Il cielo sopra Berlino

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"Berlinermauer" di Noir dal de.wikipedia.org. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Berlinermauer.jpg#/media/File:Berlinermauer.jpg
“Berlinermauer” di Noir dal de.wikipedia.org. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons – http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Berlinermauer.jpg#/media/File:Berlinermauer.jpg

 

Io Juventus-Barcellona l’ho vista sulla ZDF, il secondo canale televisivo tedesco.

Onde evitare di dovermi appisolare di fronte al pacato e compito andamento teutonico della telecronaca, ho abbassato completamente l’audio del satellite e ho alzato quello della radio sintonizzata su Radio Uno. L’effetto era che la radio dava notizia dei gol, ma con le immagini li vedevo con quei 5-6 secondi di ritardo.

Poi il mio solerte lettore Malfanti Aristide mi ha fatto sapere che trasmettevano il tutto su Canale 5, ma non importa, mi sono creato il mio servizio pubblico personalizzato e tanto fa.

Se ne parla ancora di questa partita in cui mi sono ritrovato a tifare Barça perché non se ne poteva più, perché una lezione alla Juventus dei miracoli e dei colpi di culo ci voleva. Se ne parla ancora, dicevo, perché c’è ancora chi vuol dire che la Juventus ha perso, sì, ma è uscita dal campo a testa alta (che io questa cosa qui mica la capisco tanto bene, uno può uscire con la testa un po’ come gli pare ma se ha perso ha perso), che si sono visti sprazzi di bel gioco (sì, ma quello che conta è il pallone che entra in rete) e che il migliore in campo è stato senza dubbio Buffon (che infatti si è visto passare quattro gol di cui cui uno annullato).

Se si va avanti così vorrà dire che la Juventus avrà vinto un pochino di partita, che gli altri sono stati bravissimi, imbattibile, ma anche la Juve ha giovato con il cuore, tant’è vero che Pirlo ha pianto. Hanno fatto una buona partita, potevano anche vincerla se le cose fossero andare in un altro modo (questa è una delle frasi calcistiche più spese di tutto il lessico dell’inutilità di cui il calcio è permeato), complimenti agli avversari ma gli juventini non sono stati da meno. Già, solo che hanno perso.

E sarebbe anche l’ora di stenderci un velo pietosetto, che una partita non è pane e i discorsi intorno ad essa non sono filosofia. Oggiù.

Vincere!

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La parola d’ordine è una e una sola: “Vincere!” E vinceremo. Forse.

Perché se non battiamo gli “uruguagi” (come si dice alla radio con invalso orrendo latino-americanismo -dire “uruguayano”, come faceva correttamente Paolo Conte, non si usa più-) sono cazzi acidi. Anzi, se perdiamo ce ne torniamo a casa e poi non c’è più nulla di cui parlare. Nulla che abbia un senso, nulla con cui riempire il vuoto comunicativo che ci attanaglia e che la Nazionale sostituisce così bene, fra moduli di gioco, scelte tattiche, quattro-quattro-due, verticalizzazioni, caviglie di Buffon, pontificazioni di Pirlo.

Dobbiamo vincere a tutti i costi, ne va della salute mentale di una nazione intera. Ne va della conservazione della sua ottusa arroganza, quella per cui avremo anche perso contro la nazione più felice del mondo, ma noi siamo i più prepotenti, che ci combina prendere anche solo vagamente in considerazione l’ipotesi di poter tornare a casa? Noi?? Noi che quatti quatti facciamo ricomparire in Senato una norma per l’immunità siamo la quintessenza dell’astuzia, dell’intelligenza, del gattopardismo.

Vinceremo! O più probabilmente no, ci accontenteremo di un pareggio, giusto per passare il turno, ignobile patteggiamento cerchiobottista che compie l’imperativo categorico della sopravvivenza senza sporcare troppo.

“Non è vero che abbiamo perso, non abbiamo vinto, è diverso…” (cit.)

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Abbiamo perso ma eravamo in dieci, eravamo stanchi, abbiamo fatto tanta fatica, abbiamo avuto solo tre giorni per preparare una finale, la squadra ha giocato bene, comunque sia siamo caduti in piedi, i tedeschi mangiano le patate, Buffon è il nostro Capitano, Balotelli ha giocato un match meraviglioso anche se non ha toccato palla, gli spagnoli hanno sofferto ma non ci hanno umiliati, ci hanno solo fatto quattro gol,  e comunque è tutta colpa di Beppe Grillo se da domani ci risvegliamo con calciopoli.

Vincere! E vinceremo!!

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Iconografia circolante su Facebook nelle ultime ore

La parola d’ordine, tanto per cambiare, è una e una sola: vincere. E vinceremo.

Vorrei tanto che perdesse, ma l’Italia vincerà contro la Spagna, stasera, conquisterà il titolo europeo, tutti andranno nel più totale delirio perché i campioni in quanto campioni non truccano le partite e possono scommettere dal loro tabaccaio, tanto sono soldi loro e quindi tutti zitti, del resto se i soldi se li sono fatti giocando al calcio e noi non siamo stati altrettanto bravi non possiamo prendercela con nessuno. Con la Russia il 1 giugno abbiamo perso 3-0 ma era un’amichevole, e quindi il messaggio è che con un po’ di prepotenza e di faccia tosta si può mettere a tacere tutto, perfino calciòpoli, tanto delle amichevoli chi se ne frega.

E intanto sui social network si trovano queste iconografie un po’ patchwork, stucchevoli e superstiziose dedicate ai “nostri campioni”. Continua la lettura di “Vincere! E vinceremo!!”