Alessandra Mussolini denuncerà chi offende la memoria di suo nonno (con risp. parl.)

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Cattura

«Avviso ai naviganti  legali a lavoro per verificare il politically correct” di Facebook e di altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia alla Polizia Postale»

Alessandra Mussolini pare proprio fare sul serio. Ha messo “a lavoro” (sic!) i suoi legali e adesso chi offenderà la memoria del Duce sui social network se la vedrà con loro.

Mi chiedo se sia offensivo per la memoria della Buonanima sottolineare che Mussolini è stato il firmatario delle leggi sulla razza. O, anche, quello che ha condotto l’Italia in guerra in alleanza con quel brav’uomo di Adolf Hitler.

Non si sa, in breve, quale confine non oltrepassare.

E, comunque, il reato resta l’apologia di fascismo, non l’esprimere opinioni sull’operato e sulla figura di Mussolini, ci mancherebbe anche altro! Alessandra Mussolini denunci pure chi vuole ma non capovolga il senso della storia, perché a scuola quel ventennio buio e repressivo lo abbiamo studiato tutti, ed è grazie a valori come la resistenza e a una costituzione squisitamente democratica e impeccabilmente aperta alla libertà di espressione che la nipote di Mussolini può scrivere queste cose su Twitter.

La messa per lo zio Benito

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ben

E siamo sempre lì a ravanare nel torbido, come se veramente non esistesse alcuna differenza tra morti e morti. Come se i trecentomila della Repubblica Sociale Italiana siano davvero “caduti” e non fossero, più semplicemente e dozzinalmente, “morti” perché i “caduti” son quelli della parte partigiana e non confondiamo le carte in tavola, per piacere, giacché la liberazione è stata un simbolo di speranza, il fascismo è stato un movimento criminale che quelle libertà voleva limitare quando non abolire. Ne abbiamo le palle piene di gente che ci viene a dire che “anche loro credevano in qualcosa”, cazzo, anche il Ku Klux Klan crede in qualcosa, e probabilmente c’è gente che vi appartiene e che la domenica va alla funzione religiosa e si crede anche ganzina e pienamente in sintonia con la spiritualità di tutti, allo stesso modo in cui gli “italiani di Alessandria” ricordano addirittura il “sacrificio” di Benito Mussolini (perché si è sacrificato, lui, e gli altri invece no, vero?) e gli dedicano una messa che, come se non bastasse, qualcuno poi officerà, magari senza neanche provare disgusto. Anzi, cercando vieppiù di minimizzare, di dire che tanto le anime son tutte uguali, che anche lui è un morto come tanti. Mi ricordo una lunga sequela di improperi contro i fascisti in forma di poesia che il Benigni, quando faceva veramente della comicità -mica ora!-, recitava nei suoi spettacoli: “l’òmini son tutti uguali/ma te tu sei differente” ed è vero: non si può ricondurre Mussolini a un “tutti” generico e fargli un manifesto funebre come se fosse il vecchietto della porta accanto morto il giorno prima, anche perché il vecchietto della porta accanto non ha mai emanato e fatto rigidamente osservare le leggi razziali, Mussolini sì. E abbiamo perso il senso non dico della vergogna quanto del pudore. Quel pudore liberatorio che ci fa dire con lo stesso Benigni d’antan: “ti chiavassero la moglie tutti i morti delle guerre/e ti nascesse un figlio che assomiglia a Berlinguerre!