L’Ecuador accorda l’asilo politico a Julian Assange

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Screenshot da www.corriere.it

L’Ecuador, l’Ecuador, si fa presto a dire l’Ecuador, uno non sapeva neanche che esistesse l’Ecuador, capitale Quito, per l’esattezza, e adesso eccolo lì sulle prime pagine di tutti i giornali.

Sissignori, l’Ecuador, che è uno Stato sovrano, la cui indipendenza è regolarmente riconosciuta, ha fatto una cosa che ogni Stato sovrano dovrebbe essere in grado di fare (se no che sovranità ha??): ha concesso discrezionalmente asilo politico a una persona.

Nobile intento, si dirà, ma quando questa persona è Julian Assange, la gente comincia a storcere un po’ la bocca da una parte. Sì, è vero, esiste il diritto alla libera autodeterminazione dei popoli, ma questo Ecuador adesso cosa c’entra? Perché non si fa un po’ gli affari suoi invece di andare a rompere le scatole a mezzo mondo e concedere rifugio per motivi politici a uno che deve rispondere di reati di tipo sessuale in Svezia e che potrebbe essere estradato lì da Londra, ma poi lo vogliono gli Stati Uniti e allora le cose si complicano.

E allora si cominciano ad arrestare i suoi supporter che protestano, si comincia a dire che Assange non sarà estradato in Ecuador da uomo libero. Ora i casi sono due, o Assange ì in stato di libertà o non lo è. Se lo è bisognarebbe che qualcuno ci spiegasse cortesemente com’è che non può essere estradato o andare dove vuole, ad esempio all’ambasciata ecuadoregna; se invece non lo è, allora ci spieghino cortesemente com’è che è riuscito a raggiungere una sede diplomatica straniera in territorio britannico senza che nessuno se ne accorgesse.

E qualcuno dirà che oggi ci mancava solo l’Ecuador!

La Stampa: giornalisti sudamericani rischiano tre anni per un editoriale

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“La Stampa” oggi pubblica la notizia che un gruppo di giornalisti, in Sud America (Ecuador, per la precisione), rischierebbe fino a tre anni di carcere per un articolo contro il potere.

E si scandalizza (giustamente). Ma come, la libertà di stampa, di espressione, la critica contro il potere costituito, i diritti fondamentali all’informare, all’essere informati… siamo proprio in Sud America…

E invece in Italia dove per una diffamazione a mezzo stampa si continuano a rischiare gli stessi tre anni di carcere dove siamo, in democrazia?

Fallito in Ecuador il colpo di stato contro il Presidente Correa. Ma perche’, esiste l’Ecuador?

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Si è appena concluso un colpo di stato in Ecuador, con la liberazione del Presidente Correa che, commosso ed esultante, ha annunciato l’arresto dei poliziotti che hanno miseramente fallito il tentativo della sua destituzione.

La gente non sa nemmeno dove si trovi, l’Ecuador, quale sia la sua capitale, che lingua si parli in quella nazione, cosa sia il quechua e quali siano eventualmente le nazioni confinanti.

Si dànno notizie di una gravità estrema ed allucinante a un’opinione pubblica sbarellata dall’ignoranza, che è da sempre il primo pretesto della presunzione.

"Ah, sì, l’Equatore, quello che taglia in due la terra!"

A parte che la linea dell’Equatore non taglia in due proprio niente, si comunque di una Nazione, non di un parallelo immaginario.

Il mondo va a farsi benedire e noi non sappiamo niente.

Chiude Radio HCJB dall’Ecuador

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Vi "giro" il comunicato in inglese con cui si annuncia la chiusura delle trasmissioni di Radio HCJB dall’Ecuador in Onda Corta (le lingue interessate dovrebbero essere, oltre all’inglese, lo spagnolo, il portoghese e il quechua). Si tratta di una delle stazioni missionarie (nobody is perfect) più conosciute al mondo.

HCJB Global Voice Moves Up End Date of Shortwave Broadcasts from Ecuador

The end date for international broadcasts from Radio Station HCJB in Ecuador has been moved up as the missionary radio ministry defines new strategies for future outreach.

Anticipating the opening of the new Quito airport near the station’s international transmitter site in Pifo, staff member have already dismantled all but 14 antennas and towers. Present shortwave broadcasts in Portuguese, Spanish, German and indigenous languages, including Quichua, had earlier been announced to end no later than April 1, 2010. These international broadcasts will cease between September and November 2009.

Announcing the earlier closure date of Pifo, Graham Bulmer, HCJB Global’s director for the Latin America Region, said, “These times stretch us, causing us both to doubt and to grow in faith and hopefully drive us to confess our dependence on God. We believe He is guiding us. We hold all things with open hands and pursue understanding of what God expects of us as stewards of the resources of His kingdom.”

The Pifo closure will impact Radio Station HCJB’s Quichua Language Service with some programming moving from the shortwave frequencies to local AM and FM channels. Investigations are also being made regarding the possibility of transferring HCJB-2, the ministry’s 37-year-old FM station in Guayaquil (Ecuador’s largest city), into the hands of local partners.

The mission’s newer strategy, begun in the 1990s, has been to reduce its emphasis on shortwave in Latin America while focusing on “radio planting” or assisting local ministries realize their dream of beginning a Christian radio ministry. More than 300 local stations have been helped in these endeavors worldwide, including about 60 in Latin America. HCJB Global also continues to expand its training ministries across the region.

“The way people consume media has changed,” said HCJB Global President Wayne Pederson. “So we have the opportunity to change to delivery systems such as satellite, FM Internet and podcasting. The closing of shortwave in Latin America is strategic because of the planting of local FM radio stations across the region and around the world. These stations are staffed and programmed by local believers who can speak to the culture in their own communities.”

Pederson recently told the staff that a high priority for the mission is its initiative for Latin America called Corrientes that launches in October. The coalition of more than 10 Christian organizations involves training Latin Americans for bi-vocational mission work around the world.