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Che sarà capitato anche a voi di aver avuto voglia di mangiare un cornetto Algida. Ma non quello al caffè, quello al cioccolato, quello al whisky (bravo chi se lo ricorda), no, quello con la panna, la granella di nocciola e la cioccolata fusa dentro e sopra, che se sei fortunato ce n’è tanta al primo morso, se invece ti va di sfiga ne becchi solo un paio di venature.
E, soprattutto quello che man mano che ti avvicini alla fine della cialda la panna si squagliucchia e ti manda in sollucchero, facendoti dimenticare i ghiacciolini del cominciamento di libidine e pregustare il cioccolato della punta che speri sia ben consistente e copioso, mentre te ne stai su una panchina a dire “Ah bene!”
Ecco, c’è sempre un bar che l’Algida non la tiene. Ed è e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e il primo bar in cui vai a picchiare le corna quando l’astinenza da Cornetto Algida (ma anche il Magnum comincia a sortire gli stessi sintomi) arriva a livelli insopportabili. Hanno tutto, hanno la Motta, la Sanson, la Nestlé, la Sammontana, qui in Abruzzo c’è chi tiene la Magrini, una volta esistevano i gelati Eldorado (bravo chi si ricorda anche questi), ma l’Algida NO. Tragedia.
Per carità, gli altri son gelati buonissimi, mica dico di no, ma è come quando chiedi una Coca-Cola e ti servono una Pepsi. No, cribbio, io ti ho chiesto una Coca-Cola, se volevo una Cola qualsiasi te lo dicevo. E lo so che la Pepsi non è una Cola qualsiasi, ma guarda caso a me non piace. E allora perché se voglio un cornetto Algida devo accontentarmi di un doppio biscuit col gelato nel mezzo e la cioccolata granellata a metà che mi ci sbròdolo la maglietta?
I bar che non tengono l’Algida costituiscono una delle scale di rottura di coglioni che il commissario Rocco Schiavone enumera nei romanzi che lo vedono protagonista. Leggeteli anche voi, Peccatori!