L’ex ministro degli interni e leader della Lega Matteo Salvini è stato raggiunto nei giorni scorsi da un verbale di invito a dichiarare o eleggere domicilio e nomina del difensore di fiducia a seguito della querela per diffamazione sporta a suo tempo da Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch. A suo tempo Salvini aveva replicato: “Infrange leggi e attacca navi militari italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca! Bacioni” “Mi mancava – prosegue Salvini – l’istigazione a delinquere. Con tutti i problemi che hanno i tribunali, arriva una signorina tedesca viziatella e di sinistra che ha come passatempo notturno anche lo speronamento di militari che per me è reato. Noi che facciamo? Contro denunciamo, io non ho mai attentato alla vita di nessuno”.
“Ora basta. Lo devo a Stefano, a mio padre ma soprattutto a mia madre. Questo signore deve smetterla di fare spettacolo sulla nostra pelle”
Queste le parole di Ilaria Cucchi che hanno preceduto l’annuncio della deposizione di una querela per diffamazione contro Matteo Salvini.
La Cucchi, rappresentata e difesa dal legale e compagno Fabio Anselmo, ha stigmatizzato il commento di Salvini alla sentenza del processo che ha visto condannati a 12 anni due carabinieri per omicidio preterintenzionale del giovane geometra romano, secondo cui la droga fa male sempre, evidenziando come Stefano sia morto per le percosse ricevute e non per droga (con sentenza stabilita da un Tribunale dello stato).
Salvini era già stato querelato per diffamazione da Carola Rackete. Ha dichiarato:
«Dopo Carola Rackete, mi querela la signora Cucchi? Nessun problema, sono tranquillissimo dopo le minacce di morte dei Casamonica e i proiettili in busta, non è certo una querela a mettermi paura», dichiara ancora il leader della Lega. «Spero che il Parlamento approvi subito la legge “droga zero” proposta dalla Lega, per togliere per sempre ogni tipo di droga dalle strade delle nostre città. Ripeto, dopo le minacce di morte dei mafiosi non sono Ilaria Cucchi o Carola Rackete a farmi paura».
Replica la Cucchi in querela:
Salvini «insiste ancora a collegare la morte violenta di Stefano Cucchi alla droga, auspicando provvedimenti che affrontino questo problema che – nel suo ragionamento – è causa delle morti come quella di Stefano Cucchi, dovuta invece alla condotta illecita e violenta di due appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Ma soprattutto, aggiunge un’infamante offesa alla sottoscritta, paragonando la sua intenzione di sporgere querela alle minacce di morte rivoltegli da gruppi criminali».
Apprendo in questo momento che anche l’ormai ex Ministro degli Interni Matteo Salvini è stato iscritto nel registro degli indagati (ormai a luglio) per diffamazione (è bello avere un punto in comune!). L’atto è stato posto in essere a seguito delle denunce presentate dai legali di Carola Rackete per quanto scritto da Salvini sui propri profili social a proposito della Comandante della nave SeaWatch 3 e dello sbarco avvenuto. Nella denuncia il legale della Rackete chiedeva tra l’altro il sequestro preventivo degli account di Salvini sui social, sostenendo che le espressioni nei confronti della sua assistita non sono il frutto di un legittimo diritto di critica ma di una diffamazione gratuita e di un violento attacco nei suoi confronti. La Procura di Roma, una volta ricevuti gli atti ha iscritto Salvini nel registro degli indagati e ha inviato a Milano il fascicolo per competenza territoriale.