369 total views
Dice: ma càpitano tutte a te? Toh, davvero! O, meglio, non è vero, son cose che càpitano anche agli altri. Solo che gli altri non hanno un blog e, soprattutto, non ne parlano.
Quando mi trasferii nella mia nuova dimora da cui gestisco i miei siti (o sytarelli), oltre ad avere bisogno delle cose fondamentali (acqua, gas, corrente elettrica), avevo bisogno anche di una connessione internet. Da prima mi sono rivolto alle compagnie telefoniche che hanno un limite di gigabytes di traffico. Ma non ero soddisfatto. E poi per i siti (o sytarelli) e per il lavoro avevo bisogno di una connessione stabile. Ma non volevo mettere un telefono fisso. Non ne avevo e non ne ho tuttora bisogno.
Quindi mi sono rivolto a Linkem per avere una connessione dati senza linea fissa. Efficientissimi. In tre giorni mi arrivò il modem (un coso di forma cilindrica) ed ero in linea. Potevo navigare. Ma c’era un problema: il protocollo FTP funzionava a strattoni, e io dell’FTP ho bisogno come del pane. Peccato, peccato davvero.
Decisi quindi, entro i 14 giorni previsti dal Codice del Consumo, di avvalermi del diritto di recesso. Ho restituito il modem (a loro spese, bravi!) e sono passato a un altro gestore, con cui mi trovo decisamente meglio (la connessione FTP è una scheggia). Pensavo che la situazione si fosse risolta così. Com’è bello poter esercitare i propri diritti e poter contare su persone gentili!
Invece no. Invece stanotte mi arriva un SMS da parte della banca che gestisce la mia carta di credito (svegliandomi con un bzzz bzzz, nonostante io dorma come un sasso e con i tappi nelle orecchie!) in cui mi si comunicava gentilmente che mi era stata addebitata una settantina di euri a saldo della prima fattura emessa.
Fattura? Con il diritto di recesso esercitato nei tempi dovuti? 70 euri? E chi ho ammazzato io?
Stamattina telefono al costumer care. Ci tengono a farmi sapere che tutto il personale che risponde alle richieste degli utenti è regolarmente assunto con un contratto (a tempo determinato o indeterminato? Non si sa!) e che loro non utilizzano precari. Obbravi!
Aspetto cinque minuti che mi sembrano eterni (sempre con la formula di rito: per non perdere la priorità acquisita -io acquisisco priorità? Non lo sapevo-) e mi risponde Simona. Le espongo il problema e mi dice “Oh, Maria vergine! Questo non doveva proprio succedere!” Eh, lo so, ma intanto che si fa? “Apro subito una segnalazione e sollecito lo storno della fattura con rimborso sulla Sua carta di credito.” Ecco, così si fa. Chissà questo rimborso quando mi arriverà, ma intanto devo pagare (anzi, ho già pagato!).
Son cose che succedono ai vivi.