“Previsto per il 1° maggio un calo di temperature anche di 10° C. Lo aspetto come un bambino aspetta i doni di Natale la notte del 24. Sì, vieni Signore Gesù!!”
Fa caldo, le temperature sono al di sopra della media stagionale (che non ti dicono mai quale sia), alcune città sono a rischio.
E via alla sfilza di consigli:
mangiare molta frutta e molta verdura, preferire il pesce alla carne, non muoversi nelle ore più calde, uscire con un cappello, proteggersi mentre si prende il sole, e soprattutto bere, bere tanta acqua.
La quintessenza della banalità ci viene da trasmissioni specialistiche e dai consueti esperti, quando c’era la mi’ nonna Angiola, po’erina, che me li dava senza nemmeno accendere la televisione. Di medicina non ne capiva nulla ma che soffriva un caldo dell’accidente, ecco da chi ho preso..
Caldo. Caldo infame, fetido, notti che sanno di caldo, lenzuola che sanno di caldo, aria che puzza di caldo. Estate. L’estate sta finendo, l’estate è finita ma la coperta non è ancora gelata, quanto cazzo dura quest’estate, siamo a fine mese, ci dovrebbero essere le gocce di rugiada intorno a me, cerco il sole ed eccolo lì, caldo e spietato, la campagna non dorme, no, è piena di caldo e zanzare, e gli irrigatori fanno zip zip zip zip in continuazione, che l’acqua non c’è più, se l’è portata via il caldo, vaffanculo. Mare. Mare caldo, chiaro e trasparente come non lo sono mai stato, cazzo me ne frega del mare. Olio, olio abbronzante, creme doposole, idratanti, emolienti, al cocco, coccobelloooooo, cazzo avrete da strillare così, e i bambini entrano in acqua, e le mamme gridano dietro, li rincorrono, ti schiaffano la sabbia addosso, ma un po’ di attenzione no? Pizze. La gente mangia le pizze. D’estate, col caldo, pizza calda, pizza margherita, col Wurstel, con le patate, si abbottano tutti di pizza e di caldo, si macchiano le canottiere, ma esistono ancora le canottiere?…quelle con le spalline, saranno secoli che non le vedevo più, e ci venite in pizzeria, mi dia quel pezzo lì col salame piccante e la cipolla anzi no, me la scaldi, e si aggiunge caldo a caldo, come se non bastasse mai. Ciabatte. Cazzo, ma i sandali non usano più? Solo ciabatte. Infradito, di plastica, che ci sudi dentro, che ti spuntano fuori le dita a chiedere pietà, ciabatte di cuoio, di quelle incrociate, da pensionato, marroni, che fanno ospedale, reparto oncologia, senza speranza, come il caldo che fa, come tutta l’estate, che il diavolo se la porti. Traffico. File, macchine stipate all’inverosimile, traffico lento ma scorrevole, dovrebbero ammazzarli quelli che dicono “traffico intenso ma scorrevole”, ma mi prendete per il culo? Mi faccia il pieno, e la benzina che scende nel serbatoio dalla pistola ti fa vedere l’asfalto tremolante, come quando fa caldo, sono sessantaquattro euro che faccio, lascio? Paga col Bancomat, in contanti o con la carta di credito e tiri fuori il portafoglio ed è sudato anche lui, banconote impregnate di caldo che si accartocciano, si ammosciando, si intridono, chissà come mai con le lire non succedeva. Previsioni del tempo. Le temperature non subiranno variazioni di rilievo e si prevedono in ulteriore sensibile aumento soprattutto nei valori massimi, accidenti a voi e a quando non lo dite a chiare lettere che farà ancora più caldo, io devo riprendere a lavorare, le vacanze sono finite, il prossimo collegio docenti è convocato alle ore 10 del 3 settembre per l’approvazione del POF, e stavolta mi avete fregato ma l’anno prossimo mi prenoto le vacanze a Helsinki.