Io NON sto con Giuliano Melani e NON compro titoli di Stato

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C’è un signore, un certo Giuliano Melani, che va proponendo in giro di acquistare titoli di stato per ridurre la forbice dello Spread, dei Bund, del debito pubblico, della crisi, per evitare il baratro, e per rimettere economicamente l’Italia al passo con le grandi potenze europee, ovvìa!

Melani ha un accento toscano un po’ alla Renzi, e dopo la divulgazione della sua proposta si vede la casella e-mail invasa da messaggi di richieste di aiuto, commenti, controproposte, ha due cellulari bollenti per rispondere meglio a chi gli chiede aiuto, va da Gad Lerner, svicola tutto a mancina su "Otto e mezzo", stamattina era a Radio Tre su "Tutta la città ne parla", dove il conduttore ha affermato che ormai non dorme più o dorme pochissimo, incommensurabili attestazioni di solidarietà, insomma, è il suo momento di gloria e di notorietà pubblica.

Allora, facciamo un ragionamento da bambini dell’asilo. Cos’è il debito pubblico? E’ quello che lo Stato deve pagare di interessi a chi compra i suoi titoli. Il denaro è una merce. Io ti vendo 100 euro se tu fra un anno me ne restituisci almeno 101, se no i 100 euro me li tengo per me.
Ora, se tu dimostri di non essere in grado di ripagarmi, a scadenza, i miei 101 euro, non sei affidabile. Anche se ti chiami Stato.
Come cacchio li investi i soldi che ti ho prestato? Cosa ci hai fatto? Come li hai impiegati per non essere in grado di ripagarmi un euro pidocchioso (chè tanto rendono i "bòtti", come li chiamava il mi’ nonno Armando, mica di più) dopo un anno?
I casi sono due, o non li hai impiegati, ma allora sei completamente scemo perché con l’1% netto di interesse ti basta aprire un Conto Arancio (cioè darli a una banca privata, "Conto Arancio" è una metafora) che ti fa avere almeno il doppio, la metà la restituisci ai prestatori e il resto è il tuo guadagno, oppure li hai impiegati male.

In ogni caso non te li do più.

Il signor Giuliano Melani ha pensato bene di dare il buon esempio. Ha investito 20.000 euro acquistando titoli di stato presso la filiale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno di via Montalbano a Quarrata. Obbravo. Ora mi spieghi, per cortesia, perché mai io dovrei fare la stessa cosa.

Se compro il debito che l’Italia aveva contratto a tassi di interesse minori con il tasso di interesse attuale costringo il mio paese a indebitarsi ancora di più, perché quello che non è in grado di restituirmi oggi dovrà restituirmelo domani, e con tassi di interessi maggiori.

20.000 euro per un imprenditore non sono, poi, tutto questo gran che. Non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ma credo che esistano persone che possono contare su un reddito assai minore del sor Melani e che abbiano investito in titoli di stato (i famosi "beni-rifugio") una cifra maggiore.
Sono quelli che hanno investito una liquidazione intera, o i risparmi di una vita.

E io dovrei prestare dei soldi allo Stato "anche a tasso zero" solo perché il Governo è alla frutta? E io dovrei parare le terga a Berlusconi ed essere io a dire a lui "ghe pensi mi"?? E io dovrei comprendere???

Mi dispiace, sor Melani, i titoli di stato se li compri Lei, se proprio le fa piacere. E buon pro le facciano, per l’amor di Dio. Io non La seguo.
Almeno finché qualcuno (lo Stato) non tornerà di nuovo a pagarmi per comprare i suoi titoli.

E’ Natale, fate un’offerta anche voi!! (forse…)

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Sì, sta decisamente per arrivare il Natale, o Ceppo, come diceva la mi’ Nonna Angiolina, che quando s’arrivava di questi tempi mi diceva sempre “O cosa ti porta il ciuchino per Ceppo?” Al che il mi’ nonno Armando chiosava: “Un par di ‘oglioni!”, a sottilineare che, come la metti la metti, a Natale è sempre magra. E rideva come sapeva ridere lui.

Ora, invece, che è arrivato Natale me ne accorgo dalla cassetta delle lettere.

Sono già cominciati ad arrivare gli invii dei Pii Frati Zoccolanti dell’Ordine dell’Eremo di Sant’Alvaro che mi chiedono un’offerta (detraibile dalle tasse, certo…) per le loro missioni in Zimbabwe in aiuto delle popolazioni sottosviluppate, con soli tre euro posso contribuire a regalare

Un aggiornamento da Zopa

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La richiesta di ottenere una sospensione del provvedimento di cancellazione al Tar e successivamente al Consiglio di Stato non hanno avuto esito positivo.
Non ne siamo rimasti sorpresi perchè la richiesta di sospensione del provvedimento per motivi di urgenza viene concessa – indipendentemente dal merito del ricorso – quando, nel tempo che intercorre tra l’adozione del provvedimento e la decisione finale dei giudici, si possono generare gravi danni.
Nel nostro caso è stato giudicato che tale rischio non sussistesse in quanto Zopa sta assicurando la gestione dell’esistente (ripagamento rate e recupero crediti), però il Consiglio di Stato ha riconosciuto che "… le questioni prospettate dall’appellante richiedono un approfondimento in sede di esame del merito del ricorso …".

Ci è comunque chiaro che la via giudiziale, per i suoi tempi lunghi ed esiti incerti, non è la soluzione per consentire una rapida ripartenza delle attività.

Per questo stiamo procedendo verso la nuova operatività con i conti di moneta elettronica per i Prestatori, avendo scelto IMEL.EU (Istituto di Moneta Elettronica Europeo) come partner. Al momento stiamo finalizzando le specifiche di integrazione tra i due sistemi per poter procedere con i necessari sviluppi software.
Affinchè la nuova piattaforma Zopa possa diventare operativa, sarà però anche necessario che essa sia "gestita" da un nuovo soggetto giuridico, diverso da Zopa Italia S.p.A., che abbia ottenuto dalla Banca d’Italia l’iscrizione all’albo degli intermediari finanziari ex art. 106 TUB.
Pertanto, oltre agli aspetti squisitamente tecnici relativi al perfezionamento della nuova piattaforma, stiamo anche individuando la migliore soluzione sotto il profilo giuridico affinché il "nuovo progetto" divenga presto una realtà.

Mi impegno ad aggiornarti entro metà ottobre, ma anche prima se matureranno eventi significativi per Zopa e per la community.

Maurizio Sella
Amministratore Delegato
Zopa Italia S.p.A.

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Zopa e la soluzione ai provvedimenti della Banca d’Italia

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Ricevo da Zopa e volentieri (come dicono le persone ammodino) pubblico:

E’ passato ormai un mese dal decreto di cancellazione di Zopa. Nonostante ci sia agosto di mezzo, ci stiamo impegnando al massimo affinché Zopa possa riprendere la sua attività, la community sia tutelata nei suoi interessi e possa tornare a praticare il social lending con l’entusiasmo di prima e ancor maggior fiducia.

Come vi è ormai ben chiaro, le contestazioni di Banca d’Italia sono relative alla titolarità del Conto Prestatori Zopa. La soluzione a questo problema, da noi già prospettata a Banca d’Italia, è l’apertura di un conto di moneta elettronica intestato a ogni singolo Prestatore. Si tratta di un’operazione semplice e senza costi per il Prestatore che richiede però un breve periodo di messa a punto della piattaforma tecnologica e dei processi operativi di Zopa. Abbiamo già iniziato a lavorare con il partner prescelto  e contiamo di essere pronti in settembre.

Infine una nota operativa: quest’anno il team di Zopa si merita una settimana di tregua, i nostri uffici resteranno chiusi dal 17 al 23 agosto. Tutte le procedure di ripagamento rate restano però attive, così come richieste urgenti inviate via mail saranno evase.

Vi manderemo un aggiornamento entro metà settembre, quando saranno maturati una serie di fatti importanti per Zopa e la community.

Maurizio Sella
Amministratore Delegato Zopa Italia SpA

La Banca d’Italia paralizza Zopa.it. E Tremonti fa rientrare i fondi depositati all’estero

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Qualche giorno fa vi avevo parlato di Zopa.it, e del suo semplice, meraviglioso, equo, solidale modo di fare investire denaro in prestiti per chi ne ha bisogno (sì, magari per comprarsi il SUV e andarci a spiaccicare la gente per strada, ma lasciamo stare).

Tu avevi qualche soldo, fissavi i tassi di interesse a cui volevi prestarlo, Zopa ti trovava chi era disposto a comprarti il denaro a quel tasso, glielo metteva a disposizione e si prendeva le sue commissioni, mentre al prestatore restava un interesse di tutto rispetto, decisamente superiore ai titoli di Stato.

Adesso Zopa è praticamente paralizzata da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione della Banca d’Italia, l’ha cancellata dall’elenco degli intermediatori finanziari.

In pratica, hanno voluto farli fuori, con la scusa che l’esistenza di un conto prestatori (il conto corrente bancario su cui vengono versati i fondi che poi vengono materialmente prestati), producendo un interesse (i fondi restano a disposizione di Zopa.it finché non vengono effettivamente prestati) e che quindi, questo, costituirebbe un’attività di tipo bancario.

Oltre a loro, hanno voluto far fuori un nuovo modo di vedere il rapporto tra le persone e il rapporto con il denaro, svincolato dalla logica delle banche e più vicino a una concezione "peer-to-peer".

Naturalmente, dall’altro lato, il Ministro Tremonti "prevede una sanatoria con “esclusione di punibilità” per coloro che, avendo denaro all’estero, provvedono a farlo rientrare in Italia acquistando titoli di Stato (Bot e Cct)."

Lo Stato è con l’acqua alla gola e sta cercando di far fuori tutti coloro che gli impediscono di recuperare liquidità.

Ad ogni modo, e per quello che può valere, ecco i servizi che restano attivi per i Prestatori e per i Richiedenti:

Prestatori:
– accredito mensile delle rate dei prestiti in corso
– controllo movimenti e saldo Portafoglio Zopa
– controllo dell’andamento dei prestiti finanziati
– ritiro fondi
– aggiornamento dei propri dati personali.

Richiedenti:
– addebito rate fino a estinzione del prestito
– estinzione anticipata del prestito
– visualizzazione dettagli del prestito in corso
– controllo avvenuto ripagamento rate
– aggiornamento dei propri dati personali.

Conta si’ il denaro… altro che chiacchiere

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Il Papa non ha perso l’occasione di pronunciarsi sulla crisi economica internazionale.

Per il Sommo Facitore di Ponti, John Razzo 16, il denaro è un valore assolutamente secondario, e i soldi scompaiono così come arrivano (naturalmente grazie alle iniziative delle banche, e lo IOR, la banca del Vaticano, sembra proprio rientrare in questa categoria, pur con la sua peculiarità).

Chissà perché, però, al Vaticano i soldi non scompaiono mai, anzi, ne hanno sempre di più.

Poi ci sono le famiglie strozzate dai tassi variabili dei mutui concessi a condizioni da strozzin… assolutamente favorevoli dagli istituti di credito che devono rivendersi la casa per fare fronte al mutuo e restare in mutande, quando non per strada…

(lo screenshot è tratto da www.repubblica.it)