Umberto Bossi ha cambiato cellulare

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Oggi abbiamo una notizia sconvolgente nel panorama dell’informazione nazionale: Umberto Bossi ha cambiato numero e/o cellulare e ha mandato un SMS a tutti i suoi contatti per comunicare che d’ora innanzi sarebbe stato reperibile direttamente sulla nuova linea, considerato che l’apparecchio che deteneva in qualità di Ministro della Repubblica ha dovuto restiturlo.

Davvero non ci si crede, ma com’è stato possibile? Al mondo non c’è NESSUNO che cambi numero di telefono, per necessità o solo per sfizio e che, successivamente, comunichi il suo nuovo recapito alle persone che ci tiene a continuare a contattare.

Questa sì che è una notizia! Corriamo subito a pubblicarla sul Corriere della Sera (se no poi si rischia che la gente non ne venga a consocenza, e potrebbe essere una disgrazia…)

Federalismo: schiaffo al Parlamento

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– Avete problemi di allergia alle Commissioni Bicamerali?
– Le vostre proposte di legge finiscono sempre in pareggio?
– I Comuni vi stanno alle calcagna?
– Avete bisogno di attuare il FEDERALISMO®ma non vi sentite compresi da nessuno?

Dàte anche voi un bello

SCHIAFFO AL

PARLAMENTO©

e comincerete a sentirvi subito meglio e a mostrare a chiunque che siete anche voi dei bèi PREPOTENTONI™, altro che discorsi!

Ma ricordate: SCHIAFFO AL PARLAMENTO© è un presidio sanitario d’urto e di emergenza adatto ad affrontare problemi non risolovibili altrimenti, per gli effetti collaterali e le modalità d’uso consultate il medico o rivolgetevi all’On. Prof. Umberto Bossi, con rispetto parlando.

Il solito “vile attentato” alla Lega da parte dei soliti “vigliacchi” anarco-insurrezionalisti

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Hanno sparato tre o quattro petardi vicino casa di Bossi, stanotte, a Gemonio, e siccome il portone e alcune vetrate della sede locale del movimento "per l’indipendenza della Padania" si sono un po’ danneggiati, ecco che si parla subito di vili attentati, di anarco-insurrezionalisti (tanto, quando non si sa a chi dare la colpa ci sono sempre gli anarco-insurrezionalisti a fare da capro espiatorio, ma poi, chi sono questi anarco-insurrezionalisti? Qualcuno ne ha mai visto uno? Sono come gli unicorni, ne parlano tutti ma non li ha mai visti nessuno), di gesti infami e codardi, di attentato alla democrazia, Maroni dichiara che non si lasceranno intimidire (e certo che non si lasceranno intimidire, cosa dovrebbe intimidirli, qualche petardo? E se fosse stata la bomba di Maradona a scoppiargli sotto casa cosa avrebbero dovuto fare, farsi ricoverare tutti in cardiologia per infarto fulminante?).

La cose che non tornano sono due:

a) su un video del Corriere della Sera (oh, mica Radio Padania!) si dice chiaramente che i bòtti sono stati uditi distintamente da tutta la popolazione di Gemonio Varese (controllate, controllate pure), ma che il leader della Lega Umberto Bossi, che era rientrato a casa da pochi minuti è stato avvertito dai carabinieri dell’accaduto. Ma se abita a 100 metri di distanza! Ecco quello che mi indigna, il sensazionalismo delle notizie, il pretendere di darci a bere che si sia trattato di chissà che cosa e poi contraddirsi in questo modo sterile e puerile, perché se i rumori delle esplosioni sono arrivati fino alla periferia, come faceva Bossi a dover essere avvertito dai Carabinieri?

b) una foto, pubblicata dallo stesso Corriere della Sera mostra chiaramente che nel negozio accanto alla sede della Lega (almeno credo si tratti di un esercizio commerciale) le vetrine sono intatte, pare insomma che non ci siano danni di rilievo.

Nel frattempo  Arianna Ciccone del gruppo "Valigia Blu" ha segnalato Radio Padania alle Autorità competenti perché, a suo dire, “gli studenti padani invitano le forze dell’ordine a spaccare le ossa ai manifestanti”.

Bossi e il lodo Alfano allargato: “Il Cavaliere va difeso”

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L’idea del giorno è quella di un lodo cosiddetto "allargato".

Ovvero la sospensione dei processi per il premier (fin qui nulla di nuovo) fino alla fine del mandanto anche se il procedimento è cominciato prima dell’assunzione della carica (e qui starebbe la rivoluzione copernicana).

Del resto, ha detto Bossi, "il premier lavora per il Paese, qualcosa gli devi dare".

Come se non bastassero i denari che si prende e che paghiamo regolarmente ogni giorno con le nostre tasse (versate, quindi sui redditi regolarmente dichiarati al fisco).

Ah, il tutto sarebbe esteso (da qui la denominazione di "lodo allargato") anche ai ministri, così si fa un favore anche a Blancher e al suo ministero "ad hoc".

La dichiarazione di Bossi non appare tanto assurda perché strampalata, anche se lo è. E’ grottesca perché pretende di convincere gli italiani che è normale dare un contentino al Presidente del Consiglio solo perché lavora per il paese, così potrà continuare a lavorare indisturbato, soprattutto dai magistrati che gli chiedono conto delle proprie azioni.

Questa gente parla il linguaggio dell’assurdo facendolo passare per assoluta normalità, banalità, quotidianità e impunità. Allargata.

Roba da Facebook! – Bossi Renzo, di Umberto

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Il figlio del Senatur si è visto togliere da Facebook, giochino preferito dalla maggioranza degli italiani, peggio delle palline clic clac negli anni 70 (quelle che facevano certi bernoccoli sulle nocche delle mani e sulla testa che lèvati…) una specie di vidogame che si chiamava "Rimbalza il clandestino".

Il sempre solerte e studioso Renzo Bossi ha messo da parte i suoi brufoli e si è subito messo a pensare al contrattacco, probabilmente farà circolare in rete un giochino intitolato "Ciàpa ‘l bastùn e spàca ‘l terùn".

Avete il programma, ma non siete riusciti a cavare un ragno dal buco, nienete paura, appare la scritta «Prova ancora e dimostra di essere un vero leghista». Se non ci riuscite, ovviamente, i pirla siete voi.

Intanto, però, il Game Over è arrivato per il Renzino. Perché Facebook, essendo una cazzata vera e non una cazzata finta, ogni tanto qualcosa di vero lo fa.

Ryanair, Bossi, la Lega e i passeggeri italiani

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Ancora una volta ci sarà chi pensa che sia un falso.

Invece stavolta la Ryanair dalla home page italiana del suo portale ha usato l’immagine del per nulla provocatore Bossi con tanto di dito alzato, per dire che il Governo Italiano, tanto per cambiare, va in quel posto ai passeggeri e ai cittadini.

Il che è vero, ma la Lega si è incazzata e ha promesso azioni radicali, non voleranno più con la Ryanair. Beh, adesso che risaneranno l’Alitalia, con tutta quella gente in esubero, finalmente avranno la possibilità di volare con una compagnia di bandiera, rigidamente italiana, schiava di Roma e centralista.

Altrimenti vadano a prendere AirOne, vadano a prendere AirDolomiti, vadano a prendere la Lufthansa, vadano a prendere Iberia, e vadano anche a prenderselo dove credono meglio già che chi sono.

Io il 1 agosto vado a Londra. Con RyanAir. Ormai è diventata una questione politica.

(screenshot da www.ryanair.it)

Umberto Bossi schiavo di Roma

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Bossi quel dito sa benissimo dove se lo deve cacciare, e su questo pare proprio che non ci siano dubbi.

Il Ministro della Repubblica schiavo di Roma che da Roma prende un lauto stipendio ha sbofonchiato qua e la’ sugli insegnanti del sud che bocciano i figli dei padani (e pensare che potrebbero tirare avanti ignoranti e felici!) ha alzato il medio verso l’inno nazionale che non e’ nemmeno questo gran bel pezzo di musica colta, e ha fatto indignare Schifani, Fini, Napolitano e Berlusconi.

Che, infatti, oggi, saranno i primi impuniti del Lodo Alfani che diventera’ legge dello stato esecutiva a metà settimana (ecco, come ci siamo rimasti?)

I fucili del Sciur Umbert

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Dire che Bossi mi sta antipatico è una tautologia.

Ci gode proprio a rendersi nemica la maggior parte dell’opinione pubblica e a confinarsi nel partitello-ombra di Berlusconi a riempire le ampolle con le acque del Po.

E stavolta ha detto che se non cambiano le schede, lui e i suoi imbracciano i fucili.

Certo, a sentire le "sparate", trattandosi di fucili, c’è solo di che non stupirsi.

Ma soprattutto a questo signore che dall’alto della sua età e della sua emiparesi gioca ancora ai soldatini, c’è poco da prestare attenzione.
Umberto Bossi nel 2001 è stato condannato dal giudice di Cantù a un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per vilipendio della bandiera tricolore, sei mesi in meno rispetto alle richieste del pm Claudio Galoppi.
La sentenza è stata resa definitiva dalla Corte di Cassazione e il Senatùr, che qui vediamo inquadrato in una delle sue pose migliori, è stato condannato definitivamente a 3000 euro di multa perché voleva usare la bandiera come carta igienica.

Quello che, forse, non è mai stato detto, è che i giudici della cassazione hanno revocato la sospensione condizionale della pena, quindi i danè, il coso lì, il Bossi, li deve tirare fuori e sull’unghia.

Nel 1994 aveva ammesso di aver ricevuto una tangente dalla Montedison, e si è beccato altri 8 mesi dalla Cassazione per finanziamento illecito ai partiti.

Tra meno di una settimana sarà ministro della Repubblica nel Governo Berlusconi.

Federalismo fiscale in forma di evasione creativa

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Il Signor Bossi Umberto, eletto deputato all’Assemblea di Montecitorio, non più in carica dal 28 aprile 2006, nato a Cassano Magnago l’addì 19 del mese di settembre dell’anno 1941, titolare di diploma di maturità scientifica ed ex ministro della Repubblica, ha proposto un nuovo sciopero fiscale, con lo scopo principale, dice lui, di mandare a casa Prodi.

Dovrebbe sapere che per mandare a casa Prodi non bisogna fare nessuno sforzo, ci andrà da solo, prima o poi, lasciando via libera al patto tra Partito Democratico e UDC.
Si rilassi, dunque, se io fossi all’opposizione non farei altro che stendere un velo di silenzio su tutto il panorama politico.

Ma è la proposta che fa ridere. Per non piangere. Le tasse vanno pagate fino all’ultimo centesimo ma direttamente alle Regioni e non allo Stato Centrale.
Con la conseguenza che avremmo dei cittadini virtuosi e non evasori, ma formalmente inadempienti.
Come dire, agli zoppi calci negli stinchi.

Il Signor Bossi Umberto è stato condannato alla pena detentiva di otto mesi, passata in giudicato e quindi definitiva, nell’ambito delle iniziative giudiziarie per la Tangente Enimont.

Umberto Bossi assolto in appello dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Prescrizione per Borghezio, Calderoli e Caparini

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MILANO – Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, è stato assolto questa mattina per non aver commesso il fatto dalla corte d’appello di Milano per gli incidenti di via Bellerio del 18 settembre 1996. Per gli altri esponenti della Lega, Roberto Calderoli, Mario Borghezio e Davide Caparini, anche loro imputati di resistenza a pubblico ufficiale, il giudice ha dichiarato l’assoluzione ma per prescrizione. Il processo, che si è celebrato oggi, come hanno ricordato le difese, è riapprodato in Corte d’appello dopo che nel 2004 la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza per i quattro esponenti leghisti.
 
22 giugno 2007

(foto e testo tratti da www.corriere.it)

Tutto finisce, prima o poi.
Umberto Bossi è stato assolto dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale per un fatto non commesso nel 1996. Nulla di strano o di particolare, la giustizia è uguale per tutti anche e soprattutto per chi potrebbe avere scorciatoie tempistiche.
Ma quello che non può e non deve essere dimenticato è che Umberto Bossi siede in Parlamento con una condanna di otto mesi passata in giudicato (dunque definitiva) per le tangenti Enimont.
E ci sarebbe anche da spiegare a questi giornalisti che la prescrizione intervenuta per Borghezio, Calderoli e Caparini non corrisponde a una assoluzione. Significa che un reato è stato accertato e che non è stato possibile intervenire nei confronti dei presunti colpevoli perché lo Stato rinuncia a esercitare l’azione penale, non certo perché non sussistano concreti indizi di colpevolezza (fu proprio la prescrizione a gettare l’ombra lunga su Giulio Andreotti e sui suoi processi per associazione a delinquere di stampo mafioso).
Borghesio, comunque, è stato condannato (anche lui in via definitiva) a 2 mesi e 20 giorni di reclusione, successivamente commutati in 3040 euro di multa per incendio aggravato. Siede nel parlamento della Repubblica.
Inquisiti prescritti e giornalisti compiacenti.