per cui non so che
cosa risponderti .Se hai consigli e/o osservazioni a riguardo, puoi scrivere al
webmaster del sito.

Hanno già imparato a passarsi la patata bollente tra di loro, hanno, in piccolo, la stessa mentalità scaricabarilistica dei loro colleghi più illustri.

Ed è solo l’inizio.

Berlusconi: “Siete precarie? Sposate mio figlio!”

 217 total views

Ieri sera a “TG2 punto di vista” una studentessa 19enne ha chiesto a Berlusconi cosa possa fare una persona con un lavoro precario a formarsi una famiglia.A parte il fatto che certe studentesse potrebbero anche evitare di partecipare a simili programmi televisivi, soprattutto quando vanno a fare delle domande a Berlusconi, dal quale non posso aspettarsi risposte che non siano in un cero qual modo preconfezionate.

Comunque la risposta di Berlusconi è stata:

“Io, da padre le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere.”

E se lo dice uno che con quel sorriso si può permettere di vincere le elezioni e sfasciare l’Italia, c’è proprio da crederci.

Fiuggi: per chi ha fegato!

 284 total views

Se qualcuno non l’avesse ancora capito, Ciarrapico è un uomo che non rinnega niente del fascismo e che si riconosce, bontà sua, all’interno dei suoi “valori”.Lo ha detto lui stesso a “Repubblica” dopo essersi candidato nel PDL, così, se qualcuno aveva qualche dubbio sulla deriva della formazione di Berlusconi e compagnia cantante, adesso se lo può tranquillamente togliere.

Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria di Ciarrapico:

a) è stato condannato a una pena definitiva passata in giudicato a tre anni di reclusione per i fatti della cosiddetta “casina Valadier”;
b) è condannato in via definitiva per finanziamento illecito ai partiti nel 2000
c) nel 1996 è condannato anche nel processo relativo al crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, in primo grado a 5 anni e mezzo di reclusione, ridotti in appello a 4 anni e mezzo. Successivamente gli sono stati condonati 4 anni, e ha dovuto scontare gli ultimi 6 mesi in “detenzione domiciliare” per motivi di salute. La condanna è stata confermata dalla Cassazione. Non ha mai risarcito i danni alle parti civili cambiando continuamente residenza.

Berlusconi gli ha solo fatto una lavata di capo per l’inopportunità delle dichiarazioni contenute nell’intervista a Repubblica e ha continuato a guardare verso il futuro con la sua fronte non più della gioventù, tanto le elezioni le ha già vinte.

Scioperanti fiscali nelle liste del Partito Democratico

 185 total views

Massimo Calearo è di Vicenza, ricco Nord Est  ed è la penultima candidatura eccellente nel Partito Democratico, il caleidoscopio che Veltroni si diverte ad usare come giochino personale e a sfracassarlo sul senso di sopportazione degli elettori.

Quando la Lega aveva dichiarato lo sciopero fiscale, lui si era trovato perfettamente d’accordo.

Veltroni è venuto a saperlo e ha pensato: “Urka, uno che è d’accordo sullo sciopero fiscale lo candido subito nel PD”.

Per cui adesso potremo tranquillamente scegliere di NON voltarlo, e sapere che tanto sarà eletto lo stesso.

La democrazia ha un sapore amaro.