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Lo hanno presentato come un film divertente, magari comico, ma l’ho trovato un grandissimo sfracassamento ‘e cogghiuna.
Non mi fa ridere, e questo è tutto. Non solo per la coincidenza temporale che ha visto uscire la pellicola, parodia del modello del puttaniere di stato portata all’esasperazione (un po’ eccessivo il Kitsch di certi colori e ambientazioni), per cui il riferimento alla tristezza della situazione di governo è fin troppo scontato, ma anche per il fatto che Albanese/La Qualunque è strepitoso nei dieci minuti di gag sul Partito d’u pilu, ma le battute a raffica si diluiscono troppo quando il personaggio deve reggere un’ora e quaranta di film.
“Qualunquemente” è triste come tutti i film di questo genere, quando i personaggi e le macchiette incontrano il grande schermo si appiattiscono e diventano vittime di loro stessi.
Qualche battuta divertente c’è, per forza, ma il personaggio è comunque triste e deprimente come un militare di leva a Bressanone, i ritmi da incalzanti e pirotecnici si fanno lenti e sonnolenti, Sergio Rubini fa un cammeo poco convincente e io ho speso 5,50 euro per nulla. ‘N ‘tu culu!
Da evitare al cinema, Cetto è da guardare, riguardare, riguardare ancora e studiare a memoria in TV.