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La notizia non è nuova, anche se la apprendo solo in queste ore. Quindi rilassatevi, nessuna novità.
Ci tenevo solo a sottolineare che Paolo Attivissimo ha visto i defunti. Lo ha scritto lui nel 2015 sul suo blog (l’ultima correzione dell’articolo risale al 2017). Emotivamente non c’è nulla di male nel vedere i defunti. Anch’io ho visto la buonanima di mio nonno Raffaele mentre ero in coma farmacologico, infuso di morfina fino alla punta dei capelli. E lo vedevo davvero, come se fosse stato lì a parlarmi. E io gli rispondevo. Sono esperienze emotivamente (e, ripeto, solo dal punto di vista emotivo) molto intense. Ma spiegabili. Nel mio caso è perché la morfina provoca, come effetto collaterale a quello antidolorifico, delle allucinazioni. Quindi è normale che io abbia visto questo e molto altro, finché ero sotto l’effetto del farmaco.
E’ anche comprensibile che Paolo Attivissimo, nel vivere un’esperienza di forte impatto come quella della perdita di un caro amico, abbia rivelato di averlo visto. Io ho perso una amica carissima in circostanze tragiche e la sogno spesso. Ogni tanto mi sembra di sentirne la voce. Segno che il bene che le ho voluto in vita è sopravvissuto alla sua stessa morte e che sono ancora affezionato al suo (caro) ricordo. Questo vale, naturalmente, anche per Paolo Attivissimo.
Però io lo so che mio nonno non poteva essere presente al capezzale del mio lettino di ospedale, perché si dà il caso che sia morto nel 1970. Così come so che la mia amica assassinata nel parcheggio di un ospedale non può rispondermi né parlarmi, che tutto questo è frutto della elaborazione psicologica della mia suggestione (o di una suggestione indotta, si veda il caso).
Paolo Attivissimo però no. Lui di questa esperienza ha scritto un articolo per “Le Scienze”. E il bello è che “Le Scienze” glielo ha pure pubblicato. Perché, comunque, a detta di Attivissimo “bisogna capire che le esperienze paranormali, per chi le vive, sono potenti e reali e vanno trattate con rispetto e non con scherno”. Ripeto, massimo rispetto per il sentire e la sensibilità di Attivissimo rispetto a un’esperienza dolorosa. Ma questa non è un’esperienza paranormale. Le esperienze paranormali, in quanto tali, non esistono. I morti non si vedono, non ci si parla, sono morti e basta. Tutto quello che vediamo o sentiamo è frutto della nostra psiche che non sa darsi pace e affronta il dolore come può. Ora rappresentando una situazione, ora dandoci l’illusione (ma, ripeto, è solo un’illusione) di vedere o sentire una persona cara. E’ una semplice esperienza di vita, credo, molto simile a quella che ci viene offerta dai sogni.
Ma, se mi permettete, una persona iscritta al CICAP, che è stata già presidente della sezione del Canton Ticino, come rivela l’implacabile Wikipedia e che ammette di aver aver avuto una esperienza “paranormale” di questo genere sono cose che non vanno poi tanto d’accordo. Chi smonta (per vocazione, associazione o tentazione), notizie e crede a un approccio scientifico non può dare per scientifico tutto ciò che non è dimostrabile e, quindi, non dimostrato. Attivissimo è un accanito oppositore dell’omeopatia (e fa bene), ma se lui ha visto i defunti non si vede perché non ci possa essere anche chi crede che una molecola, diluita per centinaia e centinaia di volte in acqua fresca (ma anche a temperatura ambiente), possa far bene (questa, più che un’esperienza “paranormale” è un pensiero paranoide, ma ognuno ha il diritto di avere le paranoie che meglio crede).
Lasciamo che i defunti stiano dove stanno, senza caricarli delle nostre personali aspettative o dei nostri dolori. Vivremo tutti molto più sereni.