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Ed ecco quello che volevo scrivere da giorni.
Sul sito solocase.cloud, e, più precisamente, all’indirizzo https://www.solocase.cloud/?s=valeriodistefano.com, vengono riportati estratti e titoli del blog, come è dimostrato qui:
Me ne sono accorto perché, facendo una ricerca su Google, la copia di solocase.cloud di un mio articolo era indicizzata prima dell’originale del mio blog. Maledetti aggregatori di news del cavolo!
Non mi è stata mai chiesta, né ho mai concesso alcuna autorizzazione a riprodurre, in tutto o in parte, i miei articoli su quel sito.
Eppure sullo screenshot che vi rappresento si parla di ben 122 articoli riportati, al momento in cui redigo queste note.
Pare che solocase.cloud non sia un sito che si occupa di informazione, come ce ne sono tanti che si avvalgono di aggregatori di feed RSS, ma una risorsa che si occupa di finanziamenti , agevolazioni, situazioni di sovraindebitamento, di difficoltà e di servizi di difesa giudiziale e tutela patrimoniale per cittadini ed imprese.
L’unico modo per contattarli è WhatsApp, o la compilazione di un modulo apposito per la richiesta di informazioni e di assistenza.
Cosa c’entra dunque il mio blog? Mi occupo di diffamazione, di cattivo giornalismo, di radioascolto, di difesa del copyright e del copyleft, di cultura libera, di scuola, di politica, di giustizia, di privacy e di mille altri temi che lì per lì mi vengono in mente.
Ma, soprattutto, con quale diritto questi signori mi ripubblicano? Lo dicono loro:
“La rete Adessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento, come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana”
Io sono notoriamente un ignorante, cosa dirà mai l’art. 70 della legge sul diritto d’autore? Eccolo:
1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.
1-bis. E’ consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma.
2. Nelle antologie ad uso scolastico la riproduzione non può superare la misura determinata dal regolamento, il quale fissa la modalità per la determinazione dell’equo compenso.
3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell’opera, dei nomi dell’autore, dell’editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta.
Si può, dunque, riprodurre un’opera o una parte di un’opera (e i miei articoli sono “opere dell’ingegno”, anche se il mio ingegno è estremamente limitato), deve essere fatta a scopo didattico (e non mi sembra questo il caso. qui non si insegna niente a nessuno), scientifico (e non mi sembra neanche questo il caso), di discussione o di critica. E non mi sembra questa la nostra circostanza, visto che, collegandosi con il sito, non appare nemmeno un modulo per lasciare commenti, annotazioni, reazioni. Non esistono un indirizzo mail, un indirizzo fisico, un’interfaccia su cui esprimere le proprie opinioni sull’estratto riportato. Gli articoli non vengono riportati con una dicitura del tipo “Valerio Di Stefano, sul suo blog afferma quanto segue, ma noi pensiamo, invece, questo, questo e quest’altro” (questo è lo scopo di critica). Gli estratti vengono riprodotti sic et simpliciter, senza ulterori orpelli, mezzi o contenuti di discussione.
E l’articolo 41 della Costituzione cosa c’entra? Per puro scrupolo vediamo anche quello:
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Cosa c’entra il mio blog con la libera iniziativa privata? Nulla. Se vogliono svolgere la loro attività sono liberissimi di farlo, ma senza ripubblicare estratti e citazioni dai miei articoli. E questo è (quasi) tutto.
Ma chi sono questi signori? Da una ricerca sul whois, la loro identità è ignota. Per motivi di privacy o di opportunità hanno omesso i loro dati (nome e cognome del registrante, mail di riferimento, numero di telefono del responsabile), ma sappiamo che il dominio è stato registrato presso Aruba S.p.a, dove risiedono l’indirizzo IP e i server della risorsa.
Con l’assistenza dell’Avvocato Laura Avolio del Foro di Teramo, abbiamo proposto denuncia-querela contro solocase.cloud, per violazione dell’articolo 171, lettera a-bis della legge sul diritto d’autore (reato perseguibile d’ufficio), riservandoci il diritto di costituirci parte civile ed opponendoci fin d’ora all’emissione di decreto penale di condanna. Vi terrò informati.
AGGIORNAMENTO DEL 14/07/2020: solocase.cloud ha ripubblicato questo articolo (che resterà in prima posizione sul blog per una decina di giorni) in forma di estratto sulla pagina che vi ho segnalato. Al peggio non c’è mai fine!
AGGIORNAMENTO DEL 23/07/2020:
Il nostro lettore Francesco Pellegrino mi fa notare che solocase.cloud ha un indirizzo apposito in cui chiedere di rimuovere i FeedRSS dall’indicizzazione e dalla pubblicazione dei post sul loro sito (reperibile al link https://www.solocase.cloud/cancella-articoli-dallaggregatore/). Mi dice che la questione è semplice e che sarebbe bastato che io avessi agito in questo modo.
No, la questione non è affatto semplice. Non sono io che devo richiedere la rimozione dei contenuti DOPO che LORO li hanno inseriti indebitamente. Sono LORO che PRIMA mi chiedono l’autorizzazione a farlo, poi, se io dico di sì, vanno avanti tranquilli. Una strategia analoga è anche quella utilizzata da docplayer.it. Insomma, questi intanto pubblicano di tutto e tutto quello che vogliono, grazie a queste ripubblicazioni guadagnano clic, salgono di posizione sui motori di ricerca (ve l’ho detto che su Google alcuni articoli miei vengono prima nella copia di solocase.cloud che dalla fonte originale), guadagnano con le inserzioni grazie ai contenuti altrui. Poi, se qualcuno si lagna, riempe un modulino, grazie tante e chi si è visto si è visto.
No, cazzo, non è così che funziona!