“Con Meloni ho lavorato insieme quando io ero presidente della Camera e lei vice. È stata una collaborazione di grande correttezza e lealtà. Penso che avrà un ruolo centrale perché il centrodestra in Italia si sta facendo sempre più destra. Lei e Salvini sono e saranno anche in futuro il ticket della destra”
Fausto Bertinotti – Intervista a The Post Internazionale – via ADN Kronos
Da quel poco che ho potuto vedere su Internet, è una signora (altrimenti nominata “dama sovranista”) delle cui idee non condivido una virgola. E va beh, può capitare.
La seguo su Twitter, così come seguo svariate altre persone, non con particolare entusiasmo.
Ma è accaduto che ieri, a seguito della pubblicazione di quella che la stessa Totolo definisce una “schedatura” di chi c’è dietro al movimento delle sardine, la sua pagina Facebook (“Dama sovranista”, appunto) è stata oscurata dopo che una serie di post su Facebook aveva invitato a segnalarla:
Cioè, è bastato che qualcuno (più di uno, probabilmente) si attivasse, che segnalasse la presunta scorrettezza “ogni giorno almeno due volte” (sembra la posologia di un medicinale), per fare oscurare una pagina che aveva raccolto oltre 22.000 like? Ma allora basta veramente poco per vedersi tappare la bocca su Facebook. Come se non bastasse il fatto che si è in casa loro e in casa loro (come spiegavo in occasione della messa off line della pagina delle 6000 sardine) si fa quello che loro dicono, senza se e senza ma. Probabilmente se Francesca Totolo avesse avuto un blog personale ospitato su qualche server indipendente anziché affidarsi a Facebook e Twitter a quest’ora sarebbe ancora in linea. Ma basta veramente che qualcosa non piaccia a qualcuno perché questo qualcuno ti segnali agli amministratori e ti faccia segare la possibilità di scambiare opinioni con chi ha deciso di seguirti.
Ripeto, non è in discussione la legittimità del fatto. Probabilmente Facebook avrà le sue ragioni (che non è detto siano perfettamente e pienamente condivisibili) per bannare una pagina dai suoi domini (ragioni che spero siano state debitamente riferite alla Totolo). Ma altrettanto probabilmente (anzi, sicuramente) non è più possibile far sottostare la permanenza su Facebook alle segnalazioni arbitrarie dei suoi utenti. E’ logico che ci sarà sempre qualcuno che si sveglia la mattina assieme a te e che legge i tuoi interventi e siccome non ha nulla da fare ti segnala perché non è d’accordo. Siamo tutti sotto tiro, non ci sono santi che tengano. Ognuno può essere bannato in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione. Moltiplichiamo il tutto per i valori esponenziali che raggiunge questo meccanismo perverso a livello di dibattito politico e raggiungeremo il risultato finale: una censura imprevista e imprevedibile la cui mannaia si abbatte su ciascuno di noi. E’ toccato alle 6000 sardine, è toccato alla Totolo. Qui non c’è destra e non c’è sinistra, c’è solo da chiedersi chi sia il prossimo.
Sei un frequentatore di Facebook? Non puoi fare a meno di apparire e farti vedere dai tuoi numerosissimi amici degli amici degli amici che ti tàggano anche nelle più banali e ìnfime questioni di dubbia utilità intellettuale?
Allora non avrai potuto fare a meno di osservare questo bel cartello stradale di svolta a destra:
Iniziative? Opinioni? Blog? Informazione? Da oggi grazie anche a Facebook puoi averle anche tu, e con una bella fiamma tricolore come iconografia. E potrai perfino, come i gladiatori romani, far vedere a tutti il tuo pollice recto, così la storia saprà che a te ti piace.
Della sua iscrizione nel registro degli indagati per assunzioni illecite e per abuso di ufficio non si è più saputo niente, ragion per cui, se can che abbaia non morde, la “Sciùra” avrà
Con questa storia dei boicottaggi a Pechino ce le hanno triturate, ridotte in poltiglia, essiccate e poi polverizzate e disperse al vento della Grande Muraglia.
Gasparri, quello della legge sulle telecomunicazioni, quello con lo sguardo inebetito che cerca di guardare il mondo con l’inutile tentativo di capirne le leggi elementari, ha pensato di proporre il boicottaggio della cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Pechino perché con l’innocente candore di un bambino ha capito che la Cina è una dittatura (l’Italia invece no…) e ha concluso che se proprio ci si deve andare bisogna compiere un "gesto" significativo.
Che non si sa bene cosa sia questo "gesto", l’ombrello, il dito alzato, una pernacchia o quant’altro.
Gli atleti e la stessa coalizione di governo di cui fa disgraziatamente parte gli hanno risposto picche e Frattini ha detto "Noi ci andiamo!"
Perché finché la Cina è il luogo in cui andare a comprare ai prezzi locali per poi poter rivendere ai prezzi europei nel nostro paese tutto va bene e la Cina val bene uno sberleffo e vaffanculo anche ai diritti umani. Lo pensano e lo fanno.
E’ ovvio che delle esecuzioni capitali in Cina nessuno parla. La sola reazione per Gasparri è il non partecipare alla cerimonia inaugurale. E’ come cercare di spegnere un incendio con un bicchier d’acqua, perché per Gasparri "tutto fa", come disse quello che ciucciava un chiodo…
Bravi ragazzi. Tutti di buona famiglia. Visi puliti o, al limite, ancora brufolosi di gioventù. Insomma, dei delinquenti neanche tanto potenziali.
Il ricco Nord-Est si è espresso nella violenza in nome di una ideologia bislacca e strampalata: guerra al diverso a tutti i costi alla luce di bandiere e di appartenenze di estrema destra. Non sono le ronde leghiste, questi sono ancora peggiori.
Non sono violenze che nascono dal nulla, questi tre bravi ragazzi della Verona bene avevano già minacciato un ragazzo che indossava una maglietta del Lecce (eh, diàmine, come si permette, a Verona, poi…), preso a sprangate due ragazzi di un centro sociale. Stesso trattamento per un ragazzino che non sapeva andare troppo bene sullo skateboard e per un altro giovane che si era seduto sulla scalinata di Piazza delle Erbe (la piazza del mercato) a farsi i fatti suoi. Intollerabile.
Come intollerabile è sentirsi rifiutare una sigaretta.
E allora "vài che lo amasso", chè poi ci pensa Gianfranco Fini (Presidente della Camera, miga bàe) a dire che l’episodio non ha alcun "riferimento ideologico", ed è perfino meno grave dei fatti di violenza dei centri sociali torinesi contro la Fiera del Libro.
La Signora Daniela Garnero coniugata Santanché (questa moda di farsi chiamare con il cognome del marito deve averla evidentemente presa dalla Sciura Letizia Brichetto Arnaboldi coniugata Moratti) è stata certamente sempre esperta di bon ton, come è possibile evincere dalla foto che accompagna questo post.
Oggi Berlusconi le ha dato della “sberla“, che vuol dire che sì, insomma, è una signora piuttosto avvenente.
Con un linguaggio che rasenta i film-panettone con Boldi e De Sica, e che dimostra una innegabile capacità linguistica di discernere i registri più alti dell’idioma fissati dall’Accademia della Crusca, la Signora Garnero, invece di dargliela lei una sberla di quelle bene affibbiate, che male non gli fanno di certo, ha testualmente replicato: “E’ ossessionato da me. Tanto, non gliela do“.