Vaccinazioni obbligatorie anche per operatori sanitari, socio-sanitari e scolastici. Anzi, no, non ci sono soldi.

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Era stato preannunciato con tanto di grancasse e tamburi battenti: tra le categorie per cui i vaccini dovranno o dovrebbero essere obbligatori figuravano gli operatori sanitari, socio-sanitari e quelli scolastici. Cioè gente che fino ad ora stava benone (anche perché molti di loro -quelli sanitari- gli effetti dei vaccini li conoscono molto bene e col cavolo che si sono vaccinati) e che è stata individuata come portatrice di possibili malattie infettive a discapito di quell'”immunità di gregge” che già nel nome ci vuol tutti pecoroni e proni alle disposizioni governative e parlamentari. Nulla, non se ne fa di nulla, perché la commissione bilancio, sentito il parere negativo della Ragioneria dello Stato, ha stabilito che non ci sono quattrini sufficienti per decaimmunizzare medici e professori, maestri e assistenti sociali. La Binetti ha replicato che l’emendamento sarà riproposto alla Camera (già, ma se non ci son soldi cosa si ripropone?), la Lorenzin sottolinea che in Senato non c’è un dibattito serio e degno di questo nome (ma dài??) e qualcun altro dice che i dindini vanno trovati per forza (già, ma com’è che qualcuno ha promosso un emendamento senza nemmeno prendersi la briga di domandarsi se c’è o non c’è la copertura finanziaria?). E’ questa la gente che ci vuole immunizzare e io sono piuttosto inquieto.

Il suicidio di Mario Monicelli (regista), quello di Luca Seidita (diacono) e le esternazioni in vita di Paola Binetti (deputato)

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Oggi alla Camera dei Deputati, l’onorevole Paola Binetti (eletta nelle liste del Partito Democratico ma "emigrata" in quelle dell’Unione di Centro di Casini, perché va bene avere le idee chiare, ma qualche volta si esagera) ha commentato la scelta del grande Mario Monicelli di porre fine alla propria vita con queste agghiaccianti parole:

«Basta, per piacere, con spot a favore dell’eutanasia partendo da episodi di uomini disperati, perchè Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici ed il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà»

Non si sa con quale diritto la Binetti stigmatizzi il comportamento della famiglia di Monicelli e dei suoi amici, rei, a suo dire, di averlo lasciato solo, inducendo in lui l’istito suicidiario, senza considerare il fatto che Monicelli potrebbe aver agito facendo valere il suo sacrosanto diritto di autodeterminazione in piena lucidità di mente, circostanza di cui nessuno, nemmeno la Binetti, sembra dubitare.

Parrebbe una opinione legittima, ancorché non condivisibile e sicuramente censurabile, quella della Binetti, se non che oggi è arrivata la notizia del suicidio di Luca Seidita, 29 anni, di Lecce, certamente assai meno famoso dell’indiscusso e indiscutibile maestro del cinema italiano.

Luca Seidita voleva fare il sacerdote. Si è ucciso perché il Vaticano glielo ha impedito, giudicandolo non ancora sufficientemente maturo per questo passo.

Dovendo prendere sul serio il ragionamento della Binetti, Luca Seidita è stato lasciato da solo dal Vaticano e ha compiuto un gesto di solitudine perché non poteva essere , per opera di una violontà o di un impiedimento esterni, quello che, semplicemente, desiderava essere, un prete.

Il punto è che sia per un mangiapreti come Monicelli, che se n’è andato non chiedendo neanche un funerale, che per un prete mancato, a cui probabilmente un funerale verrà addirittura negato, in quanto suicida, la vita ha senso quando un uomo riesce ad essere completamente e compiutamente se stesso, regista o seminarista che sia. Quando riesce a vedere realizzate le sue scelte, che i cattolici chiamano "vocazione" e vorrei ancora sapere il perché.



La Binetti è un deputato della Repubblica, ha un sito web la cui home page viene visitata mediamente da 30 persone al giorno. Un po’ come dire gli amici intimi, per una persona che ricopre una così alta carica istituzionale.
Oggi che si fa solo un gran parlare di lei ha toccato quota 75 (i dati sono verificabili da chiunque clicchi sul suo contatore Shinystat).


Capite? Non le dà più retta nessuno.
Neanche Luca Seidita. "Senza il prete e la messa perché di un suicida non hanno pietà". Come non l’ebbero di Piergiorgio Welby, il cui peccato fu sempre il solito, quello di aver scelto per sé.

"E qualcuno una croce col nome e la data su lui pianterà".

“La cattolicissima Spagna”

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[Nell’effige il bravo Tomas de Torquemada]

Mia moglie prega, attraverso il blog, tutti i giornalisti, televisionari, caciaroni, borgatari, pescivendoli, pennivendoli, e altrettanti spettatori, ascoltatori, fruitori, impostori, controllori, bigliettai, di smetterla una volta per tutte di usare l’odiata espressione "la cattolicissima Spagna" perche’ non e’ così, e’ l’ora di finirla, basta, teniamoci la Binetti, siamo in Europa, scopa, settebello, carte primiera e denari vinco io (oh, sono o non sono la moglie del miglior blogger-colpostregato degli ultimi 150 anni?)!